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L'Italia del vino: quattro Merlot friulani che vale la pena assaggiare

Il merlot ha trovato la sua seconda casa in Friuli, nei terreni della tipica ponca. Vi consigliamo quattro Merlot di cui (forse) non avete ancora sentito parlare

di Eros Teboni
Miglior sommelier del mondo Wsa 2018
 
22 novembre 2023 | 19:30

L'Italia del vino: quattro Merlot friulani che vale la pena assaggiare

Il merlot ha trovato la sua seconda casa in Friuli, nei terreni della tipica ponca. Vi consigliamo quattro Merlot di cui (forse) non avete ancora sentito parlare

di Eros Teboni
Miglior sommelier del mondo Wsa 2018
22 novembre 2023 | 19:30
 

Leggenda vuole che il nome del vitigno Merlot riconduca alla bontà e alla succosità dei suoi acini, tanto piccoli e prelibati da attrarre fatalmente i volatili e in special modo i merli, che nel carpirne la dolcezza, l'intensità e il frutto, che sa di lampone, mirtillo e ribes, sfuggono ai loro predatori naturali, grazie alle tonalità del piumaggio corvino, confondendosi tra i grappoli scuri.

£$L'Italia del vino:$£ quattro Merlot friulani che vale la pena assaggiare

Quattro Merlot friulani che non hai ancora sentito

Importato dalla Francia nella seconda metà dell'Ottocento, prima in Friuli e poi nel resto della penisola per nobilitare produzioni di vini rossi non così di rilievo come quelle odierne, il vitigno Merlot ha caratterizzato nell'area del Nord est italiano, una presenza assidua per quasi due secoli, inizialmente dando vita a un vino rosso facile, quotidiano, versatile, fiero, senza puntare a particolari invecchiamenti in legno, che successivamente verranno posti in essere, con sorprendenti risultati.

La provincia di Pomerol, in Gironda, regione francese da cui proviene il Merlot più famoso del mondo, il monumentale Château Pétrus, insieme alla penisola del Medoc, che con il Merlot esprime le celeberrime produzioni vitivinicole, di cui era estimatore Gabriele D'annunzio - che ritroviamo nella lista della cantina del Vittoriale, compilata da Luisa Baccara, ultima delle sue muse - è con buona probabilità il luogo di provenienza del Merlot friulano, ma è nel Collio, grazie a un terroir e a un microclima particolarmente favorevoli e a produttori che ci hanno creduto tantissimo, che il Merlot ha trovato la sua seconda casa, rivelandosi nel corso dei decenni, parte di quell'identità inequivocabilmente territoriale, che caratterizza la regione.

Un vitigno internazionale che ritroviamo in alcuni top wine leggendari, come il Saint-Estèphe, sontuoso bordeaux, sorseggiato da Frederic Henry e da Catherine Barkley, a cena in un hotel di Milano “in Addio alle armi”, il romanzo capolavoro dello scrittore americano Ernest Hemingway. L’arrivo in Friuli del Merlot si deve al senatore Luigi Pecile e al conte Savorgnan di Brazzà, che lo impiantarono nella regione nel 1880, iniziando a coltivarlo, scoprendo quanto fosse duttile ad ogni terreno, ma anche collezionando entusiasmanti riconoscimenti, come dimostra la medaglia d’oro ottenuta dal conte Brazzà, nell’esposizione di Cividale nel 1896, tuttavia è anche il rosso più prodotto nella regione e tra i principali vitigni diffusi in Italia e nel mondo. Un vino che negli ultimi decenni, ha saputo esprimere produzioni di pregio e notevolissime individualità, con peculiarità differenti, a seconda delle aree dove si produce, in collina piuttosto che in pianura. Nel Collio il Merlot trae linfa dai terreni della tipica “Ponca” friulana, una roccia marnosa di origine eocenica, che alterna strati coriacei di arenaria e marna, connotando friabilità e densità di minerali, mentre nel bicchiere si riverbera in un naso dai sentori erbacei e fruttati e in un sorso pieno, morbido ed elegante. Eccone quattro davvero interessanti:

Pighin - Merlot Collio Doc 2021

Tutto ha inizio quando i tre fratelli Pighin (Luigi, Ercole, Fernando), acquisiscono duecento ettari di terreni appartenuti a un casato aristocratico friulano, gettando le basi dell’azienda. Nel 1967 la decisione di costruire a Risano l’edificio che ospita la cantina e gli uffici, affidandosi all’architetto internazionale Gino Valle, due volte “Compasso d’oro” (1956 e 1962), il più antico e prestigioso premio di disegno industriale al mondo. Nel 2004 sarà Fernando Pighin, insieme alla moglie Danila e ai figli Roberto e Raffaela, a guidare la rinomata realtà vitivinicola del Collio Goriziano, con la villa veneta seicentesca, adibita a sede di rappresentanza e foresteria, lo splendido parco, i 30 ettari della Tenuta di Spessa di Capriva e i 160 ettari vitati della tenuta di Risano. Tra i rossi di punta il Merlot, che nasce in collina, a circa 180 metri slm su vigneti esposti a Sud Ovest, in località Spessa di Capriva (Go).

