Consorzio Oltrepò Pavese: tre donne per un posto da presidente

Salgono le quotazioni per Francesca Seralvo, in campo anche Ottavia Vistarino e Valeria Radici Odero. La presidente uscente, Gilda Fugazza, non è stata riconfermata in Consiglio di amministrazione. Il 14 marzo fissato il cda

02 marzo 2024 | 16:26
di Stefano Calvi

Tre donne per la carica di presidente del Consorzio tutela vini Oltrepò Pavese. Dopo l'uscita di scena nell’ultima assemblea per eleggere il nuovo Consiglio della presidente uscente Gilda Fugazza, che non è stata riconfermata nemmeno in Consiglio di amministrazione, si profila l'elezione sempre di una donna del vino: salgono le quotazioni di Francesca Seralvo, titolare della Tenuta Mazzolino di Corvino San Quirico, ma restano in campo anche le candidature di Ottavia Giorgi di Vistarino (Conte Vistarino) e di Valeria Radici Odero (Frecciarossa). Nelle ore scorse è stata definita la data del prossimo cda, quello in cui sarà effettivamente eletto il presidente. È in programma il 14 marzo la riunione di insediamento del cda, come da prassi, durante la prima riunione il consiglio d'amministrazione provvede alla nomina del presidente, che rimarrà in carica per il prossimo triennio.

Presidente Oltrepò Pavese, la scelta cadrà su un produttore di filiera

Al di là di chi sarà eletto al vertice, sarà un cda che segnerà la storia del Consorzio e degli equilibri in seno all’Oltrepò Pavese. In ogni caso, la scelta cadrà su un produttore di filiera. La votazione di mercoledì 27 febbraio ha consolidato l'alleanza tra le due cooperative sociali del territorio, Terre d'Oltrepo e Torrevilla, che hanno sostenuto e fatto convergere i loro voti sui candidati dei produttori di filiera.

Se a pochissime ore dall’elezione del nuovo Cda il Ceo di Terre d’Oltrepò, Umberto Callegari, aveva sottolineato la nascita di un “patto di territorio” che lega le cooperative e i produttori privati, questa volta è il presidente di Torrevilla, Massimo Barbieri, eletto in Cda, a sottolineare che il ritorno nel Consorzio della cooperativa, dopo lo strappo avvenuto nel 2017, ha come unico obiettivo quello di creare e di valorizzare un unico territorio, l’Oltrepò.

«Qualità, ricerca, passione - sottolinea Massimo Barbieri - ecco i valori cardine che cerchiamo di portare avanti insieme, giorno dopo giorno, unendo il rispetto e la celebrazione della tradizione vitivinicola dell’Oltrepò Pavese, territorio portatore di una lunga storia nel settore, a un’apertura lungimirante verso il futuro. Oggi l’intento del Consorzio Oltrepò è quello di mettere da parte i personalismi e concentrarci sulle necessità effettive attraverso la tutela della produzione: condurre dunque un vero e proprio cambiamento».

Del resto, è sotto gli occhi di tutti l’interesse progressivo da parte dei produttori nei confronti dell’Oltrepò Pavese ed è per questo che la sinergia rappresenta l’unica via per un percorso virtuoso di sostegno alla filiera produttiva. Nessuno si sbilancia su chi potrebbe fare il presidente, nonostante i nomi delle tre donne del vino siano quelle più papabili e sicuramente quelli più rappresentativi per un nuovo corso del Consorzio. Si attende la data del 14 marzo per capire quale strada sceglierà il Cda. «Il presidente del Consorzio - continua - mio avviso dovrà essere un presidente di filiera che sia effettivamente rappresentativo degli interessi di una collettività. L’obiettivo, raggiunto grazie al dialogo tra le Cooperative, è soltanto un punto di partenza per un lavoro in divenire sul quale verremo valutati».

Da Terre d’Oltrepò contestati i rincari delle quote

Nell’intervista a una testata locale, il ceo di Terre d’Oltrepò, Callegari, l’altro artefice del “patto” cooperative e produttori ha sottolineato alcuni “vizi” dell’assemblea svoltasi in settimana evidenziando che all’ordine del giorno sono stati inseriti dei punti che, se approvati, avrebbero condizionato l’operato del futuro Cda eletto.

In primis gli aumenti proposti delle quote per quanto riguarda la Doc Pinot Nero vinificato in rosso e per la Docg base spumante, si sarebbe trattato di un aumento significativo del circa 300%. Punti non approvati proprio perché Terre d’Oltrepò si è messa di traverso come sottolineato, nell’intervista, dallo stesso Callegari: «L’inserimento di questi punti all’ordine del giorno sono un vizio di forma, ma anche di sostanza. Ho chiesto che tali decisioni fossero discusse in un altro momento, sicuramente a Cda eletto. È un argomento molto importante, noi tutti vogliamo che le denominazioni vengano utilizzate da più produttori possibili, ma penso che aumentare i costi del 300% sia una strada, ma sicuramente non la strada giusta. Avrebbe sicuramente un effetto contrario perché andrebbe a caricare i costi dei produttori che si sarebbero allontanati di più da queste tipologie di produzione».

Oltrepò Pavese e il sistema di tracciabilità dell’Igt

Fra i punti tecnici proposti all’assemblea, è stata approvata la proposta di richiedere a Regione Lombardia di attivare un sistema di tracciabilità per l’Igt, pratica che garantisce maggiore tutela sul confezionamento dell’Indicazione Geografica Provincia di Pavia.

Interpellata su questa questione la ex presidente Gilda Fugazza, ha commentato: «Sono contenta che l’assemblea abbia compreso l’importanza della richiesta tecnica che sarà portata avanti in Regione Lombardia. Lo considero un successo del Cda uscente, che ringrazio per il lavoro svolto insieme fino a qui, e mi auguro che anche in futuro il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese prosegua sull’unica strada perseguibile per il successo e il valore del nostro mondo del vino, quella della serietà, della sostenibilità anche economica, del rispetto delle regole, della valorizzazione e tutela delle Denominazioni».

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Alberto Lupini


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