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L’Italia del vino: tre calici delle Cinque terre

Un’area di particolare bellezza, dal 1999 protetta con l’istituzione del Parco Nazionale delle Cinque Terre, che si fregia della produzione del Cinque Terre Bianco Doc e del celeberrimo nettare liquoroso Schiacchetrà

di Eros Teboni
Miglior sommelier del mondo Wsa 2018
 
08 dicembre 2022 | 08:30

L’Italia del vino: tre calici delle Cinque terre

Un’area di particolare bellezza, dal 1999 protetta con l’istituzione del Parco Nazionale delle Cinque Terre, che si fregia della produzione del Cinque Terre Bianco Doc e del celeberrimo nettare liquoroso Schiacchetrà

di Eros Teboni
Miglior sommelier del mondo Wsa 2018
08 dicembre 2022 | 08:30
 

Da Levante a Ponente, passando per Genova, la frastagliata costa ligure è un balcone fiorito che non smette mai di sorprendere, tanto da ispirare fior di poeti, ma anche il cinema. Matt Damon alias Jason Bourne, nel primo capitolo della saga “The Bourne Identity”, è un naufrago che non ricorda nulla del suo passato e approda al molo di Imperia, con Oneglia e il suo faro sullo sfondo, ma quando scopre di essere un sicario, non ne vorrà più sapere di uccidere. Nel thriller “Il giorno dello sciacallo” del regista Fred Zinnemann (1973), ritenuto tra i migliori cento film inglesi del XX secolo, il protagonista Edward Fox, un killer professionista pagato per uccidere il presidente Charles de Gaulle, cammina per i vicoli di Genova, va alla stazione Principe e commissiona ad un armaiolo genovese un fucile di precisione. Ma anche in “Profumo di donna” del 1974, dove Vittorio Gassman interpreta un capitano in pensione non vedente, alcune scene del film vengono girate a Genova, tra la salita Pollaiuoli e il Caffè Splendido, ora Caffè degli Specchi. Mentre è la Riviera di Levante ad essere ritratta - tra Chiavari, Portofino e le Cinque Terre - durante le riprese del film del 2013 “The Wolf of Wall Street” firmato da Martin Scorsese e interpretato da Leonardo Di Caprio.

Un territorio particolarmente vocato al vino, quello delle Cinque Terre, conosciuto fin dai tempi dei Romani e descritto da Plinio e dagli storici che si sono succeduti. Il vino prodotto a Corniglia arriverà in molti porti dell’Impero Romano, tanto che ne sono state trovate anfore anche a Pompei, di cui in seguito scriveranno il Boccaccio e il Petrarca. Un’area di particolare bellezza da tutelare, che dal 1999 è stata protetta con l’istituzione del Parco Nazionale delle Cinque Terre e che si fregia della produzione del Cinque Terre Bianco Doc e del celeberrimo nettare liquoroso Schiacchetrà, insieme a limoncino, miele, olio extravergine di oliva e acciughe salate. L’indiscutibile fascino di un territorio dalle tante bellezze, che conserva una forte connotazione agricola e vitivinicola, con eccellenze enologiche consolidate, a dispetto di una morfologia impervia, che da sempre per sopravvivere si avvale di efficaci quanto coreografici terrazzamenti.

Tre calici delle Cinque terre £$L’Italia del vino:$£ tre calici delle Cinque terre

Tre calici delle Cinque terre

L’esposizione a sud, il clima temperato, i suoli facilmente penetrabili, i muretti a secco che proteggono i bassi vigneti dalle intemperanze del vento, sono tutti elementi che favoriscono buone vendemmie, ma senza sconti per i vignaioli, che devono abbarbicarsi alla montagna per poter vigilare sulle coltivazioni e infine coglierne i frutti. La tradizione dei terrazzamenti e dei muretti a secco in pietra cela un’atavica conoscenza delle pratiche enologiche da parte dei primi abitanti delle Cinque terre, attiva da oltre duemila anni. Oggi con una quarantina di ettari destinati alla viticoltura, dopo la fuga dalle montagne degli anni Sessanta quando gli ettari erano circa 1.500, la situazione si è cristallizzata ed è cresciuto il bosco, così importante per la biodiversità e la solidità dei ripidi pendii a picco sul mare.

 

Cinque Terre Doc La Polenza

Varietà: 60% Bosco, 20% Albarola, 20% Vermentino
Forma di allevamento: sistema a spalliera con i filari orientati sulle curve di livello
Prezzo medio: 13 euro
Abbinamenti consigliati: tartare di pesce, risotto alla pescatora.

