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L’Abruzzo più wild tra montagne, mare e prodotti tipici

Partiamo alla scoperta di questa regione ricca di meraviglie tra montagne innevate, mare cristallino, natura incontaminata, borghi da fiaba e tipicità golose che si tramandano dalla notte dei tempi

di Piera Genta
 
23 ottobre 2022 | 12:22

L’Abruzzo più wild tra montagne, mare e prodotti tipici

Partiamo alla scoperta di questa regione ricca di meraviglie tra montagne innevate, mare cristallino, natura incontaminata, borghi da fiaba e tipicità golose che si tramandano dalla notte dei tempi

di Piera Genta
23 ottobre 2022 | 12:22
 

Come raccontare l’Abruzzo se non prendendo spunto proprio dal suo stemma: uno scudo italico suddiviso in fasce di tre colori: bianco come le sue montagne innevate, verde come le colline e i parchi dell’entroterra ed azzurro come il mare Adriatico sul quale si affaccia con oltre 130 chilometri di coste.

Il lago di Scanno L’Abruzzo più wild tra montagne, mare e prodotti tipici

Il lago di Scanno

Tutta la bellezza de L’Aquila

Capoluogo della regione L’Aquila, città medioevale, ma anche rinascimentale e barocca per via delle ricostruzioni avvenute a seguito dei vari terremoti che si sono succeduti nei secoli, l’ultimo quello del 2009. Sede di un giubileo annuale, la Perdonanza Celestiniana istituita da papa Celestino V. Si svolge ogni anno alla fine di agosto nella basilica di Collemaggio ed è stata iscritta nella lista del Patrimonio immateriale dell’Unesco nel 2019 come tradizione che si ripete ininterrottamente dal 1294.

La Basilica devastata dal terremoto del 2009 è stata riaperta nel dicembre del 2017, si trova nel punto di arrivo e partenza del Tratturo Magno tra L’Aquila e Foggia, 244 chilometri, il più lungo ed importante dei cinque Regi Tratturi, dove prende il via la transumanza, un rito storicamente accertato sin dalla fine del XIII secolo reso famoso dalla poesia I Pastori di Gabriele D’Annunzio.

 Basilica di Santa Maria di Collemaggio all'Aquila restaurata dopo il terremoto del 2009 L’Abruzzo più wild tra montagne, mare e prodotti tipici

Basilica di Santa Maria di Collemaggio all'Aquila restaurata dopo il terremoto del 2009

Secondo un’antica leggenda il 99 è il numero simbolo, dentificativo della città dell’Aquila. Furono 99 i castelli che, nel XIII secolo parteciparono alla fondazione della città, creando 99 chiese, 99 piazze, 99 fontane. È celebre la fontana delle 99 cannelle costruita nel 1272 su progetto dell’architetto Tancredi da Pentima. Le 99 cannelle che sgorgano tutte da un’unica fonte, un tempo tenuta segreta, rappresenterebbero i 99 castelli che nel tredicesimo secolo parteciparono alla Fondazione dell’Aquila.

 


In sella immersi nella natura, tra montagna, borghi e mare

Sicuramente uno dei modi per scoprire e godere della natura incontaminata della regione è la bicicletta e l’Abruzzo si conferma un territorio bike friendly grazie ad una ricca offerta di percorsi cicloturistici ideali per mountain bike, gravel e bici da turismo tra mare e montagna, borghi medioevali e boschi incontaminati. Per gli amanti di questo tipo di attività curioso l’itinerario all’interno del Parco Regionale Sirente-Velino lungo tratturi e tratturelli alla scoperta della Valle Subequana per raggiungere le Pagliare di Tione.

Si tratta di un villaggio d'alta quota, appartenente al borgo medievale di Tione degli Abruzzi, costituito da un centinaio di piccoli casolari a due piani in pietra, costruiti intorno ad un pozzo e ad una piccola chiesa dedicata alla Madonna di Loreto. L’origine delle Pagliare si attesta attorno al 1400 quando, per garantirsi la sussistenza, la popolazione della Media Valle dell’Aterno iniziò ad adottare la transumanza verticale, spostandosi sull’altopiano per il pascolo del bestiame e per la coltivazione dei cereali. Un’usanza che ha resistito fino a metà del Novecento, oggi numerose case sono restaurate e utilizzate per un turismo speciale al di fuori dei soliti schemi, non c'è corrente elettrica e l'acqua potabile che alimenta una fontanella è arrivata da pochi anni. Il panorama è godibile in ogni direzione e spazia dal Sirente alla catena del Gran Sasso e alla Maiella.

