Via libera ai vaccini per i bambini tra i 5 e gli 11 anni

Dopo un periodo di sperimentazioni, è arrivato l'ok alla somministrazione delle dosi di Pfizer. Per gli esperti si tratta di un passo importante per limitare la diffusione e la mutazione del Covid

25 novembre 2021 | 16:19

L'Ema (Agenzia europea per i medicinali) ha dato l'ok al vaccino Pfizer-BioNTech per la fascia di età 5-11 anni. La ratifica è arrivata anche da parte dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco). Saranno dunque circa 4 milioni i bambini che potranno accedere alla campagna vaccinale in Italia. La prenotazione avverrà attraverso i consueti canali e ogni regione potrà organizzarsi su come procedere alla somministrazione.

 

Quale efficacia sui bambini?

Il vaccino Pfizer-BioNTech è «sicuro, ben tollerato» e ha prodotto una risposta immunitaria «robusta» nei bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni, secondo gli studi condotti dalla stessa azienda farmaceutica e resi noti a fine settembre. Il vaccino scatena una forte risposta immunitaria nei bambini di questa fascia d’età, comparabile a quella dei ragazzi tra i 16 e i 25 anni. L’efficacia per prevenire la malattia si è attestata al 90,7%. Pfizer e BioNTech hanno avviato studi su bambini di età compresa tra 6 mesi e 2 anni e tra 2 e 5 anni.

Quale dosaggio per i bambini?

Nei bambini tra 5 e 11 anni sono risultati sufficienti 10 microgrammi, un terzo della quantità attualmente offerta agli over 12 e agli adulti sempre con doppia dose a distanza di tre settimane l’una dall’altra. A dosi più elevate, i ricercatori hanno osservato una maggior frequenza di effetti collaterali (seppure lievi): febbre, mal di testa e stanchezza. Nei bambini sotto i 5 anni, dai primi studi, sembra che bastino invece 3 microgrammi, un decimo della dose standard. La fiala del preparato per i bambini avrà un cappuccio arancione (per gli adulti è viola) per scongiurare errori di somministrazione. Inoltre le fiale saranno etichettate «solo per bambini».

 

Quali sono gli effetti collaterali previsti?

Gli effetti collaterali nei bambini ricalcano quelli visti tra adulti: fastidio nella sede di infezione, stanchezza, un po’ di febbre. Molti non hanno avuto alcun effetto collaterale. Nello studio di fase 3 non si sono registrate pericarditi o miocarditi post vaccino, ma il numero della sperimentazione era limitato. Tuttavia la Casa Bianca al 10 novembre ha stimato che quasi un milione di bambini era stato vaccinato (all’epoca) e non si sono verificati effetti collaterali importanti.

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I vantaggi di vaccinare un bambino

Come noto, i bambini hanno un rischio basso di ammalarsi seriamente di Covid, ma una piccola percentuale sviluppa la sindrome infiammatoria multisistemica (MIS-C), potenzialmente pericolosa In Italia da inizio pandemia si sono verificati 239 casi. Anche i bambini possono comunque finire in ospedale attaccati all’ossigeno a causa della polmonite da Covid. Altri ragazzi soffrono di long Covid e presentano sintomi persistenti per mesi. Il vaccino ha una funzione preventiva: il virus se muta potrebbe diventare pericoloso anche per i più piccoli. Se lasciamo Sars-CoV-2 libero di replicarsi, aumenterà la capacità di dare origine a nuove varianti. Secondo Giorgio Palù, virologo, presidente dell’Aifa, il quadro dell’epidemia sta cambiando in Italia e il rischio dell’infezione sta diventando molto superiore al rischio del vaccino. «Se prima il 2% dei bambini contraevano l’infezione con la variante Alfa - sottolinea - oggi stiamo arrivando al 25-30%. I dati dell’epidemia ci stanno dicendo che la categoria da 4 a 11 anni è quella che presenta il maggior numero di casi incidenti. Ci sono bambini ricoverati che non hanno patologie concomitanti, ci sono dei bambini che sviluppano una sindrome infiammatoria multisistemica (MIS-C), cioè su vari organi».

 

Inoltre i bambini, anche se si infettano spesso in modo asintomatico, possono contagiare insegnanti, genitori, nonni e soprattutto persone immunodepresse che (nonostante il vaccino) rischiano la morte per Sars-CoV-2. Preoccupa il significativo incremento dei contagi nella fasce d’età pediatrica che si sta riscontrando nelle ultime settimane: solo negli ultimi due mesi si sono registrati oltre 24 mila casi tra i 6-10 anni (oltre 240 mila casi da inizio pandemia con 1400 ospedalizzazioni e 9 decessi in questa fascia di età) secondo l’ultimo bollettino Iss.

Un altro motivo importante per cui anche i più piccoli andrebbero vaccinati è permettere loro di avere una vita più «normale». È vero che con il vaccino non si esclude l’infezione, ma il calo dei contagi consentirebbe loro di praticare attività sportiva, andare a scuola in presenza ed essere più liberi di quanto siano ora.


Il virus sta circolando ancora molto, quindi è opportuno non perdere tempo. Un bambino di 5 anni sarà più piccolo e leggero di uno di 11 e questo pone la domanda se i più grandicelli saranno effettivamente protetti con una dose inferiore di farmaco. Lo studio clinico ha comunque arruolato bambini di 11 anni di peso diverso per indagare questo aspetto. Pur essendoci differenze nelle dimensioni, in termini di risposta immunitaria anche i più grandi dovrebbero avere una buona e robusta risposta al vaccino.

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Alberto Lupini


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