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Suino nero del Trasimeno, purea di mele candite e spinaci abbinato al Merlot Collio Doc di Pighin

Terreni vocati al vino fin da epoca Romana, con le vigne che godono della protezione delle Alpi e sono accarezzate dalla brezza che soffia dal mare Adriatico. Le uve, una volta giunte a maturazione vengono raccolte a mano; la vinificazione avviene in tini di acciaio prediligendo la macerazione in rosso, come da tradizione; l’affinamento in acciaio e in botti di legno. Un Merlot appagante, pulito, che induce alla convivialità, e al naso si rivela più fruttato che floreale, intenso, ampio, con sentori di frutta rossa croccante, ciliegia matura, mora, mirtillo, viola e leggerissime note speziate di coriandolo, cumino e macis. Al palato è fresco, piacevole, avvolgente, caldo, intenso, persistente, con una bella struttura, che lascia intuire un’ampia scelta di abbinamenti a primi e a secondi di carne di diversa natura.

Varietà: Merlot 100%
Forma di allevamento: Guyot
Prezzo medio: € 12
Abbinamento consigliato: Suino nero del Trasimeno, purea di mele candite e spinaci - Ricetta di Andrea Impero, cuoco del Ristorante Quattro Sensi all'interno di Borgobrufa Spa Resort a Torgiano (Pg) e socio Euro-Toques Italia

Toros Franco - Merlot Riserva Doc Collio

A Cormons in località Novali, nel cuore del Collio Friulano (Gorizia), dieci ettari di vigneti cingono la cantina Toros Franco, in un abbraccio ideale tra uomo e territorio, che parla di antiche tradizioni tramandate perché non si disperdano, strette di mano che sanciscono intese e sguardo rivolto al futuro. Una bella storia di famiglia, dove ciò che si è costruito si trasmette alle nuove generazioni, come fece il bisnonno Edoardo, che ai primi del Novecento, aveva iniziato, lavorando la terra e ricavando piccole produzioni, che andavano lontano. Ora c’è Franco, il bis nipote di Edoardo a guidare l’azienda, mettendo cuore e tecnica, insieme alla moglie Rosanna, alle figlie Eva, Cristina, Erika, allo zio Renato, restituendo alla vigna e alla produzione, tutto ciò che ha appreso da papà Mario e dallo zio Edoardo, perché possano nascere vini che interpretano questo meraviglioso territorio, come il Merlot riserva, che ci ha colpito per territorialità ed eleganza.

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Lombetto di agnello, cremoso di patate, paprika e sesamo abbinato al Merlot Riserva Doc Collio di Toros Franco

Una cantina di confine, con la Slovenia a pochi passi, le Prealpi Giulie a nord, il mare Adriatico a sud, a mitigare il clima, e nel suolo la “ponca”, il tipico terreno del Collio, cosi adatto alla viticoltura, costituito da elementi minerali, marne e arenarie stratificate. Solo quando è il momento si procede con la vendemmia manuale, che solitamente avviene ai primi di settembre, per poi proseguire con la vinificazione, mettendo in atto macerazioni che durano 20 giorni, con rimontaggi frequenti a temperatura controllata e due anni di affinamento in barrique di rovere nuove. L’assaggio non delude, è un grande Merlot. Lo spettro olfattivo è ampio, con profumi che ricordano l’erba tagliata, l’elicriso, la peonia, la frutta rossa surmatura, con note di te nero, insieme a leggeri sentori tostati e vanigliati. Al palato è caldo, pieno, avvolgente, rotondo, cremoso, secco, con un’intrigante concentrazione, tannini piacevolmente avvolgenti, lievi note speziate e una bella lunghezza.

