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Balneari, caos concessioni: il sindacato proclama lo stato di agitazione

Il tira e molla sulle concessioni balneari, ma anche le difficoltà nel trovare personale. Così il sindacato italiano balneari ha annunciato lo stato di agitazione [...]

01 marzo 2024 | 19:05
 

Balneari, caos concessioni: il sindacato proclama lo stato di agitazione

Il tira e molla sulle concessioni balneari, ma anche le difficoltà nel trovare personale. Così il sindacato italiano balneari ha annunciato lo stato di agitazione [...]

01 marzo 2024 | 19:05
 

Il tira e molla sulle concessioni balneari, ma anche le difficoltà nel trovare personale, specialmente dopo l’interdizione ai minorenni di fare i bagnini. Così  il sindacato italiano balneari - aderente a Fipe/Confcommercio - ha annunciato lo stato di agitazione.

Balneari caos concessioni: il sindacato proclama lo stato di agitazione

Il sindacato italiano balneari ha annunciato lo stato di agitazione

«La gravità della situazione impone una decisa azione di protesta - ha detto Antonio Capacchione, presidente del Sib nel corso della Giunta nazionale a Roma -: è stato, pertanto, proclamato lo stato di agitazione della categoria. Nei prossimi giorni sarà comunicato il calendario e le modalità delle manifestazioni, sia nazionali che a carattere locale».

«Oggi manca un doveroso intervento normativo chiarificatore che fornisca indicazioni operative agli Enti Locali per mettere in sicurezza il nostro settore formato da 30.000 imprese balneari e 10.000 addetti diretti», si legge in una nota.

«A causa dell'assenza dell’intervento normativo chiarificatore del governo sulla Direttiva Bolkestein - più volte da noi invocato - si sta creando una situazione caotica nella gestione della materia da parte degli Enti concedenti», ha aggiunto Capacchione.

«Da alcuni Comuni vengono adottati provvedimenti di avvio delle gare pur in assenza di una regolamentazione nazionale - ha continuato Capacchione - di fronte a questi atti illegittimi il Sindacato è a fianco dei concessionari nel promuovere azioni giudiziarie per la difesa del lavoro e delle proprie aziende».

La soluzione della questione concessoria «non può, però, essere risolta nelle aule giudiziarie ma in quelle legislative: urge, di conseguenza, un intervento legislativo».

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