Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
domenica 24 novembre 2024  | aggiornato alle 22:01 | 109191 articoli pubblicati

Siad
Siad

Vino di qualità

Valle Reale, l’eleganza dell’Abruzzo

L'obiettivo della cantina: rappresentare un vitigno territoriale nelle sue diverse espressioni parcellari conferendo unicità al prodotto, fino a poter affermare veri e propri singoli terroir

 
22 marzo 2022 | 10:30

Valle Reale, l’eleganza dell’Abruzzo

L'obiettivo della cantina: rappresentare un vitigno territoriale nelle sue diverse espressioni parcellari conferendo unicità al prodotto, fino a poter affermare veri e propri singoli terroir

22 marzo 2022 | 10:30
 

Parcelle di territorio in grado di dare individualità ai vini. In questo obiettivo si sintetizza perfettamente la filosofia di Leonardo Pizzolo, fondatore della Cantina Valle Reale. Leonardo ci accoglie nel salone delle degustazioni, un ambiente raffinato, perfettamente in armonia con il territorio che rimanda ai casali Toscani, ma ci troviamo in Abruzzo, l’azienda si trova fra le provincie di Pescara e L’Aquila, nel punto in cui i tre parchi si incontrano: il Parco Nazionale del Gran Sasso e i Monti della Laga a nord, il Parco Nazionale della Majella a sud e il Parco Regionale Naturale del Sirente-Velino a nord ovest.

Classe 1969, Leonardo originario di Verona e abruzzese d’adozione, arriva a Popoli nel 1999, ritrovandosi in eredità dalla famiglia un vigneto di otto ettari. E da qui che inizia la sua avventura enologica.

Leonardo Pizzolo Valle Reale, l’eleganza dell’Abruzzo

Leonardo Pizzolo

Partenza ad ostacoli, poi la chiave del successo

«La partenza è stata complicata - ci racconta - avviai una collaborazione con la facoltà di Enologia dell’Università di Milano, nel 2000 ci fu la prima vendemmia, sin dall’inizio la mia idea era intervenire il meno possibile, perché questo territorio produce uve meravigliose. Le vigne in questo luogo esistono sin dai tempi in cui i monaci popolavano il monastero di San Benedetto in Perillis, ora disabitato, per questo le parcelle hanno acquisito i nomi degli stessi religiosi». I vigneti crescono a circa 350 metri e sono suddivisi in parcelle, veri e propri cru per dirlo alla francese. Nello specifico i vigneti nel Comune di Popoli: vigneto di Popoli, vigneto San Calisto, vigneto Sant’Eusanio per il Montepulciano d’Abruzzo Doc e vigneto di Popoli per il Trebbiano d’Abruzzo e i vigneti nel Comune di Capestrano: vigna del Convento di Capestrano per il Montepulciano d’Abruzzo Doc e per il Trebbiano d’Abruzzo Doc.

Il microclima qui ha caratteri montani ed è caratterizzato da un elemento in grado di incidere in maniera determinante sulla coltivazione delle uve: l’escursione termica, grazie alla quale le uve, nella loro fase di maturazione, conservano intatti profumi e  freschezza. Altro elemento che caratterizza queste zone sono i suoli delle vigne, magri e ciottolosi con sassi di medie e piccole dimensioni. «Un clima con queste caratteristiche dona ai vini delle strutture - spiega il produttore - ben bilanciate, penso al nostro Montepulciano, sicuramente più esile rispetto a quello nel resto della regione, con alta acidità e poco corpo».

Ma è dal 2007 che inizia una nuova fase per Valle Reale, l’azienda cambia il modo di vinificare, e decide di non seguire più potenza e concentrazione, ma di spostarsi verso il pensiero borgognone, con la classificazione delle parcelle e un profilo unico per ciascuna di esse. «Da allora - spiega Leonardo - vinifichiamo il Trebbiano o il Montepulciano, clone peligno, utilizzando al meglio le presse, con fermentazioni spontanee, quindi solo lieviti indigeni, per arrivare a uno stile preciso. Il mio dovere era cercare un modo di fare vino valorizzando quello che la natura mi dava, rinunciando allo stereotipo del Montepulciano di potenza. Il nostro territorio montano dona un’espressione differente del Montepulciano e del Trebbiano ed io su questo voglio puntare».

