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Livigno non solo neve: vacanza in vetta tra shopping e buon cibo

Lo sport invernale, certamente, fa la parte del leone, ma Livigno (1.816 metri), in provincia di Sondrio è molto di più: è una specie di shopping center alpino con 250 negozi e paradiso per gli appassionati gourmet

 
03 ottobre 2021 | 12:30

Livigno non solo neve: vacanza in vetta tra shopping e buon cibo

Lo sport invernale, certamente, fa la parte del leone, ma Livigno (1.816 metri), in provincia di Sondrio è molto di più: è una specie di shopping center alpino con 250 negozi e paradiso per gli appassionati gourmet

03 ottobre 2021 | 12:30
 

In montagna è possibile sciare, fare trekking su sentieri panoramici, solcare i laghi in canoa o in barca, arrampicarsi, sfrecciare in e-bike per boschi e pendii, rilassarsi tra una sauna e un massaggio… un po’ tutti saranno accontentati, dallo sportivo all’amante della natura, passando per il contemplativo e il relax-addicted.  Come se tutto ciò non bastasse, in una località di alta montagna come Livigno (1.816 metri), in provincia di Sondrio, è possibile aggiungere la ciliegina sulla torta, ossia qualcosa che non sempre caratterizza l’offerta turistica: lo shopping e il lato gourmet.

La stagione sciistica dura di norma da fine novembre a inizio maggio Livigno non solo neve: vacanza in vetta tra shopping e buon cibo

La stagione sciistica dura di norma da fine novembre a inizio maggio


Mecca dello shopping

Essendo una specie di cuneo italiano inserito in Svizzera, Livigno è zona extradoganale, a quanto pare fin dal 1805. Si può, pertanto, acquistare a buon prezzo tutta una serie di merci: la benzina anzitutto, che costa poco più della metà rispetto al resto d'Italia, e poi sigarette e tabacchi vari, bevande alcoliche, capi in pelle e pellicce. Non siamo di fronte ad un malinconico borgo perso nella vallata, ma ad una specie di shopping center alpino con 250 negozi circa, celebri marchi internazionali, tutti collocati nelle vie centrali di un paesino di 6mila residenti, sdraiato nel suo fondovalle per la lunghezza esagerata di 9 chilometri.

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Fiore all’occhiello: lo sport invernale

Lo sport invernale, certamente, fa la parte del leone. Grazie alla favorevole posizione geografica e alle condizioni climatiche: la stagione sciistica dura di norma da fine novembre a inizio maggio. Chi si inerpichi fin qui (Livigno dista, in media, tre ore di auto da Milano) troverà impianti moderni e veloci, oltre 115 km di piste perfettamente curate e discese per tutti i gusti. Per gli amanti dello snowboard, basti citare il Mottolino: famoso a livello nazionale e internazionale, è considerato uno dei migliori snowpark in Europa. Livigno è poi annoverata fra le regine del freeride: sono numerose, infatti, le aree dedicata al fuoripista, in valli immacolate e pendii incontaminati immersi in una natura silenziosa. La bellezza della località e la qualità delle infrastrutture sono state premiate dal Comitato Olimpico, dato che Livigno sarà sede delle gare di Freestyle e Snowboard dei Giochi Olimpici Invernali Milano-Cortina 2026.


Il ruolo centrale nel turismo della Valtellina

Tutti gli indicatori di flusso rivelano con chiarezza l’importanza di Livigno, nel contesto turistico-economico della Valtellina: le presenze invernali ammontavano a 1.228.646 nel 2018/2019 (ultimo periodo significativo), pari a una crescita annua del 17%.  In estate, sempre nel 2019, si erano totalizzati 485.871 turisti, con un incremento del 7%.


Questo per quanto riguarda il pre-Covid; d’altra parte la situazione odierna, in un settore gravemente in affanno come il turismo post-pandemia (scriviamo post e accettiamo tutti gli scongiuri possibili), va valutata con estrema attenzione. In questo ci facciamo aiutare da chi lo fa per lavoro tutti i giorni, ossia Luca Moretti, presidente della locale Azienda di Promozione del Turismo.

Luca Moretti Livigno non solo neve: vacanza in vetta tra shopping e buon cibo

Luca Moretti


Presidente Moretti, a quanto pare si riparte: cominciamo allora col declinare le caratteristiche del turista-tipo che questo inverno dovrebbe arrivare fin quassù, a Livigno.
Il turismo invernale è composto all’80% da stranieri, il resto sono italiani. Le permanenze sono più che altro organizzate in settimane bianche, e quindi la durata media è di 7,2 giorni.  Particolarmente lunga, avrà notato, dato che sono pochissimi i concorrenti che possono esporre un dato simile. Questo si deve alla distanza dai grandi centri urbani e alla tipologia della clientela; la maggior parte arriva da lontano, soprattutto da Polonia e Germania, e in secondo piano da Russia, Svizzera, Belgio e Danimarca. D’inverno domina il turismo sportivo, focalizzato su vari sport invernali, non solo sci alpino: gradualmente, aumentano gli appassionati dello sci di fondo, nonché gli amanti delle ciaspole e del trekking invernale. In estate si ribalta il rapporto Italia-estero, attestato su un approssimativo 76-24%: arrivano soprattutto famiglie, per lo più sportive, per dedicarsi a trekking, mountain bike ed e-bike. Ultimamente veniamo anche visitati da squadre di sportivi professionisti che vogliono allenarsi in quota, in modo da migliorare le performance di gara.


