Show cooking, convegni, cene ed eventi: anche quest'anno la Tropea Experience è stata un successo per la promozione della Cipolla rossa di Tropea Igp. Cuochi, opinion leader, ricercatori e giornalisti si sono alternati nell'indagare le qualità e i vantaggi di un prodotto della terra che è unico in Italia per utilizzo, presente in praticamente tutte le cucine, e per riconoscibilità. E ciò grazie alla collaborazione fra il Consorzio e le istituzioni che collaborano nella valorizzazione di una bandiera della Calabria. Fra questi, ovviamente, in primo piano c'è il Comune di Tropea il cui Sindaco, Giovanni Macrì, per primo ha creduto nelle opportunità che questo prodotto agricolo d'eccellenza poteva garantire alla perla del Tierreno. Ed in effetti, la località simbolo del turismo balneare della Calabria ha indubbiamente beneficiato di questo connubio. Proprio il Sindaco ci spiega come il turismo enogastronomico trovi oggi nella "destinazione Tropea" una delle mete più interessanti, grazie alla proposta costantemente in crescita, in termini di numeri e professionalità: numerosi ristoranti e negozi animano oggi il centro storico e i tanti alberghi, residence e B&B continueranno la stagione estiva (grazie ad un clima meraviglioso) almeno fino a tutto ottobre. Ma ascoltiamo la storia dell'effetto Cipolla Rossa direttamente dalle parole del Sindaco, che descrive uno scenario che in molte località italiane è stato possibile solo grazie al vino, in questo caso però propiziato grazie al successo di un prodotto dell'orto.
Questo è il quarto evento per valorizzare la Cipolla Rossa di Tropea Igp. direttamente nella sua città di origine La Tropea Experience è un evento che è cresciuto negli anni e che sta sempre più conquistando le platee di tutta Italia e del mondo, grazie all'interesse crescente nei confronti di questo prodotto. Cosa porta la Cipolla rossa al Comune e al territorio?
La Cipolla Rossa di Tropea Igp ha già portato tanto al territorio. Tanto nel senso che viaggiare sui mercati del food con un prodotto così forte, crea comunque valore al brand "Tropea" anche come località turistica. Qualcosa in più, quindi. Curiosità nel pubblico e apprezzamento da parte degli chef internazionali su quella che è la materia prima e quello che è il territorio che la ospita. Oggi più che mai, il bravo chef ha la curiosità di sapere dove viene fatta e come viene fatta. Perché dietro quel bulbo fantastico c'è un grande lavoro, che è tradizione. Conoscere il tipo di terreno, per esempio. Non si può capire perché la cipolla fatta soprattutto a Tropea, me lo consentiranno gli amici del consorzio, ha delle qualità che magari non ha la cipolla che viene coltivata e fatta in altri posti. Il terreno sabbioso che drena l'acqua è il segreto della bontà del bulbo, della dolcezza e della croccantezza.
Questi eventi, tutta questa attività per promuovere la Cipolla rossa, hanno portato anche la ristorazione di Tropea e del territorio circostante a proporre sempre questa cipolla?
Sì e ti dirò che, curiosamente, in passato era difficile trovarla. È un mistero veramente al quale non si riusciva a dare una spiegazione. Oggi, non solo sulla cipolla, ma anche su piatti della tradizione, c'è un ritorno, magari leggermente rivisitato. E ciò è importante, soprattutto in un momento in cui si parla tanto di turismo esperienziale. Quale miglior esperienza se non assaggiare un piatto di pasta con la cipolla che ti ricorda i sapori di un tempo?
Quindi la cipolla rossa anche per le istituzioni è un modo di recuperare la tradizione e rimettere quindi in gioco prodotti e storia del territorio?
Penso di sì, noi ci abbiamo creduto, ci abbiamo scommesso e abbiamo probabilmente vinto. Io quando nella mia breve esperienza di Sindaco - alla fine sono cinque anni, non sono nulla, quando si parla di politica è un tempo relativamente breve - ho creduto nella necessità di destagionalizzare e di utilizzare come jolly proprio la carta proprio del cibo. Ho sempre pensato che la buona tavola, la buona produzione, dà all'ospite, al viaggiatore, al turista, l'idea di un territorio sano.
Ritieni quindi che nel tempo stia crescendo, nella durata e nella qualità, l'offerta e l'accoglienza turistica ?
Sì, siamo cresciuti tantissimo. Penso senza timore di essere smentito, che siamo una delle pochissime località turistiche prettamente balneari, con una stagione che va dagli otto ai nove mesi. Peraltro non abbiamo le grandi strutture, non abbiamo un centro congressi, non abbiamo un'area espositiva, utilizziamo le nostre piccole risorse.
E quindi per otto-nove mesi tutte le strutture di accoglienza sono aperte?
No. Però sicuramente per sei mesi, sette sì. Poi diciamo c'è una fisiologica contrazione dell'offerta, perché comunque non abbiamo i numeri che ci possono essere nei mesi da giugno, maggio a settembre, metà ottobre. Quindi la domanda si assottiglia e di conseguenza le strutture, da quelle della ristorazione all'accoglienza, si adeguano a quella che è la domanda. Di conseguenza tante strutture chiudono. Però io avevo trovato una situazione da "chiuso per lutto" intorno alla metà di ottobre quando mi sono insediato. Oggi, invece, tanti miei concittadini mi rimproverano, e non scherzo, che devono lavorare anche a Natale.
E quello che frena una possibilità di sviluppo ulteriore, cos'è ? La mancanza di collegamenti?
Sicuramente mancano i collegamenti. La nostra fortuna è che non dipendiamo, tanto quanto prima, dai collegamenti europei: siamo ormai entrati nel mercato statunitense, australiano, canadese, e lì un problema di voli non c'è, perché chi arriva dagli Stati Uniti va a Roma o Milano, poi arriva qui. Esiste poi anche un problema per i voli europei, perchè il 15 ottobre cesseranno, per esempio, i voli diretti da e per Parigi, da e per Budapest, da e per vattelapesca: sicuramente ci sarà una contrazione fortissima di questo tipo di domanda. Magari quel mercato nemmeno guarderà più a questa destinazione, guarderà in altri posti.
C'è qualche iniziativa delle istituzioni per avere più collegamenti? Cosa fa il Comune?
Il Comune si è mosso, ha fatto secondo me anche molto, mettendo in collegamento l'aeroporto di Nizza con quello di Lamezia, per il resto ancora non s'è visto nulla di concreto. Quell'aeroporto per noi sarebbe strategico soprattutto perché lì è un mercato che va comprendere Stati Uniti, piuttosto che Giappone, quindi potrebbe essere il primo scalo per poi portare quelle persone che vanno a vedere la Costa Azzurra nella Costa degli Dei. Quindi secondo me quella dovrebbe essere una strategia, una risorsa che la Regione dovrebbe valutare. Il presidente, proprio pochi giorni fa, ha parlato della chiusura di due contratti di 14 nuove rotte verso destinazioni che sono sicuramente importanti e ci aiuterebbero. Sicuramente sui trasporti internazionali e intercontinentali bisognerebbe fare di più per la domanda che viene dagli Stati Uniti, piuttosto che dall'Australia. Sul Canada abbiamo un volo diretto, sembra una cosa assurda, ma da sempre abbiamo questo volo diretto per via di quella che è stata l'emigrazione storica dalla Calabria. Negli Stati Uniti non c'è un volo diretto, magari si potrebbe pensare a qualcosa del genere, visto che c'è una domanda importante da quel mercato.
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Alberto Lupini
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