“Pantelleria è particolare: o si odia o si ama”, questo dicono a chi è nuovo sull’isola, gli stessi panteschi amano ripeterlo. Questo perché è un’isola selvaggia, difficile, praticamente priva di spiagge, con pochi accessi al mare. Ma che sa regalare emozioni uniche. Scogli neri a picco su un mare blu intenso e cristallino, il vento, sempre presente, sorgenti sulfuree, storia, tradizioni e tantissimo da scoprire, a partire dalle prelibatezze che può offrire per deliziare il palato. Cucina e vini qui si declinano in prodotti unici e peculiari, a partire dal Passito di Pantelleria, ma non solo…
A Pantelleria, il dialogo per crescere
Ma andiamo con ordine. La nostra recente visita sull’isola è stata occasione per poter parlare con uno dei grandi attori di questa collaborazione, il Consorzio Vini Pantelleria Doc e nello specifico con il presidente Benedetto Renda. E la nostra chiacchierata è proprio partita dal turismo. «Pantelleria ha ormai una sua tradizione turistica più che collaudata. Quello che però è nato in questi ultimi anni è il dialogo tra le parti che concorrono a far crescere e a far conoscere l'isola. Partiamo dal mondo vincolo e delle cantine, il Parco Nazionale Isola di Pantelleria, istituito da quattro anni e che è l'unico parco nazionale esistente nel meridione d'Italia. L'amministrazione comunale, che ha capito che per far crescere l'isola c'è bisogno di trasporti efficienti e di collegamenti. Le agenzie di viaggio e non ultimo tutti gli imprenditori locali. Tutte queste forze stanno cominciando a dialogare tra di loro perché hanno capito che da soli non si va da nessuna parte».
«E questo lo si può toccare con mano, chi verrà a Vinitaly potrà visitare nel padiglione Sicilia lo stand di Pantelleria, realizzato dal Consorzio Vini Pantelleria Doc, dall’Ente Parco e dal Comune delle Pantelleria. Questo è un fatto tangibile, dialogo per poter andare avanti e dialogo per poter dare fiducia alla futura generazione. Futura generazione che negli ultimi anni ha un po’ scoraggiato ha abbandonato l'isola, fenomeno che purtroppo sta succedendo in tutta la Sicilia e in modo particolare a Pantelleria».

Caterina Tumbarello e Benedetto Renda
«Ma ci sono segnali positivi e c'è speranza sull'isola, - prosegue Renda - perché oggi sappiamo e siamo convinti che ci sia un futuro, che ci possa essere una continuità, una crescita. Stiamo lavorando su questo, qualche risultato lo stiamo avendo. Ci sono dei giovani che si stanno avvicinando a questo mondo difficile e meraviglioso, stiamo dialogando con loro. Infatti, il Consorzio ha istituito una borsa di studio per chi si iscrive nelle scuole di agricoltura per dare un segnale, una speranza, un obiettivo».
Il successo del Pantelleria Doc Bianco e i riconoscimenti Unesco
Per quanto riguarda i vini, oltre al consolidato mercato del Passito di Pantelleria Doc, si è fatto strada già da qualche anno lo Zibibbo vinificato secco. «Stiamo con soddisfazione lavorando l'uva Zibibbo come bianco secco - aggiunge Renda - e sta riscontrando un grandissimo successo sia di critica che di pubblico. Tutto questo ci fa ben sperare».
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Alcune bottiglie di Pantelleria Bianco Doc
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Degustazione di Panbtelleria Bianco Doc
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Già perché praticamente le cantine a cui fanno capo gli agricoltori dell’isola (sono 322 i soci viticoltori del consorzio, di questi 8 sono vinificatori e imbottigliatori - dati al 2023) hanno ormai in produzione una versione di Bianco di Pantelleria Doc. Un vino che in genere è contraddistinto dalla forte componente aromatica dell’uva a cui si somma una spiccata mineralità, il risultato, un vino piacevole e armonico. Senza poi dimenticare una delle maggiori peculiarità dell’agricoltura eroica dell’isola. La coltivazione della vita ad alberello.

