Garda Wine Stories, un successo oltre le aspettative

Stampa altamente profilata e pubblico qualificato hanno tenuto a battesimo il primo evento organizzato dal Consorzio Garda Doc per raccontare le differenti interpretazioni dei vini del Lago, dai varietali alle bollicine

15 giugno 2022 | 12:50

Un successo che ha superato le più rosee aspettative quello di Garda Wine Stories, l’evento organizzato dal Consorzio Garda Doc alla Dogana Veneta di Lazise il 9 e 10 giugno scorsi, ideato allo scopo di far avvicinare appassionati e curiosi alle eccellenze enologiche del generoso terroir del Lago di Garda.

Una due giorni che prima ha visto impegnata la stampa di settore – una quarantina i giornalisti provenienti, oltre che dall’Italia, anche da USA, Inghilterra e Svizzera – con un focus sulla denominazione a cui sono poi seguite masterclass e degustazioni mirate coi produttori; e a seguire la giornata aperta al pubblico con la partecipazione di appassionati, di curiosi e di wine lovers desiderosi di saperne di più sui vini del Lago di Garda. Soddisfazione ampiamente diffusa anche tra i produttori che per la prima volta sono stati chiamati ad un evento unicamente ideato per divulgare la qualità e le peculiarità della Doc Garda.

Garda Wine Stories, l'entusiasmo del Consorzio 

«Abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo dati – evidenzia Paolo Fiorini, presidente del Consorzio del Garda Doc – sia sul fronte delle presenze stampa, altamente qualificate, sia sul fronte del pubblico, un aspetto quest’ultimo tutt’altro che trascurabile considerata la stagione turistica avviata e la concomitanza di eventi nelle medesime date. Il sentiment che si è respirato in Dogana durante le giornate di lavori è stato molto positivo e questo ci fa dire che stiamo lavorando nella direzione giusta per generare curiosità e appeal attorno ai nostri vini. L’idea di base che culliamo da tempo è infatti quella di creare un forte aggancio mentale che colleghi i vini del Garda Doc, le bollicine ma soprattutto i vini varietali, al comprensorio del Garda, un vero luogo dell’anima in grado di restare per sempre impresso nella memoria di chi lo vive». 

Il Lago di Garda al centro 

Fil rouge che ha guidato gli ospiti nel corso della due giorni è stato il Lago di Garda, inteso sia come paesaggio e zona a vocazione turistica, sia come area produttiva dal microclima “mediterraneo” particolarmente adatto alla produzione vitivinicola. E la luce, o meglio, la luminosità è stato individuato come il fattore naturale che rende unica l’enclave produttiva circostante il lago di Garda.

Qui, in questo spazio protetto da nord verso sud dalle catene alpine e chiuso da una cornice di colline moreniche di diversa ondulazione che si sono generate nei millenni da ripetute glaciazioni, la rifrazione generata dalla superfice dell’acqua produce un effetto un ulteriore elemento che ne arricchisce il terroir: al suolo e al clima si aggiunge infatti anche la luminosità. In questo “luogo protetto” l’effetto della rifrazione luminosa, amplificata dalla grande superfice d’acqua, produce la sensazione “marina” di un “clima amico”, accompagnato da vegetazione tipicamente mediterranea quale l’ulivo, i capperi, i limoni, i cedri, le agavi che ne arricchiscono il particolare “terroir viticolo”, enologicamente riconosciuto per tre caratteristiche: morbidezza, fruttuosità e fragranza.

Il territorio nel calice 

La terra di origine dona sempre ai vini caratteristiche ben definite che nel tempo diventano vere e proprie categorie mentali in grado di generare aspettative e suscitare suggestioni nei consumatori. Se pensiamo ad esempio al Piemonte lo associamo immediatamente a vini austeri, da meditazione; se pensiamo alla Toscana è immeditato il rimando alla potenza enologica e quasi muscolare di quelle produzioni; quando invece pensiamo al Sud la nostra mente ci riporta a sentori ricchi e fruttati. Ecco quindi che la “morbidezza” dei vini gardesani, frutto dell’unione tra la luminosità e il terroir del Lago di Garda, diviene l’elemento differenziante, la peculiarità che ne scolpisce l’origine e ne traccia l’identità, un tratto distintivo così forte tale da diventare potenzialmente l’aggancio mentale per associare queste produzioni enologiche alle terre del Garda

Quella del Garda è una “denominazione di denominazioni”. Sono infatti dieci le zone Doc che ne fanno parte e solo i vigneti che storicamente sono all’interno di aree a denominazione di origine controllata possono fregiarsi anche della Doc Garda. Da qui l’idea di raccontare tante “stories” all’interno di questo nuovo format ideato per creare il giusto equilibrio tra approfondimento enologico ed “esperienza del territorio”

 

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Alberto Lupini


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