Caratteristico trabocco L’Abruzzo più wild tra montagne, mare e prodotti tipici

Caratteristico trabocco

Per chi vuole pedalare vicino al mare, può percorrere la pista della Costa dei Trabocchi, la via verde, realizzata lungo l’ex tracciato ferroviario. Facile, adatta a tutti. Da Ortona (Ch) a Vasto (Ch) sono una quarantina di chilometri dove si incontrano ben 16 trabocchi, le antiche macchine da pesca oggi diventate attrattive turistiche dove fermarsi per uno spuntino. Spostarsi in bici lungo la via verde della costa dei trabocchi è facile grazie al Trabocchi Mob che ha trasformato le stazioni ferroviarie di questo tratto del litorale in hub intermodali, treno-bus-bici con la presenza anche di bike station come quella di Francavilla al mare che offre oltre agli importanti servizi di noleggio bici, manutenzione e ricarica per le e-bike anche abbigliamento ed un servizio di tour operator e bike tour con guida.

La via verede, la pista ciclabile della costa dei trabocchi L’Abruzzo più wild tra montagne, mare e prodotti tipici

La via verede, la pista ciclabile della costa dei trabocchi

A piedi nel Parco Nazionale d’Abruzzo

Per gli amanti del turismo a piedi da non tralasciare l’itinerario nel Parco Nazionale d’Abruzzo con partenza da Scanno (Aq), antico centro ricco di storia e tradizioni, Bandiera Arancione Touring, nonché uno dei borghi più belli d’Italia. Qui sono passati viaggiatori leggendari, grandi artisti come l’incisore olandese Esher, che visitò gli Abruzzi a piedi. Famosa la sua prima litografia del 1929 raffigurante il borgo di Castrovalva conservata nella National Gallery of Canada di Ottawa. Ed ancora celebri fotografi, come Henri-Cartier Bresson, Mario Giacomelli e Hilde Lotz-Bauer che immortalarono Scanno e le Gole del Sagittario, e ancora l’artista inglese Edward Lear, oppure il pittore eremita Charles Moulin che viveva sul Monte Morrone nelle Mainarde molisane.

La diga di San Domenico L’Abruzzo più wild tra montagne, mare e prodotti tipici

La diga di San Domenico

Numerosi sono gli spunti da cogliere nella visita del centro storico di Scanno, i portali, gli archi, le facciate dei palazzi gentilizi, le chiese. Particolare il presepe meccanico con personaggi che indossano i tipici costumi di tradizione scannese nella Chiesa di Santa Maria in Valle. Il sentiero del cuore permette di raggiungere un balcone panoramico da cui godere della vista del lago di Scanno, dalla curiosa forma a cuore.

Scanno sotto la neve L’Abruzzo più wild tra montagne, mare e prodotti tipici

Scanno sotto la neve

Il lago si trova incastonato tra i boschi dei Monti Marsicani nell’alta valle del fiume Sagittario, è il più grande lago naturale d’Abruzzo, dalle straordinarie sfumature turchesi ed azzurre delle sue acque. Si tratta della principale attrattiva turistica della Riserva naturale regionale Gole del Sagittario gestita dal Wwf, con 450 ettari che si sviluppano dai 500 ai 1500 metri d’altitudine con una rara vegetazione. Le Gole del Sagittario iniziano dalla diga di San Domenico dove sorge l’eremo dimora del monaco benedettino San Domenico di Sora, uno dei numerosi luoghi di culto rupestri dell’Abruzzo.

Altro centro della valle del Sagittario si trova Villalago (Aq) anch’esso inserito nell’elenco dei Borghi più belli d’Italia. Da visitare il mulino ad acqua perfettamente funzionante. Su uno sperone roccioso sorge Castrovalva (Aq), il borgo di Escher, un vero nido d’aquila abitato da una decina di persone d’inverno e un centinaio d’estate raggiungibile tramite uno stretto tunnel scavato nella roccia.