Vigneto di Zibibbo
Le caratteristiche territoriali e paesaggistiche di questa isola di origine vulcanica sono affascinanti e suggestive. Ma il merito non è solo della natura: l’uomo ha saputo modellare il territorio attraverso un’agricoltura definita “eroica”. Nei secoli, gli abitanti di Pantelleria hanno affrontato condizioni ambientali e climatiche difficili, come la forte pendenza dei terreni, i costanti venti marini e l’assenza di sorgenti d’acqua. Nonostante ciò, o meglio, grazie a tutto ciò hanno sviluppato tecniche agricole ingegnose e sostenibili, come, appunto, la vite ad alberello - riconosciuta Patrimonio Immateriale dell’Umanità dall’Unesco - e il giardino pantesco, strutture che testimoniano l’ingegnosità e il legame profondo tra l’uomo e la terra.

Il suggestivo Giardino Pantesco Donnafugata, bene tutelato dal FAI
L’alberello pantesco è un simbolo della viticoltura locale, un piccolo arbusto che cresce con tenacia su terrazze scolpite nel paesaggio e circondate da muretti a secco in pietra lavica. Questi terrazzamenti, autentiche opere d’arte rurali, sono scavati nel suolo vulcanico per formare conche capaci di trattenere ogni preziosa goccia di pioggia e l’umidità della notte. L’unicità di questo sistema agricolo è il risultato di una combinazione irripetibile di fattori: temperature estive elevate, terreni aridi, venti impetuosi e suoli vulcanici. Questo contesto ha dato origine alla definizione di “viticoltura eroica pantesca”, che esprime la dedizione e la resilienza dei vignaioli dell’isola nel produrre uve di alta qualità in condizioni ambientali estreme.

Ristrutturazione di un muretto a secco
Cosa vedere a Pantelleria
Il punto di partenza per questo viaggio alla scoperta dell’isola è il museo geonaturalistico di Punta Spadillo. Realizzato recuperando una struttura militare della Seconda Guerra Mondiale, oggi è uno dei centri visite del Parco Nazionale di Pantelleria. Le sue tre sale espositive offrono un viaggio nella storia vulcanologica dell’isola, con campioni di rocce e pannelli informativi su biodiversità e turismo naturalistico.

Il faro di Punta Spadillo
Grazie alla collaborazione tra l'Ente Parco, le guide del CAI e il personale della Forestale, i visitatori possono approfondire aspetti legati alla geologia, alla flora e alla fauna locali, oltre alla cultura rurale e alla toponomastica dell’isola. Il museo si configura come un punto di partenza per capire la storia dell’isola, con aree tematiche dedicate alla rete sentieristica, alla geovulcanologia e alla biodiversità.
Sì, perché Pantelleria è a tutti gli effetti un complesso vulcanico attivo. L'ultimo episodio di attività eruttiva (un'eruzione sottomarina), si è verificata nel 1891. Ad oggi, il vulcanismo sull’isola si manifesta con attività di tipo secondario come le fumarole e le sorgenti di acqua calda idrotermali, presenti un po' in tutta l'isola. Da non perdere ad esempio quelle di Gadir in cui le acque si riscaldano fino a raggiungere le temperature di 40-50°C e vengono catturate prima di raggiungere il mare da un sistema di piccole vasche artificiali realizzate dall'uomo nell'antichità.

Il bordo di Gadir
Altro segno tangibile della natura vulcanica dell’isola è lo Specchio di Venere (Lago Bagno dell’Acqua), un bacino naturale che occupa l’antico cratere di un vulcano nella contrada Bugeber.

Lago di Venere
Oltre al suggestivo paesaggio ricco di flora e fauna, il lago è celebre per i suoi fanghi termali, noti per le proprietà benefiche sulla pelle. Le sorgenti naturali, che raggiungono temperature superiori ai 50°C, alimentano piccole vasche in cui è possibile immergersi per un’esperienza di benessere naturale.

L’Arco dell’Elefante
E ancora, l’Arco dell’Elefante, una delle località balneari più iconiche di Pantelleria, celebre per la sua imponente formazione rocciosa di pietra lavica che, con la sua caratteristica forma a proboscide, si tuffa nel mare creando un suggestivo arco naturale.

Laghetto delle Ondine
Il Laghetto delle Ondine è una piscina naturale incastonata tra le rocce della costa orientale di Pantelleria, nei pressi di Punta Spadillo. Separato dal mare da una parete rocciosa, questo suggestivo specchio d’acqua si riempie e si rinnova continuamente grazie alle onde, rendendolo un luogo ideale per fare il bagno anche quando il mare è agitato.

Sesi del Re
I Sesi, situati nelle zone di Mursia e Cimillia, sono antiche strutture megalitiche risalenti a circa 5000 anni fa. Il termine “sese” in dialetto pantesco indica un cumulo di pietre, ma solo nell’Ottocento si scoprì che queste costruzioni erano monumenti funerari. Architettonicamente, i Sesi sono realizzati in pietra a secco, con una pianta ellittica e una struttura a volta. La camera sepolcrale, posta al centro, era accessibile attraverso stretti ingressi lungo il perimetro.

