Vino, calo in export e vendemmia: in Italia sarà l'anno più difficile dal 2003

Per l'Osservatorio di Uiv-Vinitaly, quella del 2023 sarà la stagione più complicata delle ultime 20. Le cattive notizie giungono dalla vendemmia, con stime che indicano una diminuzione quantitativa rispetto a quanto previsto un mese fa . Un calo dovuto principalmente a eventi grandinigeni e al caldo persistente che ha causato la disidratazione delle uve

09 ottobre 2023 | 17:27

Nel 2023, l'industria vinicola italiana sta affrontando una serie di sfide significative, secondo quanto riportato dall'Osservatorio di Uiv-Vinitaly, che lo considera l'anno più complicato degli ultimi 20 anni. Le cattive notizie provengono dalla vendemmia in corso, con stime che indicano una significativa diminuzione quantitativa rispetto a quanto previsto un mese fa (-12%) dall'Osservatorio Assoenologi, Ismea e Uiv. Questo calo è particolarmente evidente nelle regioni settentrionali come il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e il Piemonte, ma interessa anche alcune regioni del Sud come l'Abruzzo e la Sicilia. Una diminuzione dovuta a eventi grandinigeni e al caldo persistente che ha causato la disidratazione delle uve. Tuttavia, sembra che l'annata sarà di alta qualità per molte importanti denominazioni di vini rossi.

Il mercato del vino sfuso è stagnante

Nonostante la scarsità di uve disponibili, il mercato del vino sfuso è stagnante, con una diminuzione del 40% nelle contrattazioni rispetto alla media tradizionale per questo periodo. Inoltre, i prezzi, non solo per i vini comuni ma anche per quelli con denominazione di origine controllata e protetta (Dop-Igp), stanno subendo forti pressioni al rialzo. Questa situazione mette a rischio la parte industriale del settore, con il timore di effetti speculativi che potrebbero coinvolgere anche regioni e tipologie di vini non direttamente colpite dalla scarsità di prodotto. «A causa dell'incertezza dettata dalla complicata situazione vendemmiale - rileva il segretario generale di Uiv, Paolo Castelletti - in questo frangente di mercato abbiamo da un lato quotazioni di sfuso che tentano, con poco successo, un comprensibile rimbalzo dettato dalla scarsità di prodotto; dall'altro c'è un mercato della domanda, a partire dalla Gdo, che non è disposto ad assorbirne la dinamica e che, anzi, chiede in molti casi la riduzione dei prezzi. Un paradosso, per le imprese del vino, accentuato da un commercio con l'estero in forte ripiegamento».

Vino, calo significativo dell'export extra-Ue nei primi sette mesi del 2023

Inoltre, nel commercio internazionale, ci sono ulteriori segnali negativi. Secondo l'Osservatorio Uiv-Vinitaly, nei primi sette mesi dell'anno le esportazioni di vino italiano verso i mercati extra-Ue stanno registrando un calo significativo, con decrementi tendenziali che si avvicinano al 10% in volume e una recessione del 6% nei valori. Questa situazione è particolarmente grave negli Stati Uniti, il principale mercato mondiale, dove le esportazioni italiane sono scese dal -4% al -12% negli ultimi quattro mesi. Gli spumanti italiani hanno subito una flessione del 16%, mentre i vini fermi imbottigliati sono diminuiti del 10%. Nel complesso, tranne la Russia, tutti i principali mercati terzi esaminati mostrano una diminuzione delle quantità, inclusi mercati chiave come Regno Unito (-3%), Svizzera (-10%), Canada (-20%), Giappone (-16%), Norvegia (-13%), oltre a piazze emergenti come Cina (-27%), Sud Corea (-40%), Australia (-20%) e Brasile (-4%). Tuttavia, c'è la speranza che la situazione possa migliorare nel Nord America nell'ultimo quadrimestre, con segnali positivi di aumenti degli ordini in Canada e, per i vini di fascia alta, negli Stati Uniti.

Vino, Castelletti (Uiv): «Questo sarà un anno di sacrifici per tutti»

«Il vino - ha concluso Castelletti - è un bene voluttuario e come tale risente particolarmente della congiuntura. C'è la consapevolezza che dopo un biennio eccezionale questo sarà un anno di sacrifici per tutti, con riduzioni che si sperano essere solo congiunturali. L'invito è che tutti gli attori della filiera siano attenti e consapevoli della situazione, con la coscienza che ognuno dovrà privarsi di qualcosa per traguardare il periodo, evitando fenomeni speculativi. Contestualmente, sarà fondamentale concordare con le istituzioni un piano strategico per la promozione e il business del vino italiano nel mondo». 

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Alberto Lupini


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