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Ecco i pro e i contro del torrone: i consigli del nutrizionista su quale e quanto mangiarne

Il torrone tradizionale bianco con le mandorle è il meno calorico. Va bene come spuntino accompagnato da un caffè amaro. Non è indicato per chi ha problemi di peso e per i diabetici.

 
25 dicembre 2020 | 06:30

Ecco i pro e i contro del torrone: i consigli del nutrizionista su quale e quanto mangiarne

Il torrone tradizionale bianco con le mandorle è il meno calorico. Va bene come spuntino accompagnato da un caffè amaro. Non è indicato per chi ha problemi di peso e per i diabetici.

25 dicembre 2020 | 06:30
 

Sono in molti ad amarlo e portarlo sulle tavole delle feste. Stiamo parlando del torrone che, nelle sue diverse declinazioni, è un dolce diffuso in moltissimi Paesi del mondo, dall’Europa al Medio Oriente. L’origine è controversa, probabilmente è un dolce della secolare tradizione araba, ma in Italia il torrone trova una delle sue patrie nella città di Cremona.

E a Natale trova spazio sulle tavole di tutta la Penisola in decine di forme, consistenze e sapori: dalle ricette più raffinate ai torroni classici. Ma che tipo di alimento è il torrone? A parlarne è la dottoressa Monica Giuffrè, nutrizionista della Chirurgia bariatrica dell’ospedale Humanitas, in un articolo di Humanitasalute che pubblichiamo.

È sicuramente un dolce molto gustoso, ma l’elevato apporto calorico - I pro e contro del torrone Quale e quanto mangiarne?

È sicuramente un dolce molto gustoso, ma l’elevato apporto calorico



Anche il torrone di Cremona ha il suo disciplinare (redatto dal Comune della città lombarda) che ne certifica l’originalità e il rispetto della tradizione. Albume d’uovo, miele, mandorle, zucchero sono gli ingredienti base del torrone bianco. A questi si possono aggiungere aromi come bacche di vaniglia, cedro e cannella, mentre le facce più estese della stecca rettangolare di torrone possono essere rivestita con sottilissime sfoglie di ostia (acqua e farina).

Sugli ingredienti si scatenano le fantasie dei produttori: altra frutta secca al posto delle mandorle, in particolare noci, nocciole e pistacchi, e poi le coperture: quella più golosa è al cioccolato, richiamata dallo stesso disciplinare cremonese.

Tornando al torrone classico alle mandorle, vediamo qual è il suo profilo nutrizionale. Il Centro di ricerca per gli alimenti e la nutrizione ripartisce così le fonti di energia che si ricava dal torrone: 50% da lipidi, 41% da carboidrati, 9% da proteine. Un pezzo da 100 grammi di torrone fornisce 479 calorie: «È sicuramente un dolce ricco di calorie provenienti da zuccheri semplici e grassi mono e polinsaturi», precisa la dottoressa Giuffrè. «La frutta secca oleosa come nocciole, mandorle, noci ecc. è energetica, è una buona fonte di proteine, calcio, vitamina E e anche fibra. Grazie alla fibra e all’ottimo contenuto di acidi grassi mono e polinsaturi, ha un’azione protettiva nei confronti di diabete, ipercolesterolemia e obesità».

Torrone semplice o “complesso”?
«Il torrone tradizionale, ed anche meno calorico, è quello bianco con le mandorle, ma se ne producono di vari gusti: torrone duro e morbido, torroncini assortiti e poi ricoperti a cioccolato o farciti con liquori dolci o con frutta candita. Queste ultime varianti sono più caloriche e apportano per 100 g anche 580 calorie».

Torrone: quantità e moderazione
«È sicuramente un dolce molto gustoso, ma l’elevato apporto calorico ci obbliga a moderarne il consumo. Consiglio di mangiarne un pezzetto piccolo da 20-30 g alla fine di pasti non troppo abbondanti e di non associarlo ad altri dolci. Va bene come spuntino accompagnato da un caffè amaro per esempio».

Il torrone non è per tutti
«Non è indicato per chi ha problemi di peso e per i diabetici essendo ricco di zucchero. È assolutamente sconsigliato a chi è allergico all’uovo o alla frutta a guscio. Anche se esistono in commercio versioni particolari per tutti i gusti, per esempio quello senza ostie può essere mangiato anche dai celiaci. Non contenendo il tuorlo d’uovo può essere consumato, in piccole porzioni, da chi soffre di ipercolesterolemia».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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