Montagna Grande
Senza dimenticare le escursioni su Montagna Grande oppure le altre numerose testimonianze archeologiche. L’ente Parco ha tra le altre cose realizzato un sito molto dettagliato in cui è possibile scoprire itinerari, sentieri, geositi, attività e consigli per chi vuole visitare l’isola.
Pantelleria in 7 tappe di gusto
Pantelleria è un’isola da scoprire, anche quando si parla di cibo. Il Cappero (di Pantelleria Igp) è, insieme al passito, una delle gemme più conosciute e qui lo mangerete in tutte le salse (letteralmente!) e forme, dal fiore al frutto fino alla foglia. Non possiamo però non citare anche l’origano, che qui sembra profumare di più, o le zucchine e le lenticchie. Tra i piatti è doveroso citare l’insalata pantesca (a base di patate lesse, capperi, cipolla cruda e pomodori freschi), l'ammógghiu, una sorta di pesto rosso con cui condire paste o bruschette, i ravioli amari, una sottile sfoglia che racchiude un ripieno di tumma (ricotta locale) e menta fresca conditi con sugo di pomodoro o burro e salvia, i baci panteschi, due cialde fritte dalla forma tradizionale a fiore farcite con ricotta e per finire i ravioli dolci, impasto fritto in olio e ripieno di ricotta o crema.
Capperi di Pantelleria Igp
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Baci panteschi con Nes Passito di Pantelleria Doc
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Capperi di Pantelleria Igp
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Ovviamente questo tour (in rigoroso ordine cronologico) non può che partire dal vino e dalle cantine che lo producono, senza contare che praticamente tutte hanno degli spazi per accogliere gli ospiti con degustazioni guidate, aperitivi o stuzzichini che possono trasformarsi anche in pranzi e cene!
1 - Cantine Abraxas
Tra le cantine più rinomate dell’isola, Abraxas ha conquistato prestigiosi riconoscimenti a livello nazionale e internazionale. Situata a circa 600 metri di altitudine, Abraxas è la cantina più alta di Pantelleria. Sorge sulle pendici di Montagna Grande ed è costruita secondo l’antica tradizione vinicola pantesca, garantendo condizioni ottimali per la maturazione dei suoi vini.

Abraxas
Oltre allo Zibibbo vengono coltivati Nero d’Avola, Nerello Mascalese, Sirah, Cabernet Franc, Grenache, Carignano, Malbec, Mondese, Petit Manseng, Gros Manseng, Merlot e Viognier. Tra i vini da segnalare l’Alsine Pantelleria Doc bianco e il passito Don Achille.
Contrada Kuddia Randazzo 91017 Pantelleria (TP)
2 - Fabrizio Basile
Siamo a contrada Bukkuram e negli spazi suggestivi di un’antica falegnameria spagnola, sapientemente restaurata, Fabrizio (se siete fortunati potrete incontrare anche il fratello) e Simona accolgono gli ospiti in un ambiente familiare, offrendo esperienze di degustazione che esaltano aromi e sapori autentici. Potrete ascoltare racconti e storie di come nascono i vini, ma soprattutto scoprire la passione e l’amore di Fabrizio e Simona per l’isola, lasciatevi guidare e lasciatevi trasportare, può darsi che finirete ad assaggiare dei vini senza tempo, letteralmente.

Fabrizio Basile
Tra le etichette imperdibili il Sora Luna bianco di Pantelleria Dop, un naso che profuma di zagara, macchia mediterranea e ginestra, in bocca è caldo e avvolgente. E il Passito di Pantelleria Doc Shamira, ambra nel calice, al naso uva passa, datteri, miele e fico secco, in bocca note di caramello con una dolcezza che è retta e bilanciata da un’ottima acidità.
Contrada Bukkuram S. Michele 91017 Pantelleria (TP)
3 - Donnafugata
Andare a Pantelleria e non andare da Donnafugata sarebbe un vero errore! Non solo per poter assaggiare un calice del celebre Ben Rye (magari qualche annata più vecchia se siete fortunati), del Moscato di Pantelleria Doc Kabir o del Lighea bianco Doc, ma per visitare la cantina stessa.

