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Talk ’n’ Toast, conversazioni romane sul Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese

A Roma il secondo appuntamento di Talk ’n’ Toast, organizzato dal Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese che ha riunito 29 produttori. Le cantine guardano al futuro puntando su etichette sempre più identitarie

di Mariella Morosi
 
04 luglio 2022 | 18:36

Talk ’n’ Toast, conversazioni romane sul Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese

A Roma il secondo appuntamento di Talk ’n’ Toast, organizzato dal Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese che ha riunito 29 produttori. Le cantine guardano al futuro puntando su etichette sempre più identitarie

di Mariella Morosi
04 luglio 2022 | 18:36
 

Come viene percepito dai consumatori il Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese, il più importante distretto di 24 mila ettari dedicato al vitigno e il più vasto della Lombardia? E quali opportunità e prospettive di crescita per questo territorio che ha ancora un grande potenziale da esprimere con il suo vitigno principe? Se ne è parlato a Roma al secondo appuntamento di "Talk ’n’ Toast - Conversazioni sul Pinot Nero” organizzato dal Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese che ha riunito al Beef Bazaar 29 produttori del territorio, giornalisti di settore, sommelier e addetti ai lavori. 

I prduttori del Pinot Nero Oltrepò Pavese presenti all'incontro di Roma Conversazioni sul Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese

I prduttori del Pinot Nero Oltrepò Pavese presenti all'incontro di Roma

Vitigno nobile ed elegante

Tra i vitigni a bacca rossa il Pinot Nero è considerato il più nobile ed elegante e l'unico confronto possibile è quello con il Nebbiolo. Ma è anche il più impegnativo da interpretare. Il Pinot Nero è coltivato nelle colline dell'Oltrepò da quasi due secoli e come pochi altri vitigni è capace di esprimersi dimostrando anime diverse a seconda delle caratteristiche dei suoli e dei climi e della capacità dei vitivinicoltori di valorizzarne nel calice le diverse espressioni, dalla vinificazione in rosso al Metodo Classico. Le cantine dell'Oltrepò Pavese, spesso a conduzione familiare e passate attraverso generazioni, stanno dimostrando di saper guardare al futuro, forse ispirandosi al mito della Borgogna, ma certamente puntando a una definizione più mirata alle loro etichette, sempre più identitarie di un territorio vocato, anche facendo squadra. 

Fare squadra

Come ha sottolineato il direttore del Consorzio, Carlo Veronese, è solo con un progetto condiviso che si possono promuovere queste etichette prestigiose frutto di una vinificazione non facile. «Il fatto che sempre più aziende stiano partecipando - ha detto- dimostra che la strada intrapresa è quella giusta e dal primo evento a oggi i produttori che hanno aderito al progetto sono passati da 20 a 29. È la conferma del desiderio di fare sinergia e raccontare il territorio con una voce unica». Nell'incontro romano Filippo Bartolotta, comunicatore del vino, e Adua Villa, sommelier e giornalista,  hanno ripercorso la storia di una produzione d'eccellenza ricordando la lungimiranza dei primi vignaioli, come  Carlo Giorgi di Vistarino, che avevano impiantato il vitigno a Rocca de' Giorgi nel 1865 intuendone l'habitat ottimale in quel territorio collinare. Ancora oggi l'azienda coltiva Pinot Nero in un centinaio di ettari con vigne alternate a zone boschive per garantire una naturale biodiversità. Quello che era  chiamato lo "Champagne Italiano" fu poi commercializzato con successo dal piemontese Carlo Gancia e Domenico Mazza di Codevilla fece arrivare un enologo da Reims proprio per perfezionarne la qualità.

Comunicare i valori

«L’Oltrepò Pavese pur essendo il più esteso vigneto di Pinot Nero in Italia - ha detto Bartolotta - è l'isola che non c'è. Se ne parla troppo poco. Dall’anno scorso, però, un gruppo di produttori ha deciso di unire le forze per raccontare il loro lavoro, il loro territorio a far conoscere i loro vini: Pinot Nero Metodo Classico e Pinot Nero in rosso, entrambi  complessi ed eleganti. È il momento di svelare la strada di questo lembo occidentale di Appennino per esplorare l’isola di Pinot Nero italiana che c’è e attende di esser scoperta». Proprio in questa direzione, alcune aziende stanno introducendo nuove linee meno impegnative più giovani e fresche, con l’obiettivo di intercettare una fetta più ampia di consumatori e non solo, dunque, quella nicchia di appassionati che ricerca i grandi Pinot Nero. Con uno stile più contemporaneo e democratico si propongono di conquistare il grande pubblico, pur mantenendo altissimi gli standard di qualità, esaltando tutte le caratteristiche del territorio e conferendo ai vini un’impronta sempre più internazionale.

Filippo Bartolotta e Adua Villa nel pieno delle Conversazioni sul Pinot Nero Conversazioni sul Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese

Filippo Bartolotta e Adua Villa nel pieno delle Conversazioni sul Pinot Nero

Pinot Nero e Oltrepò Pavese

Di reputazione e brand identity del territorio e del suo vitigno principe ha parlato invece Adua Villa che si è soffermata su quanto la ricerca della parola chiave Pinot Nero sul web sia frequente, ma su quanto poco venga associata al territorio dell’Oltrepò. «I consumatori che amano questo vitigno, nelle sue espressioni più importanti, sono tanti – ha detto- ma sembrano più restii a scegliere questo Pinot Nero. Tuttavia, in questi ultimi anni, le aziende hanno cominciato a lavorare non solo sulla qualità dei vini, ma anche sulla comunicazione per stimolare interesse e rivelare con più decisione il lavoro che stanno portando avanti. Il confronto di oggi dimostra quanto impegno ci sia da parte anche del Consorzio nel riunire tutte le anime produttive del territorio». 

Un'area produttiva importante

In questo triangolo, incastonato tra Piemonte, Emilia e Liguria, dei 13.000 ettari vitati, 3.000 sono coltivati a Pinot Nero, confermandosi così l’area di maggiore produzione in Europa, dopo Borgogna e Champagne. Tra i temi affrontati al talk non è stato sottovalutato quello del cambiamento climatico ma in questo caso, a garanzia,  sarebbero le pendenze che raggiungono anche i 45 gradi e il clima fresco d’estate e mite in inverno.  

La parola ai calici Conversazioni sul Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese

La parola ai calici

 

La degustazione

Al talk è seguita la degustazione dei Pinot Nero dell'Oltrepò Pavese vinificati in rosso e degli Oltrepò Pavese Metodo Classico delle 29 cantine partecipanti: Alessio Brandolini, Az. Agr. Torti l'Eleganza del Vino, Azienda Agricola Pietro Torti, Az. Agr. Bio Quaquarini Francesco, Az. Agr. Cà del Gè, Ballabio, Bertè & Cordini, Bosco Longhino, Bruno Verdi, Ca' Di Frara, Calatroni Vini, Cantine Cavallotti, Castello di Cigognola, Conte Vistarino, Cordero San Giorgio, Finigeto, Frecciarossa, Giorgi, Giulio Fiamberti, La Piotta, La Travaglina Azienda Agricola, Lefiole, Manuelina, Monsupello, Montelio, Oltrenero, Rossetti & Scrivani, Tenuta Mazzolino, Tenuta Travaglino. Prossimo appuntamento del Consorzio il 26 settembre,  presso la Tenuta Pegazzera di Casteggio (Pv).
 
www.consorziovinioltrepo.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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