Ecco perchè i vini toscani conquistano il carrello degli italiani

Le vendite presso la grande distribuzione compensano in parte l'export in frenata e le perdite dell’Horeca con performance migliori degli altri vini DOP italiani. Cresce Sud . Le aziende toscane reagiscono alla crisi accelerando sull'e-commerce mentre i viaggiatori del gusto aumentano cercando un enoturismo con experience

15 maggio 2021 | 12:09
di Vincenzo D’Antonio
È pervasivo l’impatto della pandemia sul mondo del vino. Ed in questa sua pervasività appaiono evidenti anche le mutazioni che avvengono nello scenario della comunicazione delle nuove annate, le cosiddette anteprime che nei tempi che furono si svolgevano in genere a febbraio, anticipando il Vinitaly ad aprile, e che adesso, con un Vinitaly direttamente pianificato nell’anno 2022, si svolgono tra maggio e giugno.

Solo danni, da ciò? Non è detto. Ancora una volta, menti brillanti, più propense a guardare avanti piuttosto che a piangersi addosso e a pensare a “tavoli” vari, sanno capovolgere la minaccia in opportunità e concorrono con lodevole senso di responsabilità e commendevole vision a delineare lo scenario nuovo.



È il caso della Toscana, che il virtuoso approccio sistemico, con efficacia di ruoli, lo palesa nei fatti piuttosto che limitarsi ad enunciarlo come mai attuato goodwill. La Wine Week 2021 è cominciata venerdì 14 alla Fortezza da Basso con PrimAnteprima 2021, Anteprima collettiva regionale promossa da Regione Toscana insieme a Camera di Commercio di Firenze e organizzata da PromoFirenze e Fondazione Sistema Toscana.

Questo il fitto calendario della Wine Week 2021:

15 maggio Chianti Lovers – Consorzio vino Chianti e Consorzio Morellino di Scansano

domenica 16 e lunedì 17 maggio (mattina) – Benvenuto Brunello – Consorzio del vino Brunello di Montalcino

lunedì 17 maggio (pomeriggio) e martedì 18 maggio Anteprima Nobile – Consorzio del vino Nobile di Montepulciano

mercoledì 19 maggio Anteprima della Vernaccia di San Gimignano – Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano

giovedì 20 e venerdì 21 maggio Chianti Classico Collection – Consorzio vino Chianti Classico


A PrimAnteprima 2021 hanno ottenuto incrementale visibilità 12 consorzi emergenti. Emergenti a voler qui intendere non ancora robusti al punto tale da poter divenire “tappa” della Wine Week.  
Se paragone calcistico di viva attualità per un attimo ci fosse concesso, diremmo che ci sono consorzi da Superlega e consorzi con dignitoso agone in campionato pur sempre autorevole. È una constatazione; assolutamente non si critica ciò, anzi, si apprezza l’evolvere dello scenario.

Questi i 12 consorzi: Bianco di Pitigliano e Sovana, Candia dei Colli Apuani, Carmignano, Chianti Rufina, Colline Lucchesi, Cortona, Maremma Toscana, Montecucco, Orcia, Terre di Pisa, Val di Cornia e Suvereto, Valdarno di Sopra.

In totale, mediante degustazioni professionali in adeguata tasting room, sono state presentate 170 aziende tra le più dinamiche e promettenti del panorama regionale, per un totale di 400 etichette.

Da interessante dibattito, così piacevolmente volto al nuovo, senza tavoli, senza podi, senza saluti delle autorità, briosamente condotto da Tinto di Decanter - Radio2, sono scaturiti spunti di riflessione sui quali torniamo.
Tra i partecipanti, la vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi, il presidente della Camera di commercio di Firenze Leonardo Bassilichi, il presidente di PromoFirenze Massimo Manetti, il direttore di Fondazione Sistema Toscana Francesco Palumbo, il neo-eletto Master of Wine Gabriele Gorelli, il Presidente di AVITO Francesco Mazzei, la sindaca di Suvereto e coordinatrice delle Città del Vino della Toscana Jessica Pasquini e la presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico Roberta Garibaldi e Fabio del Bravo di ISMEA.  



Molto interessanti le parole di Stefania Saccardi, Vicepresidente ed Assessora all’Agroalimentare della Regione Toscana: «Siamo felici di aver fatto questa scommessa coraggiosa insieme a Camera di Commercio, PromoFirenze e Fondazione Sistema Toscana, una scommessa che al momento sembra vinta e che chiamerei della ripresa e della speranza per il settore del vino, un settore per la Regione importantissimo, per quanto riguarda il commercio, il lavoro ma che muove anche una bella fetta di turismo. Grandissimo è l’interesse che abbiamo registrato, nonostante le difficoltà e nonostante l’evento si svolga perlopiù online. Tanti gli acquirenti, le aziende, 130 buyers e 150 aziende ammesse su 250 richieste arrivate da 34 paesi del mondo. Una manifestazione che sta dimostrando di andare molto bene, che il settore vitivinicolo della Regione è in crescita, in miglioramento e ancora trainante anche per il turismo della nostra regione».

Francesco Mazzei, presidente di Avito, il super consorzio dei vini toscani (95% della produzione regionale per 260 milioni di bottiglie), così commenta: «C’è voglia di buttarsi alle spalle questa brutta parentesi della nostra storia, fatta di crisi di liquidità e stock in crescita. La Toscana del vino è stata il motore di crescita negli anni Settanta e Ottanta per tutta l’Italia e ancora oggi è un elemento di punta. Siamo pronti a fare la nostra parte. Nel primo quadrimestre del 2021 stanno arrivando importanti segnali di ripresa delle vendite sui mercati da molti Consorzi associati».

