Cabreo Nino, ultimo nato in casa Folonari Il vino con note di amarena e spezie

29 aprile 2015 | 16:23
Un vino rotondo e morbido, ricco di profumi di frutto rosso, dal gusto avvolgente con note di amarena miste a sentori di spezie, per palati esigenti e avvezzi a grandi rossi dai tannini setosi e mai aggressivi, eleganti senza rinunciare a una riconoscibile personalità che tuttavia non sconfina nella volgare muscolarità. Un vino nuovo ma carico di tutte le suggestioni e di tutta l’identità della sua terra, per celebrare un grande protagonista del passato, l’uomo della svolta in famiglia, in azienda e perfino nell’intero pianeta del vino italiano.



Da Zano, nelle Tenute Ambrogio e Giovanni Folonari (nella foto), arriva l’ultimo nato della famiglia Cabreo, “Nino”, un Igt Toscana composto da uve Sangiovese e Colorino, presentato in occasione dell'ultima edizione di Vinitaly. Uve raccolte nella vendemmia 2011 da una selezione dei vigneti delle Tenute del Cabreo, scelte da mani esperte coadiuvate da una modernissima tecnologia a cernita ottica e quindi vinificate a temperatura controllata; successivamente, dopo la doppia fermentazione, a gennaio 2012 il blend è andato in carati di rovere dove è rimasto ad affinare per 18 mesi, e gli ultimi 6 mesi li ha passati in bottiglia.

Dai “fratelli maggiori” della famiglia Cabreo (termine che ricorda i libroni su cui anticamente si inventariavano i beni delle amministrazioni ecclesiastiche o signorili), “Nino” eredita l’elegante packaging con il caratteristico marchio, ma con un elemento in più. La scritta “Nino”è la firma di Nino Folonari, al quale il nuovo vino è dedicato e dal quale prende il nome. Giovanni Folonari, detto Nino (1899-1979), era il padre di Ambrogio e il nonno di Giovanni.



Discendente da una famiglia bresciana attiva nel mondo del vino fin dal 1700, dopo la Seconda Guerra Mondiale fu lui a far ripartire la Ruffino di Pontassieve (che il padre Italo aveva acquistato nel 1913) completamente distrutta dai bombardamenti; nel 1963 partecipò attivamente alla formazione della legge che istituiva anche in Italia le denominazioni del vino, tanto da diventare anche presidente di Federvini (carica ricoperta in seguito anche dal figlio Ambrogio) e soprattutto comprese la necessità di elevare la qualità del vino quotidiano senza però eccessivi aumenti di prezzo: proprio a lui si deve la svolta del vino in bottiglia, confezionato e distribuito con una propria etichetta, mentre in precedenza le famiglie e le osterie andavano in cantina ad acquistare il vino in damigiana per poi infiascarlo a casa propria.

E fu proprio Giovanni “Nino” Folonari a volere le nuove radici toscane della famiglia e dell’azienda, con l’acquisto della tenuta di Zano nel 1967 e poi di Nozzole nel 1971. Per questo, Ambrogio e Giovanni Folonari gli rendono omaggio oggi con questo rosso che esprime tutta la sua tipicità, grazie alla presenza di uve autoctone della Toscana e della zona del Chianti Classico come appunto il Sangiovese e il Colorino.

«L’idea - spiegano Ambrogio e Giovanni Folonari - è quella di un vino di forte impronta familiare, chiaramente identificabile anche con il territorio: del resto è quello che chiede il mercato, finita la corsa alle suggestioni mediatiche verso vini troppo moderni c’è il ribaltone proprio a caccia di identità e di territorio. E a questo contribuisce in maniera particolare la presenza dell’uva Colorino, una bella tradizione per i vini da invecchiare che un tempo venivano realizzati anche con uve bianche e avevano bisogno di un sopporto in colore e in struttura».

Cabreo Nino, prodotto in edizione limitata (2mila bottiglie, 500 magnum e 60 doppio magnum), è un vino di fascia alta (esce dalla cantina a 40 euro + Iva), destinato al settore Horeca e in particolare alla ristorazione, e poi ai collezionisti, soprattutto italiani.


Tenute Folonari
Via di Nozzole 12, località Passo dei Pecorai - Greve in Chianti (Fi)
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Alberto Lupini


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