Varietà: Merlot 100%
Forma di allevamento: Guyot
Prezzo medio: € 82
Abbinamento consigliato: Lombetto di agnello, cremoso di patate, paprika e sesamo - ricetta di Carmine Cataldo della Nazionale Italiana Cuochi

Villa Russiz - Merlot Graf De La Tour 2018

Una delle aziende che hanno fatto la storia del Collio Goriziano, con radici che affondano fino alla seconda metà dell’Ottocento, quando Giulio Ettore Ritter de Zahony acquista il colle di Russiz Inferiore, per farne dono di nozze alla figlia Elvine. Nel 1877, la tenuta assume quella grandiosità ed efficienza pensata dal conte Theodor Karl Leopold Anton De La Tour Voivrè, esperto perito agrario e viticoltore, marito di Elvine, suddividendola in due nuclei: l’azienda agricola con cantina e scuderie e la villa-castello costruita tra il 1868 ed il 1872 in stile gotico tedesco, con parco, collegio, chiesa e filanda. Sempre nel 1877 verrà costruita la cantina sotterranea, ancora oggi utilizzata perchè i cru De La Tour, possano lentamente affinare nelle barriques e nei tonneaux di rovere francese di Allier, consolidando quella reputazione che farà arrivare i vini di Villa Russiz, sulle tavole delle corti Reali d’Europa e di Russia, totalizzando nel corso dei decenni, oltre 300 premi e riconoscimenti.

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Galletto, uovo, cipolla borettana e prataiolo abbinato al Merlot Graf De La Tour di Villa Russiz

I vigneti di trent’anni si estendono su una collina orientata a sud-ovest, su suoli di roccia sedimentaria clastica, mescolata a calcare e argilla, il raccolto manuale si effettua a perfetta maturazione delle uve, per poi procedere alla vinificazione, dividendo gli acini dai raspi, lasciando a fermentare e a macerare per una ventina di giorni, sottoponendo a una maturazione in barrique di rovere francese da 225 lt per circa due anni, a un assemblaggio in acciaio e a un affinamento in bottiglia di 10 mesi. Un Merlot che si distingue per eleganza e può solo migliorare col tempo. Al naso un sentore erbaceo che apre a un florilegio di profumi di frutta matura, dalla marasca al ribes, dal marusticano al lampone e a impercettibili note speziate. In bocca perfettamente integrato con il legno, piacevole, vellutato, minerale, strutturato, con note di mora, mirtillo, frutti maturi e noci pekam, ma entusiasma soprattutto per ampiezza, densità e intensità e per la chiusura esplosiva di viola e ribes nero, morbida e lunga.

Varietà: Merlot 100%
Forma di allevamento: cordone speronato
Prezzo medio: € 35
Abbinamento consigliato: Galletto, uovo, cipolla borettana e prataiolo - ricetta di Lorenzo Alessio della Federazione Italiana Cuochi

Radikon - Merlot 2007

A Oslavia nei pressi del confine con la Slovenia, incontriamo i Radikon, famiglia di viticoltori “con tanti progetti in testa e i piedi ben piantati nella ponca”, presente sul territorio dal 1861, con i primi vini imbottigliati nel 1980 e il primo Merlot nel 1984, secondo una personalissima stilistica, ispirata da Stanko Radikon, assoluto precursore nella macerazione, capace di spostare il limite sempre più in là. Al primo posto la naturalità e la ricerca di eleganza, leggerezza e carattere, aderendo a una filosofia che pone l’uomo nel ruolo di custode del territorio, evitando il più possibile di intervenire, utilizzando nei trattamenti solo rame e zolfo. Un territorio con suoli a base della tipica “Ponca del Collio”, che godono di ventilazione, buona escursione termica e piogge frequenti, con vigne di trent’anni e vendemmie portate a termine soltanto a mano con l’impiego di ceste. Dopo la diraspatura, la vinificazione, in tini di rovere, perché possa avere luogo la macerazione, che durerà circa un mese e mezzo, senza il controllo della temperatura e l'aggiunta di lieviti o altro, con le bucce dell'uva sempre ricoperte di mosto. 

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Ricordo piemontese, plin vegetariano di ceci abbinato al Radikon Merlot 2007

E dopo la svinatura, senza procedere ad alcuna filtrazione o chiarifica, la permanenza in vecchie barrique per 5 anni, con travasi e follature, senza aggiungere alcuna sostanza chimica o solforosa, per poi passare in bottiglia e affinare almeno 10 anni. Un Merlot di rottura che guarda alla tradizione ma ci porta nel futuro, dove le sensazioni che si sprigionano nel bicchiere, richiamano a ciò che questo brand ha rappresentato per il Collio e che oggi continua seguendo le orme di Stanko Radikon, con il figlio Sasa. Un Merlot per occasioni importanti, da aprire con chi ne capisce davvero. Al naso profumi intensi di erbe officinali, piccoli frutti rossi, sentori speziati. In bocca colpisce per la freschezza e la raffinata pienezza, ciliegia surmatura, prugna, liquerizia, insieme a struttura, potenza, tannini vivi, una tessitura intrigante e coinvolgente e una notevole lunghezza e persistenza.

Varietà: 100% Merlot
Forma di allevamento: alberello modificato
Prezzo medio: € 80
Abbinamento consigliato: Ricordo piemontese, plin vegetariano - ricetta di ceci di Enrico Marmo del ristorante Balzi Rossi di Ventimiglia (Im)

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