Capitale della cultura...a tavola: la Fano marinara e i Passatelli vista mare

Fano, città legata indissolubilmente al mare, svela i segreti della sua tradizione peschereccia con un nuovo tour: un viaggio alla scoperta delle attività dei pescatori, dei metodi di pesca e dei frutti del mare dell'Adriatico

01 giugno 2024 | 18:16
di Carla Latini

Nell’ambito di Pesaro Capitale della Cultura 2024 abbiamo il piacere di presentarvi un percorso nuovo per conoscere al meglio la città di Fano (Pu). Città marinara da generazioni, arricchisce la propria offerta turistica di un nuovo viaggio alla scoperta delle meraviglie del mare e del mondo della pesca tradizionale. Un tour per conoscere da vicino l'attività dei pescatori ancora oggi rappresentativa di una tradizione millenaria e di un insieme di valori economici e culturali, che si sono mantenuti nel tempo. Il nuovo tour, promosso dal Comune di Fano su impulso del Piano strategico per il Turismo, prevede l'organizzazione di visite guidate alla scoperta della marineria e del mondo della pesca tipica.

 

Alla scoperta di Fano partendo dal suo mare

Si viaggia nel cuore della Fano Marinara, si esplora l'essenza nel segno della pesca, accompagnati dalle storie e dai sorrisi dei pescatori attraverso la cultura del mare Adriatico. Il percorso è segnalato da totem informativi fissati nei punti d'interesse, che riportano una descrizione del contesto e la possibilità per il visitatore di codificare un Qrcode, che rimanda al sito del turismo del Comune di Fano (Visit Fano), che racconta in modo approfondito attraverso video, immagini e interviste esclusive tutto ciò che riguarda ogni tappa.

La pesca è il fil rouge che unisce la visita guidata per scoprire la pesca tradizionale, come avviene e quali sono i luoghi principali di attività, le barche e gli attrezzi, la vita dei pescatori e dei marinai, il pesce e i frutti di mare dell’Adriatico, il mercato ittico per vedere il luogo dove il pescato arriva e viene conservato e venduto.

Fano e la pesca tradizionale

Si inizia il viaggio dal Punto Iat | Centro di Interpretazione Turistica (via Nazario Sauro, 135), dal quale si possono trarre le prime informazioni per cominciare il percorso e vivere un'esperienza immersiva di visita.

L’essenza e la storia di Fano sono legate indissolubilmente allo sviluppo della zona portuale. Realizzato nel 1616, il porto di Fano inizia con la Darsena Borghese, il canale più antico e principale collegamento al mare, che deve il suo nome a colui che ne ordinò l’esecuzione: Papa Paolo V Borghese. Accanto al canale sono state realizzate un insieme di strutture per il ricovero dei natanti, chiamate darsene con destinazioni diverse, dalla darsena per le vongolare a quelle per i motopescherecci di maggiori dimensioni, dediti alla pesca con reti a strascico e la darsena per i piccoli motopescherecci dediti alle varie forme di pesca nelle aree antistanti la costa.

Oggi la superficie portuale comprende anche il faro la capitaneria di porto, la passeggiata del Lisippo e i Quadri, che sono tra i luoghi più significativi del lungomare. Il porto è incorniciato dalle colorate case dei pescatori, centrali sia per le attività lavorative che per la composizione sociale della città.

Fano e il quartiere dei pescatori (Cogollo, Gugul)

È sulle antiche vie del porto che sorge uno dei quartieri più belli della città: El Gugul. Il rione è il luogo simbolo dei pescatori fanesi, nonché la parte più autentica della città. Il cogollo, o gugùl in dialetto fanese, è una rete che veniva impiegata per la pesca delle anguille. Una volta posata sul fondo, la sua forma conica con restringimenti interni consente ai pesci di entrare ma non di uscire.

A Fano, il Gugùl è una delle prime concentrazioni di case per gli abitanti del porto e il luogo in cui, ancora oggi, vivono i figli dei pescatori. Il suo nome deriva dal fatto che si tratta di una stradina chiusa al fondo, proprio come il cogollo.

A Fano la pesca nei quadri (Il quadro, El quader)

La visita continua sui quadri fanesi, i casotti in legno costruiti lungo i moli già dai primi anni del ‘900. Chiamati “bilance” o “lugèrne” a seconda delle zone, a Fano i “quader” indicano il perimetro quadrato di ferro su cui era fissata la rete da pesca.

Le strutture dei quadri, appoggiate su pali piantati in profondità nella sabbia, erano semplici e funzionali, e consentivano di pescare anche quando il mare era troppo mosso per uscire in barca. Ma se un tempo la pesca con i quadri era anche destinata alla vendita, oggi è puramente amatoriale.

La lavorazione delle vongole a Fano

La zona portuale di Fano accoglie alcune società che si occupano di lavorare il pescato per prepararlo alla vendita. In particolare, New Copromo, specializzata nelle diverse fasi di lavorazione delle vongole. Qui ogni giorno arrivano le vongole che vengono trasportate poi all’impianto di controllo e vagliate per dimensione e stato. Le specie diverse dalla purassa o venus gallina vengono escluse. In seguito, si effettua la divisione e il confezionamento in base alla taglia, fattore che ne determinerà il prezzo.

A Fano la piccola pesca

Nella Darsena ormeggiano le imbarcazioni della capitaneria di porto e quelle di piccole dimensioni che esercitano i diversi mestieri della piccola pesca, dalle nasse per seppie ai cestini per bombolini, ai tremagli di varie forme e maglie utilizzati per la pesca di sogliole e canocchie. Vi sono a volte anche piccoli motopescherecci per la pesca con reti di circuizione per la cattura di pesci pelagici, quali sgombri, palamiti, alletterati.

La pesca delle vongole a Fano

Fano è punto di riferimento nella pesca delle vongole, praticata manualmente già 2mila anni fa. Le imbarcazioni per la pesca di questi piccoli molluschi, tra i più popolari e apprezzati tra i frutti di mare bivalvi, si trovano nella darsena vongolare del porto, e pescano solo vongole spontanee. Esistono rigide regole nazionali ed europee relative sia alle caratteristiche delle imbarcazioni che a quelle del pescato. I pescatori sono riuniti in un Consorzio compartimentale che gestisce l’attività.

La pesca a strascico a Fano

I motopescherecci partono per la pesca a strascico al largo della costa tra Ancona e Rimini e rientrano nella notte per sbarcare il pescato da vendere al mercato ittico all’ingrosso. Durante la pesca, le reti vengono trainate sul fondo e la loro apertura è ottenuta con i due grossi divergenti in ferro visibili sul lato della poppa. Il fine settimana i pescatori riposano e le imbarcazioni vengono ormeggiate nella darsena in attesa del lunedì.

L’asta del pesce di Fano

Dal mare alla tavola, il viaggio del pescato passa sempre attraverso il mercato ittico, dove si svolge la borsa del pesce. L’asta funziona al ribasso: si parte da una base elevata che il banditore va via via abbassando fino a che non viene fatta un’offerta.

L'ideazione del progetto “Fano Marinara” è a cura di Josep Ejarque (F Tourism&marketing). Il coordinamento e i contenuti del progetto sono di Omnia Comunicazione e di Corrado Piccinetti, biologo marino e di Vittorio D'Errico dell'associazione “Il Ridosso”.

Esiste una ricetta simbolica che unisce la terra al mare e che viene tramandata da generazioni. Sono i Passatelli con vista mare che la cuoca de Alla Lanterna a Fano (Pg), Elide Pastrani, propone nel menu del ristorante nella stagione più importante per la pesca nell’Adriatico. 

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