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Lago di Garda

L'Italia del vino: sulle tracce del Risorgimento con tre Custoza da non perdere

Il vino Custoza Doc, riconosciuto ufficialmente nel 1971, nasce in un territorio caratterizzato da colline moreniche e un clima favorevole e nasce da da vitigni storici come Garganega, Bianca Fernanda e Trebbianello

di Eros Teboni
Miglior sommelier del mondo Wsa 2018
 
14 settembre 2024 | 08:30

L'Italia del vino: sulle tracce del Risorgimento con tre Custoza da non perdere

Il vino Custoza Doc, riconosciuto ufficialmente nel 1971, nasce in un territorio caratterizzato da colline moreniche e un clima favorevole e nasce da da vitigni storici come Garganega, Bianca Fernanda e Trebbianello

di Eros Teboni
Miglior sommelier del mondo Wsa 2018
14 settembre 2024 | 08:30
 

Le battaglie di Custoza del 1848 e del 1866, tra sabaudi e austriaci, insanguineranno i rilievi morenici del veronese costando un caro prezzo in termini di vite umane, ma avranno il loro peso nell’ottenimento dell’Indipendenza italiana.

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Sulle tracce del Risorgimento con tre Custoza da non perdere

Giorni cruenti che riportano all'Italia unita tanto sognata e a un periodo cruciale della nostra storia, da rivivere visitando il monumentale Ossario di Custoza, posto sulla cima del colle Belvedere, dove riposano i resti dei soldati dei due eserciti, a cui si rende omaggio con un piccolo museo, un punto panoramico, una cripta; e ancora il Museo del Risorgimento di Custoza, con gli equipaggiamenti e le armi dell'epoca, i Documenti storici, i cimeli, le vecchie divise.

Custoza tra epopea risorgimentale e paesaggi panoramici

E naturalmente la Casa del Tamburino sardo, che nel 1848 fu teatro di un famoso episodio di eroismo, quando un giovane milite, sfuggito all’assedio in cui versava la sua pattuglia, riuscirà a correre a chiamare rinforzi. Colpito più volte dagli austriaci, verrà ferito e perderà una gamba, ma riuscirà a raggiungere il battaglione e a far mettere in salvo i suoi compagni.

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L‘Ossario di Custoza circondato dai vigneti a Sommacampagna (Vr) - foto: Shutterstock

Un eroe ragazzo consacrato alla letteratura da Edmondo De Amicis che ne scriverà in libro “Cuore” e oggi rivive nel panoramico sentiero escursionistico che percorre il crinale del monte Croce, tre chilometri che alternano vigneti, gelsi, robinie e si aprono a scorci panoramici d’effetto su Verona, il Monte Baldo, il gruppo del Carega e l’alta Lessinia.

Un territorio davvero denso di luoghi da conoscere per chi ha a cuore l’argomento, come la villa e la chiesetta del Monte Godi, che fu l’ultimo baluardo di resistenza della battaglia di Custoza del 25 luglio 1848; il Santuario di Madonna del Monte, dove nel 1848 combatterono volontari toscani e Bersaglieri e tanto altro ancora, magari consultando il sito del Museo Diffuso del Risorgimento , con i musei visitabili del veronese, mantovano e reggiano.

Custoza Doc: storia di un vino dalle palafitte ad oggi

Tuttavia Custoza, antica guarnigione romana sul tracciato della via Postumia è anche un’area di grandi vini, con un’enogastronomia di non poco conto, che con il celeberrimo vino Custoza incarna in pieno l’identità territoriale. È nel febbraio 1971 che il Custoza diventa Doc, ma il vino in quest’area conserva tradizioni che risalgono all’epoca delle palafitte, lo sappiamo grazie ai vinaccioli di Vitis Silvestris ritrovati a Pacengo di Lazise e Peschiera del Garda (Vr), fino ad arrivare al IX secolo e al Medioevo quando compaiono tracce Documentali di produzioni copiose e al XIX secolo, quando la parola Custoza, diventa di uso comune nella viticoltura veronese.

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Custoza Doc: storia di un vino dalle palafitte ad oggi (foto: custoza.wine)

Poi gli anni ’80, con la viticoltura della zona di produzione del Custoza Doc che viene ripensata, mettendo ordine e puntando alla valorizzazione dei vecchi vitigni storici del Custoza: la Garganega, la Bianca Fernanda (un clone locale del Cortese), il Trebbianello (un biotipo locale del Tocai friulano), più una serie di altri più o meno minori.

