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Sintomi della celiachia, quando scatta il campanello d’allarme?

Spesso la celiachia viene confusa con altre patologie. Se ignorata può causare danni ai villi intestinali. I disturbi gastrointestinali sono tra i sintomi più comuni

 
23 giugno 2021 | 07:30

Sintomi della celiachia, quando scatta il campanello d’allarme?

Spesso la celiachia viene confusa con altre patologie. Se ignorata può causare danni ai villi intestinali. I disturbi gastrointestinali sono tra i sintomi più comuni

23 giugno 2021 | 07:30
 

La celiachia è una patologia autoimmune che causa il cattivo assorbimento dei nutrienti. Come molti sanno, i sintomi della celiachia si scatenano quando si ingerisce del glutine, un complesso proteico presente in molti alimenti. I sintomi sono numerosi e in alcuni casi sovrapponibili con quelli di altre patologie. L’elenco comprende: diarrea, gonfiore e dolore addominale, crampi, meteorismo, perdita di peso, bruciore di stomaco, afte orali, peggioramento dello smalto dentale, anemia, perdita di densità ossea. Inoltre, altri sintomi correlati sono: dermatite erpetiforme, mal di testa, spossatezza, dolori articolari e formicolio alle gambe.

Sintomi della celiachia, quando scatta il campanello d’allarme?



I disturbi gastrointestinali sono quelli più comuni, ma durante le fasi iniziali potrebbero essere assenti, a vantaggio dei sintomi più “sistemici”. Proprio questa dinamica può causare un ritardo della diagnosi, in quanto la celiachia viene confusa con altre patologie (non solo di natura organica). Certo, sul fronte diagnostico molto è stato fatto. Da questo punto di vista, l’aumento dell’incidenza della celiachia sulla popolazione potrebbe essere un errore di prospettiva: in realtà è frutto del maggiore accesso alla diagnosi piuttosto che di un reale aumento dei casi. Il maggiore accesso alla diagnosi è un bene, anche perché la celiachia, se ignorata, può causare danni molto gravi ai villi intestinali. Quando questi ultimi sono oggetto di infiammazione perenne, perdono parte della loro funzionalità, e faticano a favorire l’assorbimento dei nutrienti in generale, con ovvie conseguenze per l’organismo.

Quando rivolgersi al medico?

In linea di massima, non è una buona idea attendere che tutti i sintomi della celiachia, o la maggior parte di essi, si verifichino. Il contatto con il medico deve avvenire prima, quando scattano determinati campanelli di allarme. Secondo un prospetto dell’Irccs Humanitas, si dovrebbe contattare il proprio medico dopo due settimane di diarrea continua, anche non grave. Stesso discorso per i disturbi digestivi che, è bene ricordarlo, comprendono anche i crampi leggeri e il semplice meteorismo. Un altro campanello d’allarme riguarda la familiarità. Benché l’eziologia della celiachia non sia del tutto chiara, essa può essere ricondotta con facilità a dinamiche genetiche. In buona sostanza, avere un parente stretto affetto da celiachia è un importante fattore di rischio.

Sintomi della celiachia, quando scatta il campanello d’allarme?


Il discorso è un po’ più complicato quando riguarda i bambini. Si tratta di un problema significativo in quanto la celiachia può insorgere anche in età infantile. In questo caso, ai classici sintomi intestinali, magari non evidenti, si associa spesso un marcato pallore, una stanchezza cronica, un ritardo nella crescita. Gli effetti sistemiciscatenati dal malassorbimento sono più evidenti nel bambino che nell’adulto. Il medico-pediatra indirizzerà verso una visita specialistica presso un gastroenterologo, che verificherà la presenza della celiachia secondo test ad hoc. I test, nella stragrande maggioranza dei casi, sono di tipo sierologico e puntano a individuare gli eventuali anticorpi correlati alla reazione immunitaria al glutine.

Come si cura la celiachia?

La brutta notizia è che, di base, la celiachia non può essere curata. Non si guarisce dalla celiachia. Ciò non significa che non si possa convivere tranquillamente con essa. La terapia, se così si può chiamare, risulta efficace nel contenimento dei sintomi, che rappresentano la maggiore preoccupazione dei pazienti. Tuttavia, occorre agire su un corretto regime alimentare. Nello specifico, è necessario eliminare dalla propria dieta tutti gli alimenti che contengono glutine e stare attenti alle contaminazioni accidentali (ad esempio la presenza del glutine nei luoghi di preparazione dei cibi).

Sintomi della celiachia, quando scatta il campanello d’allarme?


Può sembrare una grande sacrificio dal momento che all’apparenza il glutine si trova ovunque. Tuttavia, a disposizione ci sono tantissimi alimenti “gluten free”. Alcuni di questi sono di consumo quotidiano, come il riso e le patate. Altri sono un po’ più ricercati, ma comunque a portata di acquisto. In breve, se vi è un’adeguata informazione e consapevolezza, è possibile condurre una vita alimentare serena e soddisfacente anche rinunciando completamente al glutine.


© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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