L'abito fa il ... ristorante. Ecco wax: tessuto per divise di cuochi e camerieri
L'hanno ideato madre e figlia mettendo in campo tutta l'artigianalità fiorentina. Un tessuto 100% cotone che viene utilizzato per creare le divise del personale di un ristorante: l'immagine, oggi, conta tanto
L'arte dell'accoglienza nei ristoranti, nei bar e negli alberghi è fatta di tanti particolari e fondamentale è l'abbigliamento professionale, che deve essere pratico ed elegante e di semplice manutenzione, impeccabile nella forma e nello stile. Richiede una cura specifica nel design e nella realizzazione ma il mondo della ristorazione contemporanea si evolve in ogni suo aspetto e lascia spazio alle nuove linee idonee alle varie professionalità dominate dai colori e dalla fantasia, al di là del codice cromatico sulla rigida alternanza dei bianchi e dei neri.
La moda incontra l'enogastronomia
Con l'obiettivo di conferire uno stile unconvetional alle divise e agli accessori della ristorazione Maria Cristina Manca, antropologa e stilista, e la figlia Elena, specializzata in comunicazione e marketing, con Waxmore hanno realizzato a Firenze un progetto di imprenditoria femminile che unisce due mondi, la moda e il food&wine. Un progetto, questo, che non ha paura di rompere schemi e che vuole essere un messaggio di fiducia per una ripartenza in un settore tanto penalizzato dalla pandemia.
Una divisa personalizzata di barman, camerieri e cuochi può fare la differenza, trasmettere professionalità ma anche calore e allegria e anche le calzature devono essere in linea con l'abbigliamento. Il servizio è scienza perchè si basa su regole precise ma è anche e soprattutto arte e questo progetto prevede abbigliamento fashion, funzionale e artigianale, con accostamenti cromatici e fantasie stampate a tiratura limitata che rendono ancora più unici ed eleganti capi e accessori, ampliando l'effetto di una calda accoglienza.
L'abito fa il... locale
«Appena si varca la porta di un locale, anche solo per una pietanza d’asporto - dice Maria Cristina Manca - il cliente si interfaccia subito con le persone che lo accolgono. Il primo sguardo si posa su di loro e la prima impressione, ora più che mai, resta fissa nella mente. Tutto parte da quel primo momento che dà l’idea del locale». La qualità del prodotto e del servizio che viene offrerto passa anche per l’immagine di chi consegna. Dopo aver “rivestito” vari settori della ristorazione le fondatrici di Waxmore hanno approfondito l'impiego del wax, un tessuto 100% cotone estremamente resistente alle alte temperature, molto versatile e stampabile su entrambi i lati.
«Lo abbiamo scelto - aggiunge Maria Cristina - perché è il ponte tra tradizione e innovazione, simboleggia la forza, il viaggio, la contaminazione di culture e di storie: è un tessuto che nasce in Olanda, ma come idea parte dall’isola di Java, attraversa l’Africa per poi tornare in Olanda e diffondersi nel mondo. I tessuti wax sono stati protagonisti anche delle passerelle di Dior e del tour estivo di Jovanotti nel 2019». Tutta la produzione avviene nell’atelier artigianale fiorentino dove il team seleziona i tessuti e cuce modelli custom made: «Il cliente è coinvolto in tutte le parti del processo - dicono le co-founder- da risultare lui stesso co-creatore del prodotto: dal supporto nella scelta dei prodotti da parte dell’ufficio stile, interno all’azienda, fino all’acquisto e anche dopo. Vogliamo essere sicure che il nostro lavoro piaccia e che rispetti l’immagine del locale». Del resto sono caduti i confini tra sala e cucina e sempre più aumentano i contatti tra chef, brigata di cucina e di sala con i clienti.
Chi lo ha già scelto
Le creazioni di Waxmore sono arrivate in molti locali tra cui la cucina stellata dello chef Marco Stabile del ristorante Ora d’Aria di Firenze, la Pizzeria Neverland in provincia di Udine, la gastronomia di pesce dei Voliani a Livorno, il Cocktail in the world mixology in provincia di Arezzo, il Viktoria Lounge Bar di Firenze, e ancora la cucina vegetale del ristorante Sementis a Pietrasanta, La Grande Via/Mausolea di Franco Berrino ed Enrica Bortolozzi e il D’Era Bistrot, ristorante gluten free di Pistoia. Ora Waxmore con lo stile e la creatività che la contraddistingue, è pronta a vestire chi lavora in sala: «Perché chi accoglie crea l’esperienza e l’idea del locale», sottolineano le ideatrici. Tra i progetti in cantiere la collaborazione con Francesca Arena, executive chef del Best Western Maison B Hotel, che sta creando una linea di giacche personalizzate. La creatività di Waxmore arriva anche a casa, per gli appassionati di cucina.
Allo shop waxmore.it si possono acquistare grembiuli, giacche, fasce per capelli, mascherine e tanti altri capi in tessuti wax. Un’opportunità imperdibile per avere un abbigliamento fashion e a prova di chef, anche tra le mura domestiche. Waxmore, inoltre, è un laboratorio inclusivo, un incubatore di lavoro per sarti di origine straniera e migranti con il progetto di responsabilità sociale e di impresa "Voglio fare il sarto", reso possibile anche grazie alla raccolta fondi lanciata sulla piattaforma di crowdfunding Eppela in collaborazione con la Fondazione "Il Cuore si Scioglie" e "Officina creativa".
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Alberto Lupini