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VCR421 Antonio Mastroberardino. L’Aglianico torna alle origini

Il clone di origine prefillossera è stato inserito nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite. È alla base di Redimore Irpinia Aglianico Doc, il primo vino ottenuto dalla vinificazione in purezza di questo antico clone

 
24 maggio 2021 | 09:30

VCR421 Antonio Mastroberardino. L’Aglianico torna alle origini

Il clone di origine prefillossera è stato inserito nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite. È alla base di Redimore Irpinia Aglianico Doc, il primo vino ottenuto dalla vinificazione in purezza di questo antico clone

24 maggio 2021 | 09:30
 

Il 20 febbraio 2021 il clone di Aglianico di origine prefillosserica denominato “VCR421 Antonio Mastroberardino” è stato inserito nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. «È per noi motivo di estrema soddisfazione – dichiara Piero Mastroberardino, decima generazione alla guida dell’azienda irpina – il coronamento del lungo lavoro di mio padre Antonio che per anni portò avanti un progetto ambizioso con il primario obiettivo di recuperare le caratteristiche originarie dei vitigni storici della Campania Felix, che per opera dell’uomo, in seguito alle scelte produttive di replicazione del materiale genetico, nel corso dei decenni andavano lentamente mutando».

Il clone di Aglianico di origine prefillossera denominato VCR421 Antonio Mastroberardino  VCR 421 Antonio Mastroberardino L’Aglianico torna alle origini

Il clone di Aglianico di origine prefillossera denominato VCR421 Antonio Mastroberardino

L’archeologo della viticoltura

Un’opera di valore, quella svolta da Antonio Mastroberardino, che indusse Hugh Johnson, una delle più prestigiose firme della letteratura legata al comparto enoico, a definirlo “The Grape Archeologist”, l’archeologo della viticoltura. Era il 1989 e all’epoca il vignaiolo campano era già da tempo impegnato in una incessante attività di ricerca relativa non soltanto all’Aglianico, ma anche agli altri grandi vitigni del territorio come il Greco e il Fiano. La ricerca si fa progetto e agli inizi del nuovo millennio l’azienda avvia una collaborazione con i Vivai Cooperativi Rauscedo, ponendosi come traguardo quello di individuare, classificare e infine registrare antichi cloni di Aglianico sopravvissuti alla fillossera.

«Questo riconoscimento ufficiale non è la tappa finale, ma un fondamentale punto di svolta – sottolinea Mastroberardino - “Redimore” Irpinia Aglianico Doc è infatti il primo frutto, in vino, della vinificazione in purezza di questo antico clone rimesso in campo, una traccia importante per proseguire il nostro lavoro di ricerca e sperimentazione sulle radici della nostra viticoltura. Sul piano affettivo affiora la soddisfazione e l’orgoglio di aver condotto a compimento un progetto che riporta nel calice quei caratteri che mio padre aveva conosciuto e amato e che per lui, come per tutta la mia famiglia, rappresentano l’essenza stessa dell’Aglianico».

Per informazioni: mastroberardino.com

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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