Cinque Terre Doc La Polenza con “Carbonara di gamberi con tartare di gambero al pistacchio e guanciale croccante” di Francesco Restivo del Ristorante Il Chiostro a Cimitile (Na), socio Euro-Toques Italia £$L’Italia del vino:$£ tre calici delle Cinque terre

Cinque Terre Doc La Polenza con “Carbonara di gamberi con tartare di gambero al pistacchio e guanciale croccante” di Francesco Restivo del Ristorante Il Chiostro a Cimitile (Na), socio Euro-Toques Italia

Un’azienda a carattere familiare con 7 ettari di vigneti terrazzati, che ha aperto nel 1991 a Corniglia, nel Comune di Vernazza (Sp), ma è attiva da diverse generazioni. È l’azienda con la più ampia estensione di terrazzamenti a conduzione diretta, coltivati a Vermentino, Bosco e Albarola, frutto dell’accordo con centinaia di proprietari che hanno affittato i loro piccoli poderi a La Polenza, fazzoletti di terra, tutti confinanti fra loro, che forniscono uve con caratteristiche uniche ma differenti, originate da diverse altitudini ed esposizioni. Il risultato è un sorso dalle suadenti sensazioni floreali, agrumate, balsamiche, con note marcate di macchia mediterranea. Al palato armonia, morbidezza, equilibrio, con intense note fresche, sapide, iodate, rotonde, leggermente aromatiche e minerali, che conferiscono una piacevole lunghezza.

 

Sciacchetrà Riserva Azienda Agricola Possa

Varietà: 70% Bosco, 10% Rossese Bianco, 20% altre uve locali
Forma di allevamento: sistema a spalliera con i filari orientati sulle curve di livello
Prezzo medio: 65 euro
Abbinamenti consigliati: formaggi stagionati, torta Linzer.

Sciacchetrà Riserva Azienda Agricola Possa con “Sablè alle nocciole e chantilly al caramello” di Cristina Cerbi dell'Osteria di Fornio di Fidenza (Pr), socia Euro-Toques Italia £$L’Italia del vino:$£ tre calici delle Cinque terre

Sciacchetrà Riserva Azienda Agricola Possa con “Sablè alle nocciole e chantilly al caramello” di Cristina Cerbi dell'Osteria di Fornio di Fidenza (Pr), socia Euro-Toques Italia

Samuele Heydi Bonanini concretizza l’idea di una cantina tutta sua nel 2004, quando con un pizzico di spregiudicatezza decide di aprire l’attività, alternando il lavoro in vigna e in cantina ai viaggi in Piemonte, dove va per imparare a diventare vignaiolo. Una realtà vitivinicola artigianale dove regna la biodiversità ed è stata recuperata l’antica tradizione dello Sciacchetrà, con la sgranatura manuale acino per acino, la pigiatura dell’uva con i piedi, la fermentazione spontanea, la macerazione sulle bucce, l’affinamento 18 mesi in anfora. Un rigore e una dedizione che hanno fruttato il premio del Vinitaly come passito migliore d’Italia. Ma anche un luogo dove si intraprendono percorsi che hanno a cuore l’uomo, con l’organizzazione di corsi per bambini, giovani diplomati, persone che hanno avuto problemi con la legge o hanno perso il lavoro, ai quali fare vivere l’esperienza della campagna e della cantina. Una riserva importante, espressione di una cantina che è un riferimento assoluto. Al naso pesche, albicocche, agrumi, miele. Al palato intenso, rotondo, fresco, lievemente minerale e sapido nella parte iniziale, con un finale lungo e coinvolgente.

 

Cinque Terre Doc Cantina Cinque Terre

Varietà: 60% Bosco, 20% Albarola, 20% Vermentino
Forma di allevamento: Pergola cinque terre
Prezzo medio: 24 euro
Abbinamenti consigliati: secondi di terra o crostacei

Cinque Terre Doc Cantina Cinque Terre con “Gambero rosso, pak choi, kumquat” di Angelo Biscotti, chef consultant e socio Euro-Toques Italia £$L’Italia del vino:$£ tre calici delle Cinque terre

Cinque Terre Doc Cantina Cinque Terre con “Gambero rosso, pak choi, kumquat” di Angelo Biscotti, chef consultant e socio Euro-Toques Italia

La cantina Cinque Terre è ad oggi una cooperativa agricola che unisce 220 soci proprietari con 46 ettari di vigneti. Il Cinque Terre Doc è un vino di grande espressione territoriale in grado di convogliare profumi e aromi tipici per la stilistica di questa stupenda zona vitivinicola. Il naso si presenta ricco di fiori bianchi, agrumi, dal limone al lime, una leggera parte speziata che ricorda il miele e il fieno. A palato fresco e di ottima profondità, finale leggermente minerale con ritorno agrumato e di fiore giallo. Un vino di grandissimo piacere, che grazie all´ importante struttura del suo corpo riesce ad abbinarsi a piatti anche più impegnativi come la carne bianca e le verdure. Un vino che si può anche piacevolmente dimenticare in cantina, ottimo infatti è il suo potenziale di invecchiamento.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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