L’Abruzzo in barca

Un’esperienza originale è quella di vivere il mare d’Abruzzo in barca. Oltre 130 chilometri di costa in cui si trovano spiagge di sabbia dorata tra Francavilla al mare (Ch) e Ortona e in alcuni tratti sopravvive la macchia mediterranea con verdi pinete. Acque cristalline dove è possibile tuffarsi, fare snorkeling e ammirare da un’altra prospettiva la bellezza del litorale. La costa meridionale verso Ortona diventa rocciosa con piccole incantevoli calette e spiagge di ciottoli, tra le peculiarità di questo litorale i trabocchi, curiose macchine da pesca.
Si tratta di costruzioni simili a palafitte realizzate in pino d’Aleppo, un legno modellabile e resistente alla salsedine, ancorate agli scogli e collegate alla costa da una passerella. I pali che prendono il nome di antenne sostengono una rete a maglie. Secondo alcuni sarebbero da ricondurre ai Fenici, l’ipotesi più accreditata è che siano nati dall’esigenza di pescare senza uscire in mare. Vengono citati per la prima volta in un manoscritto del XIII secolo, descritti da Gabriele D’Annunzio nell’opera il Trionfo della morte “simili allo scheletro colossale di un anfibio antidiluviano”.

La costa dei trabocchi L’Abruzzo più wild tra montagne, mare e prodotti tipici

La costa dei trabocchi

Alcuni sono stati convertiti in ristoranti sull’acqua, altri conservano la loro funzione originaria. Tra i più interessanti il Trabocco Turchino a San Vito Chietino celebrato da D’Annunzio e luogo del cuore del Fai; quello di Punta Aderci nella Riserva Naturale Regionale dove si trovano i litorali più belli d’Abruzzo; a Rocca San Giovanni il Punta Cavalluccio appartenente alla più antica famiglia di traboccanti e il trabocco Punta Rocciosa a Fossacesia Marina e quello di San Giacomo a Marino di San Vito, famosi per aver partecipato al programma tv “4 Ristoranti” di Alessandro Borghese.

Arrosticino e company

Sono molteplici i piatti tipici della regione che prendono spunto dall’antica tradizione agricola e pastorale dove troviamo soprattutto le carni di pecora, castrato e agnello, alla cucina della costa caratterizzata naturalmente da ottime ricette di pesce. Simbolo del territorio, l’arrosticino ovvero un sottile spiedino di carne ovina cotto sulla carbonella.

Tra i piatti più significativi le pizzonte, ovvero pizza unta, un tipico street food abruzzese, stuzzicanti frittelle dorate da gustare ancora calde, oppure accompagnate da qualche fetta di salume. Cace e ove, gustose pallotte di pane, uova e pecorino fritte e saltate in un sugo di pomodoro e basilico. Un piatto tipico della colazione contadina i peperoni fritti e uova sbattute, in dialetto pipindune e ove, ideale per farcire un panino. Tra i primi piatti gli spaghetti alla chitarra, pasta fresca all’uovo realizzata con l’omonimo attrezzo tradizionale costituito da fili d’acciaio paralleli tesi su un’intelaiatura di legno dove si ottengono degli spaghetti a sezione quadrata. Generalmente vengono accompagnati con un sugo di castrato d’agnello o con un semplice sugo di pomodoro al peperoncino spolverizzato da abbondante Pecorino.

Un delizioso primo piatto della cucina povera, Sagne e fasciul, la versione abruzzese della pasta e fagioli. Passando ai secondi la Pecora alla cottora, una ricetta montana, prende il nome dal contenitore in cui viene cotta e sarebbe legata alla transumanza dei pastori. Si tratta di carne di pecora stufata nel paiolo.

