Il territorio, negli ultimi trent'anni, è diventato una variabile di scelta sempre più importante, in campo alimentare: almeno fra noi italiani, che al cibo dedichiamo un'attenzione esagerata, o quasi. Un'azienda vitivinicola come Gradis'ciutta, capitanata dall'aitante Robert Princic, fa del territorio la sua narrazione principale: ci troviamo nel Collio, la prima zona del Friuli-Venezia Giulia ad ottenere la Denominazione di Origine Controllata nel 1969, collocata tra l'Isonzo, lo Judrio e l'imponente catena montuosa delle Alpi Giulie. La qualità delle uve da vendemmia è legata ad un microclima ottimale, mite e temperato, caratterizzato da piogge frequenti, con pendii estesi a perdita d'occhio che garantiscono ampie superfici esposte a mezzogiorno. La vicinanza delle Prealpi Giulie funge da scudo contro i venti freddi, mentre la prossimità della costa adriatica contribuisce alle escursioni termiche estive.

Gradis'ciutta, la Ribolla Gialla protagonista a Milano
Gradis'ciutta, la storia
In questo contesto binazionale e multilingue, l'avventura di Robert Princic comincia dopo gli studi in Enologia e Viticoltura a Conegliano: nel 1997 Robert, all'età di vent'anni, decide di reindirizzare la storia della piccola azienda di famiglia, dato che sia il nonno sia il padre avevano acquisito alcune proprietà terriere per coltivare uva, successivamente venduta a terzi.

Robert Princic, titolare di Gradis'ciutta
È così che nasce l'azienda di oggi, Gradis'ciutta: il nome prescelto è ispirato al toponimo di una località nel cuore del Collio, da secoli dimora di vitigni eccellenti e strettamente legata alla storia della famiglia Princic. Un modo come un altro per esprimere il proprio attaccamento alla terra, all'identità familiare e a una tradizione vitivinicola che estende le radici in epoche lontane.
Gradis'ciutta si presenta a Milano
A Milano, presso il ristorante “Isola” del Gran Meliá Hotel in Cordusio, il racconto di Robert Princic si è snodato al di qua e al di là del confine italo-sloveno, usando i vini come punti cardinali. «Sono qui - esordisce Robert - per raccontarvi una storia di confini e divisioni, ove per tanti anni i soldati schierati potevano spararti se ti avvicinavi troppo, ove il contrabbando ha avuto un ruolo nell'economia locale di sopravvivenza, tanto per intenderci. Una storia non facile, ed è per questo che fa piacere raccontarla attraverso la bevanda che serve a rallegrare le persone, con tutto il rispetto per gli astemi. Oggi ci dedichiamo in particolare alla Ribolla Gialla, in sloveno Rumena Rebula. Questo vitigno è stato battezzato con tanti nomi ed è una realtà in crescita nell'areale del Collio, ma si lascia un millennio alle spalle: le prime testimonianze risalgono all'anno 1000, e in tutti questi secoli è cambiato molto, se si pensa che in passato veniva vendemmiato a fine ottobre ma poi risultava difficile gestire il residuo zuccherino».

Il “Sinefinis Rebolium” di Gradis'ciutta
«Oggi - prosegue - grazie alla tecnologia siamo su un altro livello, e spumantizzare la Ribolla è ormai una prassi. Quella che andiamo a degustare è un metodo classico, si chiama “Sinefinis Rebolium” e ha una storia bellissima: è il frutto della collaborazione col mio ex compagno di studi Matjaz Cetrtic, che vive nella confinante regione del Brda in Slovenia. Come segno di unione di due culture e due territori di frontiera nasce "Sinefinis", termine di ispirazione latina che rimanda all'assenza di confini e di fine. Io e Matjaz diciamo che è un vino “made in Europe”, in quanto ciascuno di noi vinifica una base, poi si assemblano le due masse e si fa rifermentare come minimo per 40 mesi in bottiglia. Ne siamo molto orgogliosi, anche perché lo abbiamo presentato nel 2011 a Roma alla presenza dei due presidenti della Repubblica. Ma anche il “Collio Riserva” merita qualche onore, visto che si ispira alla tradizione dei bianchi colliani venduti in passato nei mercati dell'Europa centrale, e che a partire dal nome desidera esprimere tutta la forza del terroir da cui deriva. Siamo partiti nel 2009 con la volontà di produrre un bianco vinificato solo con i vitigni autoctoni Ribolla Gialla, Malvasia Istriana e Friulano, fermentato in botti di legno da dieci ettolitri. C'entra la storia, ancora una volta, poiché si rinnova l'usanza secolare di unire in uvaggio la varietà più diffusa - la Ribolla - con l'aggiunta delle altre due più apprezzate dai consumatori».
Gradis'ciutta, la degustazione
Lo spumante inclusivo, il vino che aiuta a dimenticare amare divisioni, ossia “Sinefinis Rebolium", si faceva apprezzare per le bollicine fini e persistenti; al naso emergevano delicati aromi di limone, mentre i lieviti e la crosta di pane rimanevano sullo sfondo. In bocca era fresco ed elegante, piacevolmente sapido, lo abbiamo gradito con la Tartare di ricciola del ristorante “Isola” al Gran Meliá e ne abbiamo lasciato un pochino nel bicchiere, per poterlo provare con i Tagliolini ai ricci di mare: combaciava.

Il Collio Riserva di Gradis'ciutta
Il “Collio Riserva 2019” ha offerto prestazioni notevoli dal punto di vista aromatico, e quindi rientrava nella categoria dei bianchi complessi: facile recuperare rimandi alla frutta a polpa bianca, erbe officinali e fiori di ginestra, con un tocco gessoso a rifinitura. In bocca il sorso era sapido e profondo, con un finale ben impostato che richiamava i frutti e i fiori già percepiti all'olfatto. Buono pure l'apparentamento col galletto alla mugnaia con capperi e limone, rimasto però un po' in soggezione rispetto alla complessità di questo bianco, che ci ha promesso una spensierata versatilità ed una longevità tutta da scoprire.
Gradis'ciutta, focus sulla sostenibilità
Non possiamo chiudere senza ricordare che fin dal 2018 l'azienda Gradis'ciutta ha ottenuto la certificazione biologica: un grande traguardo aziendale frutto della costanza di 10 anni di lavoro, avendo sempre di mira il rispetto del territorio e delle persone impegnate nella cura dei vigneti. Fa piacere constatare che il progetto di Robert Princic e famiglia, per come va avanti, può dar prova che l'amore per la propria terra riesce non solo a sbiadire i confini, ma pure a promuovere l'ecosostenibilità.
Località Giasbana, 32/A 34070 San Floriano del Collio (Go)