I vigneti Valle Reale, l’eleganza dell’Abruzzo

I vigneti

Massima fiducia nel territorio

Oggi Valle Reale conduce tutte le vinificazioni cercando di non contaminare il percorso di trasformazione dell’uva in vino, lasciando all’ambiente il compito di stabilire il profilo organolettico dei propri vini, limitandosi ad accompagnarli lungo il percorso che li porta ad affinare in bottiglia. «Ogni bottiglia - dice il produttore - rappresenta un anno di fatiche, di preoccupazioni, di decisioni prese in campagna per affrontare le avversità dell’annata, con l’unico obiettivo di raggiungere, solo quando è possibile, la maturità necessaria per produrre un grande vino. Molto spesso questo non è possibile, la fermentazione non va a buon fine e quel vino, in quell’annata non viene prodotto. Non sono contro la tecnologia ma sono contro l’omologazione che essa inevitabilmente porta nei prodotti».

«Sono una persona curiosa - racconta - viaggiando, ho bevuto vini da tutto il mondo e questo mi ha aiutato a capire dove volevo arrivare. Mi confronto spesso con il mio amico produttore Francesco Valentini, abbiamo molte idee in comune. Il mio obiettivo è rappresentare un vitigno territoriale nelle sue diverse espressioni parcellari conferendo unicità al prodotto, fino a poter affermare veri e propri singoli terroir, ma senza trascurare l’importante della longevità del vino».

Via al concetto di enoturismo

Questa Cantina non regala solo vini unici, la scorsa estate, proprio dalle stanze dove ha vissuto per anni dopo il suo trasferimento in Abruzzo, Leonardo ha creato la “Foresteria San Callisto - Camere con vigna”, una piccola guest house circondata dai vigneti riservata a chi viene a fare la degustazione. Le stanze, al momento tre, rispecchiano in pieno il gusto del proprietario, eleganti ma non lussuose, «Il lusso di questo posto - ci dice - è il posto stesso». Gli elementi naturali, il cotto, il legno, e l’attenzione all’ambiente fanno da cornice a questo piccolo gioiello. «L’esclusività che puoi trovare qui e non a Milano, a Parigi o a Dubai, - aggiunge - è la ricerca dei dettagli del nostro arredo: le ceramiche di Castelli, gli ombrelli Talarico fabbricati a mano Napoli da secoli, una biblioteca con libri che raccontano l’Abruzzo tradotti in varie lingue». Tutti elementi esclusivi per chi sceglie di vivere un’esperienza unica.

La Foresteria Valle Reale, l’eleganza dell’Abruzzo

La Foresteria

Vino ed altre eccellenze

La degustazione dei vini, così come la prima colazione per gli ospiti della Foresteria è tutta fatta a mano e accompagnata da alcune delle eccellenze del territorio come il pane dello chef Niko Romito, l’olio dell’azienda Valentini e i formaggi del produttore Gregorio Rotolo.

Valle Reale oggi possiede 46 ettari di cui 38 ettari in produzione, certificati biologici. Il mercato italiano rappresenta il 20% del fatturato, il resto è tutto export. I vini sono distribuiti in enoteca o si trovano nelle migliori carte dei ristoranti.

«Con gli anni ho imparato a conoscere meglio la natura - conclude Leonardo - come per esempio potando il più tardi possibile per evitare i danni delle gelate e modificando i nuovi impianti con un sistema a pergola da noi brevettato. Nei prossimani anni andrò ad impiantare sui terreni a quote più alte. In Abruzzo in generale c’è una grande biodiversità, è in essa troviamo l’unicità dei nostri vini. Il potenziale dell’azienda è ancora elevato, al mio fianco da sempre Manuel Merlo, l’enologo, con lui siamo cresciuti insieme. Necessaria una identità assoluta, la chiara volontà di far emergere un’individualità forte, perché i vini siano il vero risultato di un territorio, questa è la mia convinzione».

Avrei voluto chiudere questa piacevole chiacchierata chiedendo a Leonardo se ne sia valsa la pena di lasciare il Veneto e di iniziare questo lavoro così complesso in una terra difficile, ma ho trovato la risposta a questa domanda nei suoi vini, lui è stato ed è uno dei pochi a mettere davvero un territorio nel bicchiere.

 

Valle Reale
Contrada S. Calisto - 65026 Popoli (Pe)
Tel 085 9871039
www.vallereale.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali



Domenis
Italmill

Molino Grassi
Horeca Expoforum
Caviar Giaveri