Nove comuni compongono l’area della denominazione: Lazise, Peschiera del Garda, Castelnuovo Veronese, Sona, Bussolengo, Pastrengo, Sommacampagna, Villafranca di Verona, Valeggio sul Mincio, distribuiti nell’anfiteatro morenico culla del Custoza, con le sue colline lievi di origine glaciale e forma allungata, il suo clima che d’estate è caldo e d’inverno e tendenzialmente freddo ma temperato dal vicino Lago di Garda, con i suoli ghiaiosi, sassosi, argillosi, ricchi di scheletro, che nel bicchiere conferiscono quell’inconfondibile approccio minerale e sapido.

Custoza Doc Le Tende 2023 - Le Tende

L’antica Dogana Veneta di Lazise , costruita nel 1300 dalla Repubblica di Venezia per regimentare le merci in transito da e per la Lombardia, la dice lunga sulla vocazione ai commerci della località gardesana, rinomata già nell’antichità per le produzioni vitivinicole. Qui tra Colà di Lazise e Cavaion Veronese nella culla del Bardolino Classico e del Custoza, sorge l’azienda agricola Le Tende, il produttore più a nord della Doc Custoza, 14 ettari vitati, un tempo parte della tenuta Bevilacqua, ubicati su terreni calcareo sabbiosi, protetti dalle colline moreniche e dal massiccio del Baldo, che grazie al clima temperato del Garda, esprime vini aromatici e minerali. Una piccola realtà che si origina negli anni novanta, grazie all’unione di intenti tra le famiglie Fortuna e Lucillini, con produzioni annue che si aggirano sulle 100.000 bottiglie.

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Custoza Doc Le Tende 2023 in abbinamento al Carpaccio di gamberi rossi alla pizzaiola dello chef Francesco Gotti della Nazionale Italiana Cuochi

La scelta del biologico si concretizza nel 2012 e va nella direzione del rispetto del pianeta e delle buone pratiche in campagna e in cantina, mettendo al bando sostanze chimiche di sintesi ed erbicidi, con il timone dell’azienda equamente diviso tra Mauro Fortuna e Franco Lucillini, che si occupa anche di disegnare le etichette delle bottiglie. Il lavoro di questi anni si è finalizzato sullo studio dei vitigni autoctoni e non solo, lasciando emergere produzioni di pregio come il Cabernet Sauvignon “Cicisbeo” e il Custoza “Le Tende”. Quest’ultimo, colpisce per freschezza e intensità, si estende su due ettari e mezzo, con vigne piantate tra il 1978 e 2008, su rilievi intorno ai 120 mt. di altezza, una bella interpretazione del Custoza con una cifra stilistica ben delineata, molto diretto, immediato, goloso. Al naso fresco, con una bella parte citrica, sapida, floreale, armoniosi sentori di mandorla, fiori e frutta tropicale, macchia mediterranea, gelsomino, ibiscus. Al palato è sapido, fresco, intenso, con ritorni lievi di fiori di campo, elicriso, cardo, camomilla, rosmarino e un finale bello pulito, che lascia intuire interessanti abbinamenti gastronomici.

Varietà: Garganega, Tocai, Cortese, Trebbianello
Forma di allevamento: Guyot
Prezzo medio: € 7,00 / 9,00
Abbinamento consigliato: Carpaccio di gamberi rossi alla pizzaiola - ricetta dello chef Francesco Gotti della Nazionale Italiana Cuochi

Amedeo Custoza Superiore 2022 - La Cavalchina

La Cavalchina. Un interessante realtà produttiva in località Sommacampagna (Vr), immersa tra i colli morenici del Garda e le atmosfere risorgimentali del basso Veronese, non distante da dove si erge l’obelisco di ardesia che ricorda il ferimento del principe Amedeo di Savoia, nella battaglia del 1866. Tutto nacque con il fondatore Luciano Piona, un eclettico industriale della pelle, che acquisì i primi vigneti e nel 1948 edificò la cantina, affiancando fino al 1967 una distilleria di vinacce. Tra le poche aziende dell’epoca a realizzare scarpe da calcio, entrò nel mondo del football affiancando alle sue molteplici attività quella di procuratore di giocatori, ma coltivando anche la passione per la lirica, tanto che Maria Callas verrà ospite nella tenuta. Luciano Piona sarà il primo a chiamare “Custoza” il vino bianco locale, indicando una sua formula, a base dei vitigni Fernanda, Trebbiano e Garganega e i suoi prosecutori Giulietto, Luciano, Franco, insieme a Francesco e Giulia, figli di Luciano, sapranno continuare con la medesima intraprendenza.