Questa la situazione oggi: e domani? Come va ad evolversi, la richiesta di servizi turistici?
La cosa più saggia che possiamo fare è prepararci ad offrire maggiore qualità a coloro che ce la chiedano. Dobbiamo essere pronti a soddisfare le esigenze di chi investe sempre di più nelle vacanze: se vogliamo attrarre e ospitare il turista “di fascia alta” poi dobbiamo essere all’altezza delle sue richieste, questo dev’essere chiaro a tutti.  Ho parlato di attrarre, e quindi ci vuole impegno anche dal lato marketing/comunicazione per intercettare i cosiddetti big spenders.


Spendere di più per ottenere di più, dunque. Altre tendenze?
Anche come conseguenza della pandemia, credo che le persone avranno sempre più bisogno di prendersi cura di sé, e mi riferisco al benessere inteso in senso globale, fisico e psichico. Esemplifico: la palestra o la pista da sci da sole non bastano più, serve anche uno spazio ove le persone possano meditare, da sole o con l’aiuto di una guida, al chiuso o in un bosco, a contatto con la natura, ispirate dai nostri paesaggi meravigliosi.


Per concludere l’intervista, torniamo a un classico: qui a Livigno la domanda di ristorazione come si struttura?
Cresce, nel tempo, la sua importanza: specialmente per il mercato estero il cibo italiano, e ancor più quello tipico delle nostre montagne, rappresenta un grande fattore di attrazione. In questo campo la tradizione è stata sempre centrale, e mi riferisco ai classici pizzoccheri, polenta, selvaggina, formaggi: ma già da parecchi anni cerchiamo di offrire qualcosa in più, che corrisponde al tradizionale rivisitato e trasformato, altrimenti detto “tendenza gourmet”. I nostri clienti hanno preso coscienza del cambiamento e cominciano a chiedere questa tipologia di piatti “contemporanei” sempre più spesso: siamo di fronte a un felice incontro tra offerta e domanda, insomma.


Enogastronomia al centro di progetti importanti

Nessun dorme, da questo punto di vista, in quel di Livigno: lo testimoniano iniziative come il progetto “Tas’t”, nato dalla collaborazione tra l’Associazione Cuochi e Pasticceri di Livigno e APT Livigno. L’obiettivo è quello di salvaguardare e poi diffondere i sapori della tradizione e i prodotti più autentici. A questo scopo, accanto al buffet per la colazione, ogni albergo aderente a “Tas’t” allestisce l’Angolo della Colazione Livignasca: con l’assaggio di dolci, pane, latticini, insaccati e stagionati locali, tutti gli ospiti avranno modo di conoscere e gustare le eccellenze del territorio.

Livigno gourmet Livigno non solo neve: vacanza in vetta tra shopping e buon cibo

Livigno gourmet

 


Dalla stessa passione per la cucina tradizionale e dalla volontà di preservare le antiche ricette nasce “Leina da Saor” (Valanga di sapori), un libro fotografico bilingue edito da Giorgio Mondadori che contiene 100 ricette tradizionali, 37 rivisitate e oltre 250 fotografie. Un orgoglio per tutti gli addetti del settore ristorazione l’aver realizzato questo sogno: far sì che la tradizione culinaria livignasca non andasse perduta, ma venisse per sempre suggellata in una raccolta “nero su bianco” da tramandare, sfogliare, conoscere e studiare. Uno strumento di conoscenza anche per le migliaia di turisti provenienti ogni anno da tutta Europa, affamati di novità, di tradizioni italiane, di selezione pignola delle materie prime e di maestria nella preparazione dei piatti tipici. Tutte aspettative da non deludere, e in tal senso il ragionamento del presidente Luca Moretti non fa una grinza.

 


Le carte in regola di Livigno per la ripartenza

Se il tipo di domanda turistica che ci aspetta ha davvero queste caratteristiche; se la pandemia è davvero finita, e i flussi sono destinati a raggiungere e superare le cifre pre-Covid, possiamo ben dire che Livigno e la sua gente hanno le carte in regola per ricominciare a far crescere l’economia. A tal fine, possono puntare su un patrimonio non svalutabile fatto di natura incontaminata, piste da sci ormai famose e tradizioni gastronomiche di grande richiamo.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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