Ecco cosa e come si mangia da Radici di Borgo La Chiaracia

Due i ristoranti all'interno del resort Borgo la Chiaracia, in provincia di Terni. Radici ne è il gourmet: alle guide della cucina c'è lo chef campano Daniele Auricchio, che rielabora con personalità prodotti umbro-laziali

30 luglio 2024 | 07:30
di Alessandro Creta

Terra di confine nel senso letterale del termine quella in cui ci troviamo. Terra di confine, nel senso letterale del termine, quella in cui in mezzo alla natura, col paesaggio disegnato da qualche declivio, sorge il resort Borgo La Chiaracia. Ufficialmente il comune di appartenenza è quello di Castel Giorgio, paesino in provincia di Terni, per quanto paradossalmente sia Viterbo la “provincia” più vicina dal punto di vista geografico.

Il confine laziale, dopotutto, è distante poche centinaia di metri, e di fatto si può parlare di piena Tuscia nel descrivere il magnifico contesto naturale, paesaggistico e storico in cui Borgo La Chiaracia si trova. Siamo in un resort, un 5 stelle immerso nel verde dicevamo, in cui il frastuono e il chiasso (e, per certi versi specialmente in questo momento, anche il caldo) delle grandi città è solamente un lontano ricordo. Una struttura, nella sua fruizione odierna, di recente “storia”, che mixa contemporaneo e classico, rustico e moderno. Contemporary classic, direbbero quelli bravi.

Non poteva essere altrimenti, considerando come alla base di tutto ci fossero delle antiche cascine (una di loro, in passato rifugio di briganti) oggi riportate a nuova vita. Nel 2018 infatti un’imponente opera di ristrutturazione ha dato i natali a uno dei resort più belli e funzionali dell’Umbria: camere (26 totali, di cui 3 suite), piscina esterna con tanto di bar dedicato, l’immancabile spa con un’altra pool che si divide tra interno ed esterno dotata di idromassaggio. Questo il contesto generale, contesto in cui la vista si perde tra le valli adiacenti e le colline che, un po’ più lontane, disegnano questo skyline di confine umbro-laziale.

Tutto intorno 14 ettari totali. Un campo di girasoli accompagna, da un lato, la struttura, mentre dall’altro anche in un’ottica di biodiversità si alternano ora olivi ora vigne coltivate per la produzione del vino servito nei due ristoranti che arricchiscono l’offerta di Borgo la Chiaracia. Resort in cui il fattore umano, il calore e l’accoglienza di percepiscono sin dal primo passo oltre la soglia. 

Radici, il ristorante gourmet di Borgo La Chiaracia

Parlavamo di ristoranti. All’interno del resort ce ne sono due, differenziati per proposta gastronomica ma non per filosofia e pensiero. Alla base tanto di Radici (il gourmet) quanto di Pagoda (il più classico, per certi versi accessibile e pop) c’è la valorizzazione del territorio tramite l’utilizzo di prodotti che arrivano in stragrande maggioranza da piccole aziende che ruotano attorno all’orbita ora dell’orvietano ora del lago di Bolsena.

Prodotti locali, espressione della zona, a loro modo "radici" del territorio, lavorati senza inutili fronzoli o eccessivi fuochi d’artificio da uno chef campano. In cucina, infatti, c’è Daniele Auricchio: classe 1990 napoletano che si è ritrovato a farsi ambasciatore gastronomico dell’Umbria più autentica e, per certi versi, anche meno conosciuta (la provincia di Terni è decisamente indietro, in quanto a mediaticità e racconto, rispetto al perugino). E allora il lavoro si fa sì complicato, perché siamo in un territorio che non ha grandissima eco mediatica, ma in questo modo l'impegno qui profuso assume ancor maggiore valore.

Da Radici si mangia bene, senza compromessi, senza seguire mode, in piena coerenza con una filosofia che unisce con un ideale filo rosso tutta la struttura in cui l’attenzione al no waste è massima (ma questo aspetto, ormai, non dovrebbe più fare notizia, perlomeno a certi livelli). Daniele sa sorprendere con apparente semplicità: è un esempio un cannellone 100% al pomodoro, ripieno di passata di pomodoro e brodo dei suoi raspi che donano quel tocco quasi balsamico, a ricordare la liquirizia, a spezzare un gusto inevitabilmente lineare, per quanto ricco di sfumature, per l’utilizzo monoingrediente.

Ricetta che coniuga gusto e anti spreco è anche quella che vede il coniglio viterbese cbt avvolto in un’alga e adagiato su un’aria di lattuga e limone salato, e la sella dello stesso animale allo spiedo con fondo di cottura della carne. Tra i primi citiamo una calamarata al pesce di lago con tartufo estivo, seguito da petto di faraona, nespole e olive. Il piatto “forte” è però forse quello a base di agnello (sempre della zona): spalla, prugne, fondo di cottura “ammorbidito” da camomilla. Accanto, un panino ripieno di coratella dell’agnello stesso. Goduria. Alla fine un dolce a base di ciliegie e pistacchio, prima della piccola pasticceria a chiusura di una cena che non bada a fronzoli, ma arriva dritta all’esaltazione del gusto di materie prime di qualità e di territorio. Le cui radici, intese come prodotti e produttori che quel territorio lo vivono e completano, sono pienamente esaltati, raccontati e valorizzati in cucina grazie alle ricette dello chef.

Prima o dopo Radici, un drink all'Etrusco Bar 

Qualità e territorio, oltre al ristorante Radici, sono concetti che ritroviamo anche nell’Etrusco Bar adiacente il ristorante. Qui la proposta del buon bere miscelato è affidata a un barman viterbese, Alessio Ciucci, che elabora e lavora una selezionata proposta di drink anch’essi (ove possibile) con riferimenti a questa zona di confine. Qualche esempio? Lamponi dei viterbesi monti Cimini, zafferano di una produttrice sempre viterbese, Valentina Tescari, miele dell'Azienda Rohrwacher poco distante, oppure yogurt di pecora dell'Azienda Agricola Alfina.

La drink list attuale propone cocktail rinominati con le parole chiave estrapolate dalle recensioni degli ospiti della struttura. Ecco quindi che vediamo Territorio (non a caso), Natura, Relax, Persone e Moderno. Un gradevole aperitivo scegliendo da una drink list ponderata (oltre a questi 5 signature, tutti i classici) oppure un piacevole dopo cena all’insegna del buon bere prima di una rilassante dormita nel silenzio più assoluto. Per prepararsi a una giornata di benessere tra spa e piscina, e perché no visitare i luoghi turistici poco distanti come Orvieto, Civita di Bagnoregio o una passeggiata tra i comuni che circondano il lago di Bolsena: fun fact, il più grande lago di origine vulcanica d’Europa. 

Ristorante Radici
Località Borgo La Chiaracia snc - 05013 Castel Giorgio (Tr)
Tel 0763 627123

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Alberto Lupini


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