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Amedeo Custoza Superiore 2022 de La Cavalchina in abbinamento alla Roulade di pollo ai fichi alla contadina dello chef Lorenzo Alessio della Federazione Italiana Cuochi

Che qui si producesse vino di qualità fino da metà Ottocento, viene confermato dal catasto asburgico che già allora registra la presenza di un certo numero di vigneti giudicati particolarmente resistenti e di qualità, classificati di prima e seconda categoria e oggi la Cavalchina continua su quelle orme, confermandosi un brand radicato nella tradizione con un’apprezzabile visione prospettica. Suoli morenici, calcarei, argillosi, ghiaiosi, con vigneti intorno ai 150 mt. esposti a sud e vendemmie manuali effettuate a seconda del grado di maturazione, scrupolosamente selezionate, esprimono un Custoza dalle notevoli peculiarità espressive. La vinificazione si svolge tenendo ben presente le diverse caratteristiche delle uve, considerando la diversa natura dei vitigni.

La Fernanda viene vinificata in seguito al congelamento delle uve; la Garganega si vinifica in leggera riduzione; Trebbiano e Trebbianello in modo più tradizionale, fino alla decantazione statica dei mosti, dopo la chiarifica, senza ricorrere alla malolattica. La cuvée Custoza Amedeo, si definisce verso la fine maggio, per poi affinare qualche mese in bottiglia, ed essere pronta in settembre. Al naso colpisce per un convincente spettro olfattivo, concentrato, in leggera riduzione, con una lieve pietra focaia, fresco, aromatico, fruttato, denso di sentori leggermente amandorlati, agrumi, sambuco. Al palato il sorso è complesso, pieno, ricco, in armonia tra sapidità e acidità, con retrogusto pulito e note di frutta esotica, fiori di campo e pompelmo. È tra i Custoza che meglio affrontano lo scorrere del tempo, tra i più celebrati per l’invecchiamento.

Varietà: Garganega, Fernanda, Trebbianello, Trebbiano Toscano
Forma di allevamento: Guyot
Prezzo medio: € 9,00 / 16,00
Abbinamento consigliato: Roulade di pollo ai fichi alla contadina - ricetta dello chef Lorenzo Alessio della Federazione Italiana Cuochi

Custoza Riserva Sub 27 2019 - Gorgo

Dopo gli studi classici a Verona e aver intrapreso la carriera forense, Roberta Bricolo sceglie la campagna, decidendo di cogliere il testimone dai genitori, per diventare imprenditrice nel vino. Roberta guida con determinazione l’azienda fondata dai genitori nel 1975, sulle colline moreniche tra Verona e il lago di Garda, puntando sul territorio, sulla biodiversità e sulla sostenibilità, senza scendere a compromessi, continuando nel segno tracciato da papa Roberto e mamma Alberta, che negli anni ’80 seppero affermarsi consolidando una reputazione specchiata, cogliendo successi internazionali. La certificazione biologica arrivata nel 2014 che oggi si estende a 53 ettari vitati è la naturale conseguenza di un approccio intrapreso da diversi decenni, che punta alla valorizzazione dei vigneti storici, guarda all’ambiente e alle persone, salvaguardando le risorse del territorio.

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Custoza Riserva Sub 27 2019 di Gorgo in abbinamento allo Spaghettino freddo, pomata di mandorla e gamberi dello chef di Fabio Dodero del Ristorante Metis di Roma

I lavori di restauro e ampliamento della sede, utilizzando la pietra di Vicenza, il nembro veronese e i materiali tipici dell’architettura veneta, creano un’armonia di linee architettoniche, che integrano la cantina alla villa, grazie al progetto dello studio “Bricolo-Falsarella”, che ha ripreso il concetto di brolo-giardino, tipico delle ville venete, con un impatto perfettamente inserito nel contesto. In campagna i suoli fertili delle colline moreniche di origine glaciale, a base di limo, humus, ciotoli, sassi, sono da nutrimento ai vigneti, mentre all’interno si svolge la vinificazione, attraverso la pressatura soffice, la criomacerazione e la fermentazione in acciaio, lasciando il vino sulle fecce fini all’interno dei tini per 3-4 mesi, fino al momento dell’imbottigliamento. Un Custoza che non ti aspetti, che già al naso restituisce grande piacevolezza e personalità, con sentori mediterranei, di elicriso, aloe, rosmarino, ma anche frutti a polpa bianca e gialla, frutti esotici, agrumi, mandorla. Al palato non disattende, con belle sensazioni di grassezza, sapidità, croccantezza, fragranza, ed è denso, con una bella concentrazione e un sapiente uso del legno, insieme a note di erbe officinali, fiori di campo, fieno, per chiudere con un tocco salino e minerale, che contribuisce a una notevole bevibilità e a una coinvolgente persistenza.

Varietà: Trebbiano toscano, Garganega, Cortese, Tocai friulano.
Forma di allevamento: Guyot
Prezzo medio: € 9,50 / 16,00
Abbinamento consigliato: Spaghettino freddo, pomata di mandorla e gamberi - ricetta dello chef di Fabio Dodero del Ristorante Metis di Roma

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