4 movimenti sul mercato

Le considerazioni dal dibattito le modelliamo ricorrendo ad un’immagine alla quale siamo abituati: il simbolo dell’hashtag.

Nel quadrato interno, l’unico quadrato delimitato, ci mettiamo il consumatore che beve il vino. Se quel consumatore non beve la bottiglia che ha comprato, nulla funziona, ma proprio niente!

Dai quattro angoli, si aprono spazi non delimitati, ad intendere che sono scenari nuovi. Nuovi scenari che, lo ribadiamo doverosamente, la pandemia ha catalizzato, ma non cagionato.



Primo spazio, correlato al primo dato da considerare: nel 2020 l'export dei vini made in Tuscany (758mila ettolitri esportati) ha subito un calo del 9% rispetto al 2019. Di contro, le vendite retail in Italia sono balzate in avanti con un +11%. Nel primo trimestre del 2021 i vini toscani di qualità sono entrati nelle case degli italiani attraverso la Gdo segnando un incremento delle vendite addirittura del 19%. Emerge il consumatore under 35, il cosiddetto segmento “pre family” (+81%).

Secondo spazio, correlato al secondo dato da considerare: E-commerce, home delivery, virtual tasting e digital B2B. Il presente del vino, figuriamoci il futuro (!), non può prescindere dalla digital society. E questo aspetto digitale impatta su tutti i processi aziendali, sia interni che esterni all’azienda. Si pensi, nelle interrelazioni tra vigneto e cantina alle applicazioni IoT (Internet of Things), si pensi ai flussi gestionali tipici dell’azienda, incluse le dichiarazioni d’obbligo per l’albo dei vigneti ed alle problematiche da ciò scaturenti. Si pensi alle relazioni con i pubblici interessati, primi fra tutti i consumatori world wide e la variegata quanto auspicabilmente efficace (altrimenti di autogoal trattasi) presenza in rete.

A proposito di virtual tasting, a dimostrazione ulteriore di quanto la realtà toscana propenda al “doing” (fare) piuttosto che al “talking” (parlare), è in corso di svolgimento BUYWINE 2021 che proseguirà fino all'11 giugno. L'incontro tra i 130 buyer di tutto il mondo, selezionati da PromoFirenze tramite la sua rete di contatti internazionali, e i seller toscani si sta svolgendo da remoto con una modalità innovativa. I buyer hanno infatti ricevuto le “Vinotte”, piccoli campioni dei vini, mentre l’etichetta vera e propria e tutti i dettagli tecnici sono stati caricati da ogni azienda sul catalogo on line visibile ai buyer.

Tre le tappe in calendario per gli incontri: Europa, Asia e Oceania, America. Ogni tappa prevede la partecipazione di oltre 40 buyer, a fronte di 50 seller per un totale di 150 aziende vinicole toscane coinvolte in BuyWine 2021. Dal 24 al 28 maggio è prevista la seconda tappa in Asia e in Australia. Dodici i  Paesi raggiunti dalle Vinotte, tra i quali Cina, Giappone, Taiwan, Hong Kong e Corea del Sud. La terza tappa, dal 7 all’11 giugno, prevede Canada, Usa, Colombia e Messico.



Terzo spazio, correlato al terzo dato da considerare: l’enoturismo che regala experience e wellbeing, di cui ha sapientemente tratteggiato scenario la professoressa Roberta Garibaldi.
È l’enoturismo 4.0 di cui trattammo recentemente in "Tempo di enoturismo 4.0. Serve qualità per attirare visitatori".

Quarto spazio, correlato al quarto dato da considerare: ma il vino, lo si vende o lo si compra?!? Sono bastevoli i due fenomeni convergenti dell’incremento dell’e-commerce e del canale retail a far comprendere che la proattività della transazione commerciale sta volgendo verso il “buy” piuttosto che verso il “sell”? E in questo frangente, come ci si rapporta nei confronti dell’horeca? Ancora con i desueti meccanismi dei gangli di intermediazione? Nella digital society è ancora sostenibile che ci siano anelli intermedi commerciali (e talvolta anche logistici) che oramai più che abilitare, frenano/allungano, la cessione del bene e la celerità/certezza dell’incasso?

Concludiamo ricorrendo nuovamente all’immagine dell’hashtag. Nel quadratino delimitato c’è il consumatore che beve la bottiglia che ha comprato.

I quattro spazi ai quattro angoli, spazi non delimitati, ospitano i quattro dati emersi da PrimAnteprima.

Insistiamo, sono spazi non delimitati: praterie vaste oppure angoletti di cortile angusto? Dipende dall’abilità e dalla volontà dei players del mondo del vino: produttori e Consorzi innanzitutto. Vorremo essere ottimisti e propendere per la vasta, ancorché gioiosa ed ardimentosa prateria. Ma non è che vorremmo, di più: lo siamo. Lo siamo, è l’esperienza della Toscana che induce all’ottimismo. Non ci sentiamo migranti di poppa, con l’occhio nostalgico rivolto al passato, bensì ci sentiamo migranti di prua, ben desiderosi di approdo su territorio nuovo.

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Alberto Lupini


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