Cosa guardano Gen Z, Millennials e Boomers quando acquistano vino?

Secondo la ricerca di Swg, commissionata da Carrefour Italia insieme a Ferrari Trento e Gruppo Zonin1821, il 44% della Gen Z beve vino per stare con gli altri

13 ottobre 2023 | 15:04

Raccontare il vino, oltre l’etichetta, una bella sfida! La ricerca di Swg, commissionata da Carrefour Italia insieme a Ferrari Trento e Gruppo Zonin1821, ci racconta i driver di scelta, dall’etichetta al produttore. La socialità resta l’occasione primaria di consumo di un buon bicchiere di vino, indipendentemente dall’età. Cresce l’interesse per il Made In Italy e il territorio d’origine.

Il vino? Immancabile nelle serate in compagnia della Gen Z

Come detto, la ricerca presentata in occasione della Milano Wine Week 2023, aveva l’obiettivo di indagare i driver di scelta per l’acquisto del vino, ovvero cosa spinge i consumatori a scegliere, tra un’ampia scelta di possibilità, una bottiglia rispetto a un’altra.

Attraverso degustazioni e iniziative aperte al pubblico, Carrefour si fa promotore di una nuova visione del vino, avvicinando le persone alle eccellenze vinicole italiane. L’indagine rivela che la maggioranza dei consumatori è mossa dallo stare in compagnia, giovani in primis. Il 44% della Gen Z dichiara infatti di sentirsi festaiolo, e beve vino per stare con gli altri, vedendo quindi il prodotto come uno spunto per socializzare. Con l’alzarsi dell’età, ci si sofferma maggiormente sulla qualità del prodotto, prendendosi il giusto tempo per degustarlo, nominata come occasione di consumo primaria dal 28% della Gen X.

I Millennials, invece, sono un target senza troppe pretese sul vino, che ama circondarsi di momenti di scambio, davanti a un buon bicchiere, indipendentemente dalla conoscenza del prodotto: ben il 33% si definisce un consumatore di vino basico. Tra il campione analizzato solo il 4% si definirebbe un collezionista, il gruppo di chi lascia invecchiare i vini per conservarli per momenti futuri.

La scelta del vino: per i Boomers conta il territorio

In merito alle caratteristiche più ricercate, invece, sono i Boomers la categoria di risalto. In 5 categorie su 6, la classe Boomers è quella che maggiormente ha riferito essere sempre più attenta al territorio e alla produzione italiana.

Dove si compra il vino? Supermercato in testa

Tra i canali di acquisto maggiormente consultati, è proprio il supermercato a confermarsi come canale di vendita preferito da oltre il 60% degli intervistati, e davanti allo scaffale la zona di provenienza del vino è il secondo fattore maggiormente osservato nella scelta, segno del crescente interesse e attenzione verso il territorio di provenienza da parte del consumatore finale.

Acquisto di vino, il territorio conta più della marca

Ancora una volta, il vino si dimostra molto più di una semplice bevanda, ma un prodotto culturale che permette di passare dell’ottimo tempo in compagnia, racchiudendo in sé territorio, tradizione e convivialità. Sono questi, infatti, tratti evocativi intangibili che più di altri ci attraggono verso un vino piuttosto che un altro rispettivamente per il 50%, 39% e 38% delle persone intervistate.

Nello storytelling del vino il territorio è posto al centro per circa 1 persona su 2 (52%), mentre il “produttore” e la “marca” incidono ancora poco sui consumatori (23% e 15%). Interessante, tuttavia, la predilezione per narrazioni calde (37%) e coinvolgenti (35%), che raccontano cosa si cela dietro la produzione di un’eccellenza del territorio, oltre al prodotto.

L’importanza dell’estetica nell’acquisto del vino

Dalla ricerca emerge un ulteriore aspetto interessante, collegato all’importanza dell’estetica delle etichette dell’industria vinicola: un biglietto da visita double face per giovani e senior. I giovani risultano essere più attratti dagli elementi innovativi di design (24%), da dettagli come rifiniture, rilievi e materiali particolari (21%). I più adulti sono maggiormente attenti ai contenuti informativi (56%), come il territorio/regione di provenienza, il vitigno, le denominazioni d’origine e le gradazioni alcoliche. Il nome del produttore in etichetta occupa un ruolo di secondo rilievo (20%) e incide poco anche nei processi di scelta di fronte allo scaffale. Sempre in etichetta, quello che fa la differenza è l’area geografica (47%) e il tipo di vitigno (37%). Solo in ultima battuta (4%) viene preso in considerazione il tema premi e riconoscimenti. Tra gli altri aspetti attenzionati, la denominazione d’origine (35%) e la gradazione alcolica (33%).

Da Carrefour la democratizzazione del mondo del vino

Proprio per rispondere alle esigenze delle nuove generazioni, e contribuire anche ad una consapevolezza sempre maggiore delle eccellenze vinicole presenti nel territorio italiano, Carrefour si impegna nella democratizzazione del mondo del vino, per renderlo sempre più accessibile e attraente agli occhi di un target sempre più esperto. In questa direzione è l’impegno dell’azienda per offrire nei propri punti vendita un’offerta vinicola di grande qualità, grazie un’accurata selezione dei fornitori, con cui si impegna a mantenere relazioni di valore, e la creazione di oltre 150 referenze esclusive Carrefour, di cui oltre 80 studiate a quattro mani con i produttori locali.

L’apertura lo scorso maggio, dello store Terre d’Italia in zona De Angeli, rappresenta un ulteriore tassello nella volontà di promuovere un consumo di vino consapevole, impegnato e sempre più rotondo.

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Alberto Lupini


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