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L’Italia del vino

Scoprire il Piemonte in 5 grandi Barolo

Da sempre protagonista assoluto dell’enologia italiana, il Barolo è legato alla storia della potentissima famiglia dei Falletti attiva già a metà del 1200. Un vino internazionale, con una lunga schiera di estimatori

di Eros Teboni
Miglior sommelier del mondo Wsa 2018
 
09 ottobre 2021 | 11:30

Scoprire il Piemonte in 5 grandi Barolo

Da sempre protagonista assoluto dell’enologia italiana, il Barolo è legato alla storia della potentissima famiglia dei Falletti attiva già a metà del 1200. Un vino internazionale, con una lunga schiera di estimatori

di Eros Teboni
Miglior sommelier del mondo Wsa 2018
09 ottobre 2021 | 11:30
 

Scolpito nella memoria degli appassionati grazie a una straordinaria capacità espressiva, il Barolo è da sempre il protagonista assoluto dell’enologia italiana. Il toponimo, che deriva dal celtico “bas reul” e indica un luogo basso, nel 1200 muterà in Villa Barogly e nel 1600 in Barrolo e Barollo. Un vino leggendario la cui storia è connessa alla potentissima famiglia dei Falletti attiva già a metà del 1200, una dinastia di banchieri che nel XIV secolo controllava una cinquantina di feudi del Piemonte, ma per arrivare al Barolo come lo conosciamo, che inizialmente era dolce e frizzante, saranno determinanti le competenze dell’enologo francese Louis Oudart e le intuizioni di Camillo Benso Conte di Cavour.

Un vino internazionale, con una lunga schiera di estimatori che in quasi tre secoli ne hanno alimentato la reputazione, a partire dal presidente americano Thomas Jefferson, che elogerà il Barolo, scrivendone nei suoi diari, dopo averlo assaggiato durante un viaggio a Torino nel 1787. Un territorio aspro, che nei secoli scorsi vedrà migrare parte della popolazione, fino agli anni ‘60 e ‘70 del Novecento, ispirando lo scrittore Beppe Fenoglio. Ma negli ultimi anni si registra un’inversione di tendenza, i giovani sembrano avere riscoperto la viticoltura del territorio e, dopo aver perfezionato la loro formazione alla vicina Scuola Enologica di Alba, si riversano nel tessuto vitivinicolo locale.

Scoprire il Piemonte in 5 grandi Barolo

 

Barolo Cerequio Michele Chiarlo 2017

  • Varietà: Nebbiolo 100%
  • Forma di allevamento: Guyot
  • Prezzo medio: 70 euro
  • Abbinamento consigliato: tagliolini con tartufo bianco d’Alba, ravioli del Plin, brasato di vitello al Barolo, formaggio Castelmagno.

Nel 1958 Michele Chiarlo firma la sua prima bottiglia di Barolo, due anni prima aveva rilevato i terreni circostanti a una borgata dimenticata del Monferrato, riversando nell’attività di famiglia, la medesima dedizione ricevuta in dote da papà Pietro, che aveva iniziato a produrre vino nell’Astigiano, puntando tutto sulla valorizzazione dei terroir monferrini. Entrato di diritto tra i cru di “Prima Categoria” nella celeberrima Mappa del Barolo del 1965, firmata dall’autorevole Renato Ratti, il Cerequio si origina al riparo dalle brezze, tra La Morra e Barolo, grazie a un’esposizione e un microclima favorevoli e a tecniche consolidate. Nove ettari vitati a Nebbiolo, con la parcella più vecchia che risale al 1972, danno vita a uno dei Barolo più rinomati dell’intera area, un cru storico che all’assaggio si caratterizza per intensità, potenza, corpo e struttura, rivelando uno straordinario potenziale di invecchiamento.

 

Barolo Sottocastello Riserva 2013 Ca’ Viola

  • Varietà: Nebbiolo 100%
  • Forma di allevamento: Guyot
  • Prezzo medio: 60 euro
  • Abbinamento consigliato: risotto fil di fumo, carbonata piemontese, stufato di carne rossa e cioccolato nero.