E poi i dolci con le Ferratelle, sottili cialde cotte tra due piastre arroventate che imprime loro una forma rettangolare con la caratteristica trama a rombi. L’attrezzo chiamato lu ferre era portato in dote dalla sposa e portava l’incisione dello stemma del casato o le iniziali del proprietario. I decori più comuni sono quelli a cuore, a ventaglio o a fiore, che suddividono la piastra in 4 o 6 petali, ognuno costituito da una singola pizzella che verrà poi, all’occorrenza, facilmente staccata. La tradizione vuole che le tempistiche di cottura siano le stesse necessarie per recitare un Ave Maria da un lato e un Padre Nostro dall’altro. La farcitura classica è la Scrucchiata, la confettura di uva di Montepulciano. Ed ancora le ciambelline al vino realizzate con la farina di solina, una varietà di frumento tenero molto antica e il Montepulciano; la pizza dolce, una torta composta da strati di pan di Spagna intervallati da crema pasticcera classica e al cioccolato, con bagna all'alchermes e al rum, un tempo riservata a matrimoni e occasioni speciali, mentre oggi viene preparata durante tutto l'anno.

L’Abruzzo vanta una consolidata tradizione casearia: il formaggio è soprattutto pecorino in tante varianti, ma anche formaggi di capra e di mucca. Non mancano i vini, l’Abruzzo è l’unica regione europea inserita da Wine Enthusiast tra i candidati degli Wine Star Awards - come regione dell’anno - promossi dalla rivista americana, punto di riferimento mondiale per gli operatori del settore vitivinicolo. Il più rappresentativo tra i vini abruzzesi il Montepuciano d’Abruzzo mentre il Trebbiano d’Abruzzo Doc compie 50 anni dall’istituzione della Doc.

I preziosi gioelli di artigianato

Capolavoro dell’arte orafa abruzzese è la Presentosa resa famosa da Gabriele D’Annunzio che l’ha descritta nella tragedia del 1894 “Il Trionfo della Morte”. Si tratta di un ciondolo in filigrana, di origine quasi settecentesche, quasi sempre con uno o due cuori al centro. Ad ispirare il ciondolo pare sia stato il rosone aquilano di S. Maria di Collemaggio.

Tra i maestri orafi a Scanno l’antico laboratorio Di Rienzo, oggi alla settima generazione della stessa famiglia, nel 1926 ha realizzato un nuovo gioiello, una spilla ciondolo di nome Amorino influenzato dal barocco napoletano: in alto la corona, simbolo di nobiltà, al centro il cupido, dio dell’amore, che con la sua freccia colpisce un cuore. Il gioiello è stato premiato durante una mostra mondiale a New York, nel 1960, diventando l’emblema della produzione orafa scannese. I loro gioielli artigianali, tra cui le Sciacquajje orecchini con motivi floreali e pendentini oscillanti all’interno che emettono un caratteristico tintinnio, l’anello Cicerchiata dall’antico anello nuziale maschile, simile ai grani della leguminosa cicerchia, sono stati presenti nel Padiglione Italia all’Esposizione universale di Dubai.

La presuntuosa L’Abruzzo più wild tra montagne, mare e prodotti tipici

La presuntuosa

Inusuale l’anello le Manucce, che rappresenta il simbolo dell’amore. È costituito dalla mano dell’uomo e da quella della donna che avvolgono e proteggono il cuore: tre anelli uniti da un perno che li fa ruotare. L’antico laboratorio all’interno dell’oreficeria è un piccolo museo che ospita gioielli tradizionali legati al costume muliebre scannese e gli antichi strumenti con i quali venivano realizzati.

La Cucina wild di Davide Nanni

Nel piccolo paese di Castrovalva (Aq) Davide Nanni gestisce la Locanda Nido dell’Aquila, l’agriturismo di famiglia. Dopo diverse esperienze in Italia e all’estero (a Londra con Giorgio Locatelli, a Roma al ristorante Quattro Fiumi e dopo ai Tre Scalini e poi in Florida), ritornato in Italia durante la pandemia, ha iniziato a lavorare nell’agriturismo dei genitori, dove lo chef era la mamma, proponendo una cucina tradizionale rivisitata in chiave personale. Conosciuto come lo chef wild abruzzese, diventato una star dei social grazie alle sue ricette realizzate tra i boschi dell’Abruzzo.

Agriturismo Locanda Nido d'Aquila
Via della Fonte 1 - Castrovalva (Aq)
Tel 340 3096967

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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