Vita mondana morigerata, questo è l’invito di Giorgia Meloni ai suoi. In pratica niente discoteche o feste modaiole, in rispetto alla difficile situazione del Paese (tra caro bollette e company) e in linea al suo stile minimalista. Ma se da una parte, forse proprio per questi motivi non è stata ancora programmata la festa per celebrare la vittoria, dall’altra parte anche i “nuovi” politici dovranno pur mangiare, no? Certo, e nel caso della leader di Fratelli d'Italia i gusti sono quelli della tradizione, come ci racconta Andrea Fusco, cuoco del Taki Off. Ecco allora la mappa gourmet nella Capitale della destra al potere.
Punto di partenza il “santuario” di Colle Oppio
Il punto di partenza è un luogo icona: il Colle Oppio. Qui di fronte a quella che fu la storica sezione del Msi (Movimento sociale italiano) oggi c’è Sanctuary, eco retreat custodito all'interno del Parco delle Terme di Traiano. Una location perfetta per chiudere le campagne elettorali e per organizzare le serate tra dirigenti, militanti e semplici seguaci di Fratelli d’Italia, in cui gustare la cucina tropical-asian e cocktail a base di rum, ma soprattutto di proprietà di Pier Paolo Terranova, dirigente di Fratelli d’Italia ed ex marito della ex assessore comunale Laura Marsilio.
I ristoranti per gli incontri più formali
Palazzo Demanio della Camera, dove al sesto piano c’è l’ufficio della Meloni, e la palazzina di via della Scrofa (casa del Msi ai tempi di Giorgio Almirante) sono le sedi per le riunioni più politiche. Da lì per pranzare ci si sposta alla terrazza del The Glam Roma, con vista sul Colle, o ristoranti Rinaldi al Quirinale, Maxelà (dove la Meloni ha incontrato Letizia Moratti) e La Campana, oggi è gestito dal deputato di FdI, Paolo Trancassini.
Altro punto di riferimento è il bar Cigno, ai Parioli, dove riceve Guido Crosetto, braccio destro della Meloni e probabile futuro ministro.
Ricordi d’infanzia alla Garbatella
Nella mappa personale della Meloni non può mancare la Garbatella, dove vive ancora la madre e dove, in via Guendalina Borghese, c’era la sua prima sezione del Fronte della Gioventù. Qui mèta di incontri politici troviamo anche la macelleria Bayslach di via Rosa Raimondi Garibaldi, che oggi cucina agli avventori anche carne alla brace, la trattoria Casa Maggio sotto casa, e lo stabilimento V Lounge a Ostia, dove la famiglia Meloni da anni affitta la cabina. Ed evocando le macellerie romane, una “passione” che accomuna anche Mario Draghi, non possiamo non ricordare Pino Aretano, il macellaio romano dei Parioli, dove Draghi compra la carne per il suo brasato.
Subiaco, il ben ritiro
Ultima menzione per Subiaco, il paese del cognato Francesco Lollobrigida e marito della sorella Arianna, vero e proprio buon retiro della leader per il weekend. Che chissà non diventi una futura Capalbio o Città della Pieve….
Gusti tradizionali per Giorgia Meloni
A tracciare un breve ritratto "culinario" della probabile nuova leader di Governo ci pensa Andrea Fusco, noto cuoco romano. «Ho conosciuto Meloni ad Atreju (la manifestazione della destra giovanile italiana, ndr) sull'Isola Tiberina - ha raccontato Fusco - Era un contesto di festa in cui lei doveva fare la conduttrice ed io giudicare il piatto che avrebbero preparato i presidenti di Camera e Senato. L'ho trovata molto simpatica, nonostante io sia di un'altra sponda politica».
Ma come si muoveva Meloni tra i fornelli? Bene, a giudicare dai ricordi del cuoco. «Mi è sembrato che di cucina ne capisse - ha proseguito Fusco - Non siamo entrati nei dettagli, ma parlando ho capito come sia molto legata alla cucina tradizionale romana. L'ho poi incontrata Al Margutta, dove si fa cucina vegetariana e vegana».
Roma mecca per i politici gourmet
Di certo Roma appaga da sempre le “gole profonde” della politica italiana. Come non ricordare, ad esempio, cosa è successo nei ristoranti della Capitale, con l’arrivo da tutta Italia dei 1009 grandi elettori per eleggere il nuovo presidente della Repubblica, lo scorso gennaio? Così tra i boss dei vari gruppi politici c’era chi non rinunciava al super spago alla carbonara, al ristorante Il Marchese, come tutta la squadra di Italia Viva (mancava solo il leader Matteo Renzi) e, in un altro tavolo Andrea Ruggeri e altri politici di Forza Italia. Al bancone Rocco Casalino, il portavoce di Giuseppe Conte, seduto sugli alti sgabelli al banco del bar insieme ad elettori di 5 stelle.
In quei giorni i ristoranti più gettonati erano stati lo storico Fortunato al Pantheon, meta di tutto il parterre di Montecitorio, definito anche la seconda camera per il grande numero di politici che lo frequentano. La truppa dei più sobri, alla ricerca del giusto costo qualità prezzo, andò da Armando sempre al Pantheon e da Clemente o da Alfredo alla Scrofa, in Via della Scrofa. Mentre i più sofisticati e gourmet scelsero l’intramontabile Bolognese in Piazza del Popolo e il ristorante dell’Hotel de Russie, come l'ex presidente del consiglio e ora senatore a vita Mario Monti.
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Alberto Lupini
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