Tutto inizia in una vigna affittata a Montelupo Albese in Langa e in un garage, dove Beppe effettua la vinificazione, fino a quando Elio Altare dopo aver assaggiato il suo vino, ne scorge il potenziale incoraggiandolo a proseguire. È il 1991 quando esce la prima etichetta, poi nel 2002 la cantina si trasferisce a Dogliani e nel 2005 si comincia a produrre Barolo, con il cru Sottocastello di Novello. 470 metri, esposizione a sud, terreni calcarei, vigne di 10 anni e una densità di 5.000 ceppi per ettaro. Una riserva sensazionale, di grande eleganza e finezza, che esprime un Barolo preciso negli equilibri, con una notevole pulizia di frutto e una pregevole persistenza. Ottimo se bevuto giovane, ma se lo lasciamo riposare qualche anno, avremo risultati straordinari.

 

Barolo Riserva Bussia 90di’ Giacomo Fenocchio 2015

  • Varietà: Nebbiolo 100%
  • Forma di allevamento: Guyot
  • Prezzo medio: 75 euro
  • Abbinamento consigliato: cannelloni alla piemontese, selvaggina, uova al tartufo d’Alba, formaggi stagionati.

La prima etichetta compare nel 1947, ma è un’azienda che si origina nel 1864. Papà Giacomo, sarà uno dei precursori nella vinificazione separata del Barolo, distinguendo vigne e Comuni, Claudio collabora da sempre in azienda, ma subentrerà completamente nel 1989. Un grande Barolo tradizionale prodotto da una famiglia storica, che oggi prosegue con la quinta generazione. Quattordici ettari vitati biologici anche se non certificati, in regime di agricoltura sostenibile, per una grande riserva che nasce a circa 300 metri di altezza, esposta a sud-ovest su un terreno ricco di sedimenti argillosi, calcarei, ferrosi e vigneti di 30 anni. Un barolo austero, fortemente identitario, “vecchia scuola”, che in un’annata calda esprime grande potenza e sfodera profumi floreali importanti, piacevoli note balsamiche, acidità e tannini in armonia fra loro, insieme a riconoscibilità e grande piacevolezza di beva.

 

Barolo Paolo Conterno Ginestra Riserva 2011

  • Varietà: Nebbiolo 100%
  • Forma di allevamento: Guyot
  • Prezzo medio: 130 euro
  • Abbinamento consigliato: risotto al Barolo, polenta con funghi e pecorino, selvaggina, formaggio di Fossa, Parmigiano Reggiano stravecchio.

Fondata nel 1886 da Paolo Conterno l’azienda nasce a Casa della Ginestra e si estende a macchia di leopardo sulla collina, dove si coltivano a seconda delle caratteristiche e dell’esposizione uve Nebbiolo, Barbera e Dolcetto. Oggi c’è Giorgio alla guida dell’azienda, giunta alla quarta generazione e la filosofia non è mutata, gli stessi valori e la medesima dedizione al territorio e all’artigianalità del fondatore. Dieci ettari di marne calcareo-argillose, esposti a sud/sud-est intorno ai 300 metri di altezza, con pendenze fino al 38%, rilevanti escursioni termiche e notevole luminosità. I suoi Barolo hanno longevità e struttura e questa super riserva “tradizionale”, punta tutto sulla forza e la persistenza, il sorso esprime potenza, eleganza e ci colpisce per la parte fruttata/floreale, profumi di ciliegia e in particolare di viola. Un cru molto fresco e croccante, malgrado si tratti di una riserva.

 

 

Barolo Riva Rocca Claudio Alario 2017

  • Varietà: Nebbiolo 100%
  • Forma di allevamento: Guyot
  • Prezzo medio: 35 euro
  • Abbinamento consigliato: lasagne ai porcini, cacciagione di cervo e camoscio, oca al forno, formaggi stagionati.

Nel comune di Verduno nel Cuneese, un produttore centenario, che da tre generazioni si dedica con passione a vigna e cantina. Dal 1988 si producono eccellenti Dolcetto e Barbera, mentre dal 1995, in un contesto naturale di biodiversità, privilegiando basse rese, un’interessante Barolo, con viti che hanno dai 20 ai 50 anni. Un Barolo moderno, che all’assaggio rivela grande struttura, dolcezza e piacevolezza, ma anche potenza e intensità di frutto. Un Barolo già pronto per essere bevuto ora, che conserva uno stile contemporaneo, coinvolgente, tannico, morbido, grazie al legno e alle barrique impiegate con sapienza dal produttore. Grazie al trascorrere del tempo potrà solo migliorare, offrendo un’esperienza ancora più intensa.

 

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