Un nuovo studio condotto da ricercatori di Harvard e dell'Einstein College di New York, pubblicato sulla rivista scientifica Nature, ha messo in luce un'interessante correlazione tra il consumo di latte e derivati e il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. La ricerca, che ha coinvolto oltre 16mila persone, ha evidenziato che un consumo regolare di latte e prodotti lattiero-caseari può contribuire a ridurre il rischio di diabete, anche tra gli individui che soffrono di intolleranza al lattosio.
Consumare il latte per ridurre il rischio di diabete
Diabete di tipo 2: il ruolo chiave del microbiota intestinale
Secondo gli scienziati, la chiave di questa scoperta risiederebbe nella particolare composizione del microbiota intestinale degli intolleranti al lattosio. Nonostante la carenza di lattasi, l'enzima deputato alla digestione del lattosio, il consumo di latte in questi individui sembrerebbe favorire la proliferazione di batteri intestinali benefici, in grado di influenzare positivamente il metabolismo e ridurre il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.
Queste nuove evidenze scientifiche aprono nuove strade per la gestione dell'intolleranza al lattosio, una condizione che colpisce circa il 70% della popolazione adulta a livello globale. In contrasto con le comuni raccomandazioni di eliminare completamente il latte e i suoi derivati dalla propria dieta, lo studio suggerisce che un consumo moderato potrebbe addirittura apportare benefici per la salute, migliorando la sintomatologia dell'intolleranza e riducendo il rischio di diabete.
Assolatte: Latte e derivati, alleati preziosi per la salute
L'associazione Assolatte ha accolto con favore i risultati dello studio, sottolineando l'importanza di mantenere un'alimentazione sana ed equilibrata che includa latte e prodotti lattiero-caseari. Secondo gli esperti, un consumo di lattosio fino a 12 grammi al giorno, pari a quello contenuto in una tazza di latte, generalmente non causa significativi problemi di tolleranza per la maggior parte degli individui.
Lo studio americano rappresenta un passo avanti significativo nella comprensione del rapporto tra consumo di lattosio, diabete e intolleranza al lattosio. Le nuove evidenze suggeriscono che un approccio individualizzato, basato sulla valutazione della propria tolleranza al lattosio e sulle caratteristiche del microbiota intestinale, potrebbe essere più efficace nel gestire questa condizione e nel prevenire l'insorgenza del diabete di tipo 2.