La sala bianca, immacolata. Il lampadario art decò a fontana, tele bianche tridimensionali con oggetti trovati nelle rogge della Lomellina che imbottiscono, insonorizzandole, le pareti. L'aria pare rarefatta. Sterilizzata. Il vuoto fatto di elementi. Il bianco su bianco. Il silenzio comincia a parlare. La bacchetta del direttore d'orchestra batte sul leggìo. Nel cuore di Torino, il ristorante Carignano, custode di un secolo di storia, si trasforma in una macchina "Kubrick", dove il tempo si dissolve e una cena diventa trascendenza.

Il ristorante Carignano si trova nel cuore di Torino
Carignano, la storia
Nel 1925, con l'apertura del Grand Hotel Sitea, nasceva un ristorante destinato a diventare un'icona. Oggi, il Carignano celebra i suoi 100 anni di eccellenza, un traguardo che Federico e Niccolò Buratti hanno voluto onorare con un omaggio gastronomico senza precedenti. «Riportare i cittadini a mangiare al ristorante di un hotel ancora nel 2017 sembrava un'impresa», ammettono, ma la loro visione ha trasformato il Carignano in una meta internazionale ambita.

Lo chef Davide Scabin
Davide Scabin, e non credo ci sia altro da aggiungere. Qualsiasi aggettivo che si tenti, oggi, di fargli indossare è una manovra maldestra, inutile e di un'ingenuità tra il banale e l'arrogante. Basta il suo Scabinsky pensiero a dire tutto e ce lo dice ormai, da qualche decennio. A modo suo. Quello di chi, asincrono, è sempre troppo avanti e per questo mai del tutto compreso.
Carignano, il menu 250/100
"250/100", è un omaggio al ristorante che lo ospita: 100 sono gli anni del Carignano e 250 la somma degli anni dei piatti che accompagnano l'antologica. Un viaggio, un'esplorazione del gusto che sfida le convenzioni, che ti fa sentire come se stessi seduto in una stanza con il Vate a degustare assenzio cercando risposte che non ci sono. Il menu. I piatti. La sua vita.
In fila, senza aggiungere altro, già questo basta per raccontare la storia. Politica, sociale, di costume. Di un uomo, di tutti noi. Con i nostri Up e i nostri Down.
- Tonnato Combal 96 (1996): 29 anni, un classico della cucina piemontese.
- Fassona Impanata al Camino (2008): 17 anni, un'esperienza carnale.
- Rognone al Gin (2009): 16 anni, stordisce.
- Tataki di Melanzana (2007): 18 anni, dubbio dei sensi.
- Soufflé di Maccheroni (2012): 13 anni, illusione.
- Langarol (2010): 15 anni, erotico.
- Zuppizza (2003): 22 anni, Bukowski.
- Ostrica Virtuale (1997): 28 anni, che cos'è la realtà?.
- Cyber Eggs (1997): 28 anni, Odissea nello spazio.
- Scabin 9.5K (2005): 20 anni, trascendenza
- Cioccolato&Co (2015): 10 anni, rassicurante
- Eliocybercampari (2003): 22 anni, panta rei
- Bombolino di Mezzanotte (2013): 12 anni, ci vediamo lì
Un dialogo tra epoche, dove il futuro era già presente e il passato era nel futuro. «Ascoltare queste voci, significa esplorare cosa è ancora vivo per comprendere il cambiamento». ll menu è servito, come i precedenti, seguendo l'Up&Down, un metodo che Davide Scabin applica dal 2015. I piatti non seguono la sequenza convenzionale dall'antipasto al dolce ma si parte dai principali, più adatti alla fase in cui abbiamo più appetito. Man mano vengono serviti piatti più leggeri, più freschi, più delicati e acidi. In questo modo non ci si alzerà da tavola appesantiti e ci si potrà godere al meglio il dopocena. «Il passato è uno strumento per una visione sul dopo, un'eco che risuona».
Carignano, il cenetnario
Per celebrare questo centenario, il Carignano si rinnova con un marchio che riflette la sua anima contemporanea, un simbolo di trasformazione. Il pittogramma, un'intersezione di cerchi, un luogo di ricerca e sperimentazione, un rifugio per anime inquiete. «Il Carignano di Davide Scabin è questo», dice Marco Rainò, che ha pensato alla grafica e alla realizzazione del menu-libretto di sala, un'opera d'arte a sé stante, un luogo dove il gesto creativo è vitale, dove la follia disegna la genialità.

L'atmosfera del Carignano sembra evocare quelle del film 2001: Odissea nello spazio
Il font del titolo, ispirato allo Studio 54, evoca un'epoca di rottura e innovazione, un'epoca di eccessi e di passaggi verso l'oltre, mentre l'altro font, il Futura, con le sue forme geometriche pure, celebra l'eleganza e l'originalità, come un'opera d'arte moderna. «Proprio come i piatti di questa antologia», sottolinea Scabin, un ponte tra passato e futuro, tra la Luna e lo spazio infinito del gusto, un viaggio senza fine. Il payoff "secondamentecibo" è un neologismo che racchiude l'essenza della cucina di Scabin, un invito a nutrire la "seconda mente", la pancia, e a esplorare il cibo in una dimensione più profonda, come un'esperienza mistica, un viaggio interiore. «Per me - spiega lo chef - è la parola che interpreta, con un unico termine, i tanti concetti contenuti ed espressi con il Gusto della Forma».
Ristorante Carignano, un atmosfera “spaziale”
L'atmosfera del Carignano, con la sua sala bianca e il menu antologico, evoca le atmosfere di "2001: Odissea nello spazio", un'esperienza che trascende, un sogno lucido, una visione. "Non è così scontato essere al posto giusto, al momento giusto", conclude Scabin, un invito a vivere la sua esperienza che è avanguardia, un film, un sentiero nell'anima del gusto, un'esperienza che ti cambia per sempre. Ad un certo punto, non si sa bene quando, il lampadario liberty con i vetri pregiati di Murano si trasforma in uno strobo roteante. Il dance floor vibra e ancora una volta, Nicky Siano, alla consolle dello Studio 54, appoggia sul piatto un vinile. E il bianco si trasforma in un flusso di colore e luce.
Via Carlo Alberto 35 10123 Torino (To)