Donnafugata Pantelleria
Nel cuore di contrada Khamma, la cantina si inserisce armoniosamente in un anfiteatro naturale, circondato da vigneti che si estendono su piccoli terrazzamenti, delimitati dai caratteristici muretti a secco in pietra lavica. Un luogo dal fascino unico, dove è possibile ammirare una vigna centenaria e il suggestivo Giardino Pantesco Donnafugata, bene tutelato dal FAI. Qui è possibile vivere un'esperienza di degustazione raffinata, assaporando tutti i vini Donnafugata in un'atmosfera di puro relax.
Contrada Khamma Fuori 6, (TP) 9107 Pantelleria (TP)
4 - Salvatore Murana
Vignaioli panteschi da sei generazioni, la famiglia Murana si dedica alla coltivazione e alla vinificazione dello zibibbo a Pantelleria. Il giovane Salvatore Murana negli anni 70 è il primo della famiglia a voler creare un marchio familiare ed esportare il suo prodotto e la sua idea oltre i confini rocciosi dell’isola. La cantina di Salvatore Murana nasce dall’intima connessione con il territorio, valorizzando la cultura pantesca attraverso un perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione, sempre nel rispetto della natura.

Salvatore Murana, giadrino pantesco e vigneti
Ogni vino prodotto è un’autentica espressione di Pantelleria, un testimone sincero della sua terra. Assaporandoli, si percepiscono le sfumature uniche dell’isola, racchiuse in un’esperienza sensoriale che va oltre il semplice gusto: sono poesie liquide, versate in un calice. Poesia, già perché a suo modo lo stesso Salvatore è un poeta, perdersi nelle sue parole è inebriante come perdersi nei suoi vini. Da provare, e perché no riprovare, il Gadì bianco di Pantelleria Doc, il Matuè Metodo Classico Terre Siciliane Igt e il Creato Passito di Pantelleria Doc.
Salita Mueggen, 11 9107 Pantelleria (TP)
5 - Azienda agricola Emanuela Bonomo
Emanuela ha ereditato l’esperienza contadina di famiglia, portando avanti con passione la coltivazione di uva Zibibbo, capperi, olivi, origano, frutta e ortaggi. Grazie alla cantina e al laboratorio, l’azienda trasforma e confeziona i prodotti che la natura di Pantelleria offre, garantendo qualità e autenticità.

Azienda agricola Emanuela Bonomo
Nel rispetto delle tradizioni pantesche e dell’ambiente, l’azienda ha avviato la conversione al biologico, sebbene abbia sempre seguito metodi naturali. Dal 2017 offre capperi e olio extravergine d’oliva certificati biologici, e dal 2018 anche ortaggi biologici, tutti acquistabili online. Piccola e di nicchia, l’azienda produce Vini e Passito di Pantelleria, capperi, paté, conserve, marmellate, uva passa di Zibibbo, nettare d’uva (una chicca da provare assolutamente!), origano e olio extravergine d’oliva. Da segnalare Il Donna Elisa bianco Doc e il Passito Don Petro, dedicato al padre di Emanuela.
Via Ziton di Rekale, 12 91017 Pantelleria (TP)
6 - Pellegrino 1880
Altra tappa irrinunciabile di questo nostro tour, Pellegrino. Non solo per poter gustare il Nes Passito Naturale di Pantelleria Doc, colore ambrato, sentori di miele, fichi secchi e frutta candita e salvia, gusto armonico, bilanciatissimo e persistene, sentori di albicocca e fico secco. Il Giardino Pantesco Moscato naturale di Pantelleria Doc, elegante dai profumi di albicocca, frutta candita e fico secco.

La terrazza Pellegrino
O ancora l’Isesi il bianco di Pantelleria Doc dalle note di mela verde, pesca, fiore di cappero, macchia mediterranea e salvia, secco al palato, aromatico e al contempo avvolgente e sapido. E cosa c’è di meglio di assaporare questi vini in un'enoteca moderna e accattivante e soprattutto, godere del tramonto sul mare dalla splendida terrazza con vista, magari con abbinamenti alle specialità pantesche?
Contrada Kuddie Rosse, snc 91017 Pantellera (TP)
7 - Per non sbagliare…
Per scoprire altre strutture c’è poi un modo molto pratico ed è Pantelleria Island, il Consorzio che riunisce le strutture turistiche più importanti ed evolute dell'isola, spaziando dagli hotel, ai villaggi, ai dammusi, ai Resort, alle Case Vacanze. Offrendo anche pacchetti dedicati e personalizzabili.

...e non dimenticate!