Parte in questi giorni a Torino lo Smoke Automatic Detection (SAD), il primo progetto in Europa che permette di individuare tempestivamente focolai di incendio nei territori montani. La sperimentazione del progetto ha avuto il suo inizio da qualche giorno in provincia di Torino, in Alta Valle di Susa nei comuni di Bardonecchia, Oulx e Sauze d'Oulx, per un'area complessiva di circa 80 chilometri quadrati. In questa prima fase sono state installate 12 telecamere su cinque torri di telecomunicazioni già esistenti in un territorio a forte rischio incendi che ha visto, solo negli ultimi sette anni, andare in fumo quasi 4mila ettari di boschi.
L'intelligenza artificiale contro gli incendi boschivi: a Torino parte il progetto SAD
«Capofila del progetto è WaterView, società torinese che si occupa di visual intelligence ovvero di intelligenza artificiale applicata alla visione di immagini - come racconta Paolo Cavagnero, uno dei fondatori. Quindi produciamo software che analizzano immagini ed estraggono da queste immagini informazioni di vario genere in maniera automatica. Il progetto si basa su una delle nostre tecnologie di estrazione dati (software smoCAM) per identificare all'interno di un'immagine pennacchi di fumo o focolai di incendio e di segnalarli tempestivamente».
Come funziona la rete di monitoraggio del progetto SAD?
La rete di monitoraggio del progetto SAD è costituita da 12 telecamere Axis Communications installate su cinque torri per le telecomunicazioni mobili di INWIT, primo tower operator italiano. Su ogni torre le telecamere sono collegate ad uno smart gateway prodotto da Eurotech, equipaggiato con il framework Everyware Software Framework (ESF) e connesso alla piattaforma di industrial IoT Everyware Cloud (EC) per la gestione remota dei dispositivi in campo. A questi punti di osservazione si affiancheranno anche altri dispositivi a basso consumo nello spettro del visibile e ingegnerizzati da Kiwifarm, altro beneficiario del progetto. La rete di monitoraggio avrà lo scopo di rilevare automaticamente fenomeni in corso a distanze anche elevate, offrendo un riscontro visivo e informazioni geolocalizzate a corredo delle segnalazioni. La Fondazione Links ha individuato le aree di rischio attraverso tecnologie di analisi digitale del terreno mentre INWIT ha fornito l'infrastruttura diffusa che ospita la sensoristica.
Di Piera Genta
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