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Icam Cioccolato chiude il 2023 con un fatturato di 216,5 milioni di euro

L'azienda lecchese continua il proprio percorso di crescita fatto di investimenti industriali finalizzati a mantenere alto il livello di innovazione dei propri prodotti e di progetti importanti nei paesi di origine del cacao [...]

27 marzo 2024 | 12:24
 

Icam Cioccolato chiude il 2023 con un fatturato di 216,5 milioni di euro

L'azienda lecchese continua il proprio percorso di crescita fatto di investimenti industriali finalizzati a mantenere alto il livello di innovazione dei propri prodotti e di progetti importanti nei paesi di origine del cacao [...]

27 marzo 2024 | 12:24
 

Icam Cioccolato, azienda leader nella produzione e commercializzazione di cioccolato e semilavorati del cacao, annuncia la chiusura del 2023 con un fatturato di 216,5 milioni di euro, un incremento del 7% rispetto all'anno precedente. L'azienda lecchese continua il proprio percorso di crescita fatto di investimenti industriali finalizzati a mantenere alto il livello di innovazione dei propri prodotti e di progetti importanti nei paesi di origine del cacao dove garantisce un'elevata qualità della materia prima attraverso un approccio sostenibile per l'ambiente e le persone.

Icam

La sede di Icam Cioccolato, azienda leader nella produzione e commercializzazione di cioccolato e semilavorati del cacao

In crescita +36% dal 2019 nel fatturato, Icam ha saputo gestire in maniera oculata le difficoltà che hanno caratterizzato il settore - gli aumenti del costo dell'energia prima e l'impennata del prezzo del cacao poi - e tornare alla situazione pre-pandemia nel 2023 con un ebitda a doppia cifra. Una crescita organica ed equilibrata tra le tre differenti aree di business che contribuiscono alla composizione del fatturato dell'azienda: 47% per i prodotti a marchio proprio (sia per il canale professionale che per quello consumer), 38% per il private label e 15% dei prodotti destinati all'industria.

Icam oggi è infatti una delle poche aziende in Italia che segue l'intero processo di trasformazione del cacao: from bean to bar per la quasi totalità delle insegne del private label nazionale e internazionale e per il consumatore finale con i prodotti a marchio Vanini; passando per una grande produzione di semilavorati destinati all'industria e al mercato professionale con i marchi Icam Professional e Agostoni. Una realtà che si è saputa fare spazio nel settore dolciario nazionale e internazionale grazie a una profonda conoscenza della materia prima e un fortissimo spirito innovativo che le permette di essere sempre in grado di interpretare le necessità di business dei clienti (soprattutto quelli industriali), creando di volta in volta un'offerta ad hoc sulla base delle differenti esigenze. Questo approccio ha portato Icam a vedere crescere anno dopo anno il proprio business anche all'estero che oggi rappresenta il 56% del fatturato.

Una presenza all'estero che si è ampliata continuamente nel corso degli anni nei paesi più strategici, sia a livello commerciale e di filiera, con un totale di circa 500 collaboratori in giro per il mondo. Oltre alla sede italiana di Orsenigo (Co), l'azienda è oggi presente in Uganda con Icam Chocolate Uganda ltd., con degli uffici commerciali negli Stati Uniti (Agostoni Chocolate Us), nel Regno Unito (Icam Chocolate Uk) e, le ultime due subsidiary nate, Icam France e Icam Chocolate Perù Sac. Icam da quasi 80 anni porta avanti un approccio che l'ha vista, da una parte, impegnata a girare il mondo per identificare i paesi con le condizioni migliori (politico-amministrative e geologiche) per la coltivazione del cacao (oggi l'azienda acquista cacao da 70 diversi paesi), intessendo relazioni forti con le cooperative di coltivatori con l'obiettivo comune di creare le migliori condizioni - lavorative, ambientali e di benessere - per ottenere un cacao dalle elevate qualità; e dall'altra di offrire ai propri clienti tutta la propria expertise per garantire un'offerta innovativa, di qualità e sempre in linea con i trend del settore.

In particolare, l'impegno a salvaguardare l'ambiente e a preservare il benessere delle piantagioni di cacao nei paesi d'origine è, oggi più che mai, un elemento fondamentale e imprescindibile per Icam, non solo per le regolamentazioni europee sempre più stringenti su questi temi, ma soprattutto per garantire il benessere del pianeta, delle piantagioni e delle persone che da queste traggono il proprio sostentamento. Un impegno che Icam porta avanti da sempre attraverso programmi di formazione dei coltivatori atti a preservare la biodiversità dei terreni e contrastare erosione e impoverimento del suolo. Proprio all'inizio del 2023 è partito in Uganda (presso il centro di raccolta di cacao, Icam Uganda ltd, fondato nel 2013) il programma che coinvolge 600 agricoltori nell'apprendimento di alcune tecniche di coltivazione finalizzate all'incremento della resilienza dei terreni ai cambiamenti climatici. Avrà una durata di 3 anni e che verrà affiancato nel 2024 da altri importanti investimenti in progetti volti a incrementare la produttività delle piante di cacao, attraverso l'adozione di approcci sostenibili, e la tracciabilità in Africa centrale e anche in alcune piantagioni del Perù. Un programma di investimenti aziendali che non si ferma ai paesi di origine del cacao, ma che a cascata si riversa anche sullo stabilimento produttivo di Orsenigo, cuore pulsante dell'innovazione tecnologica dell'azienda, che sarà protagonista di alcune implementazioni finalizzate all'ampliamento della capacità produttiva e all'innovazione di prodotto, oltre al potenziamento dell'Innovation Center dove già oggi oltre 400 ricette oggi prendono vita attraverso il dipartimento R&D.

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Adelio Crippa, direttore generale di Icam Cioccolato

«Oggi viviamo un contesto socio-economico particolarmente complesso in cui chi opera nella produzione di cioccolato si trova ad affrontare diverse e importanti sfide» ha dichiarato Adelio Crippa, direttore generale di Icam Cioccolato. Il costante aumento delle quotazioni del cacao, cominciato nel 2023, ha vissuto un'importante impennata nei primi mesi del 2024, passando dalle 3.400 sterline/ton a fine dicembre alle 5.500 sterline/ton di fine febbraio. Un aumento vertiginoso e un altrettanto preoccupante calo della disponibilità della materia prima che sta creando non poche preoccupazioni al mercato. Il nostro approccio sostenibile alla filiera che da sempre portiamo avanti, in Italia come nei paesi di origine, purtroppo non ci sottrae oggi dal dovere affrontare le conseguenze della riduzione della disponibilità di materia prima e dell'impennata del suo costo. Con l'obiettivo di impattare il meno possibile sui nostri clienti, e a cascata sul consumatore finale, stiamo continuando, da una parte, a portare avanti relazioni dirette e di lungo periodo con le cooperative di coltivatori per tenere monitorato il problema della disponibilità, dall'altra siamo in costante comunicazione con i nostri clienti con aggiornamenti periodici sulla situazione e fissando degli aumenti di prezzi calmierati ma necessari per sostenere l'intera filiera attraverso modalità sostenibili, come abbiamo sempre fatto».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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