Siamo un paese vincente: l'export del made in Italy guida il G7
Dal 2014 al 2023, l'export italiano è cresciuto del 48%, il miglior risultato tra i paesi del G7, superando Francia, Germania, Giappone e Regno Unito e frutto della competitività delle aziende italiane e del made in Italy
Il caldo torrido di questa estate non ha portato solo titoli e prestigiose medaglie per i nostri colori azzurri alle recenti Olimpiadi di Parigi, ma anche notizie importanti per la nostra economia.
Secondo dati certi su produttività ed esportazioni, l’industria manifatturiera italiana è sempre più un modello vincente a livello globale, che la vede fare nettamente meglio di un colosso come la Germania, evidenziandosi tra le nazioni del G7, gruppo che riunisce con l’Italia, paesi come Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d'America, quali nazioni più industrializzate del mondo.
La rivincita italiana: l’export cresce più di tutti nel G7
Secondo la relazione dell’ “Organizzazione mondiale del Commercio”, dal 2014 al 2023 l’export dell’Italia è quello cresciuto maggiormente tra i paesi del G7 con un +48%, che vede le nostre esportazioni quasi raddoppiate rispetto a Francia e Germania e quasi del triplo rispetto a Giappone e Regno Unito.
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Un risultato eccezionale, che vedono artefici, oltre alla operosità delle nostre attività italiane, alla competitiva ingegnosità di tutti gli “attori” chiamati in causa, anche al lavoro dei governi susseguiti in questi anni di ambi i poli politici, che nonostante i loro distinti credi di partito, hanno avuto tutti sempre il merito di difendere e valorizzare le peculiarità del nostro Made in Italy.
Chi, sulla base di vecchi luoghi comuni o di analisi superate, continua a pensare all’Italia come un paese con bassa produttività, non competitivo e arretrato sul piano della innovazione e delle riforme, oggi deve ricredersi. Chi non ricorda i sorrisi sarcastici in una conferenza stampa tra la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy?
Vedevano l’ Italia, sotto il governo Berlusconi, come una “cenerentola”, inerme ad affrontare le allora crisi economiche e sfide globali. L’Italia politica così pubblicamente umiliata, giustamente si è riscoperta unita nel rispedire al mittente le risate ironiche franco-tedesche. Ed oggi con il senno di poi, se questi, fossero ancora in “gioco”, vedrebbero tutto altro film rispetto alle loro realtà e convinzioni!
Lavoro e unità d’intenti: le chiavi del boom del made in Italy e del turismo
La Federazione Italiana Cuochi (Fic) è onorata di questo sorpasso sulle grandi economie storiche, ritenendo senza ombra di dubbio, che il nostro indotto lavorativo abbia contribuito all’acclamato “sounding” del nostro Made in Italy.
Anche questa estate passata, nonostante le carenze di personale e i problemi che si sono ripercossi sulla intera ristorazione e accoglienza, l’industria turistica italiana ha retto bene, grazie anche al silente e sofferto lavoro dei nostri addetti, portando alle casse del nostro erario non pochi “soldini” dall’estero. Siamo un paese vincente, non per mancanza di avversari di valore, ne tanto meno per fortuna, il mondo intero ce lo riconosce, e quel +48% di export tra i paesi del G7 ne è la prova.
Quale presidente Fic esorto i nostri governanti e amministratori, di ogni colore politico, unitamente a tutti gli attori del sistema produttivo italiano, a perseguire il percorso che l’attuale risultato apre a consolidati scenari, dove l’unità di intenti ed il fare squadra, al di la delle ideologie politiche, porta sempre a risultati importanti nell’interesse e a beneficio di tutti.
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Alberto Lupini