Altro che centralità di Milano e della Lombardia. Per non parlare del progetto che prevedeva la costruzione di un percorso di qualità e professionalità in vista dell'Expo 2015. La capacità di attrazione della Fiera di Milano e di TuttoFood almeno per il suo naturale territorio di riferimento sembra decisamente in dubbio. In quello che viene forse un po' pomposamente presentato come il più importante appuntamento fieristico per il mondo della ristorazione italiana sembrano totalmente assenti i professionisti lombardi. Tolto Claudio Sadler, che partecipa a un convegno sull'olio, ai vari appuntamenti previsti per gli addetti ai lavori non sarà presente come testimonial o protagonista un solo ristoratore lombardo.
Un segnale quanto meno preoccupante che, almeno a una prima lettura, evidenzia quello che si dice ormai da tempo fra gli addetti ai lavori: c'è una tale mancanza di dialogo fra i vertici di TuttoFood e i suoi principali interlocutori, i ristoratori appunto, che quelli 'naturalmente” più vicini all'evento, i lombardi, si sono ben guardati dall'accogliere gli inviti a collaborare alla manifestazione. Una situazione che riguarda evidentemente proprio questo appuntamento, visto che per il resto altri saloni di MilanoFiera hanno visto invece interessanti coinvolgimenti e partecipazione attiva della ristorazione della regione.
Eppure mai come quest'anno in questa fiera si avverte la presenza di peso della maggiore organizzazione sindacale del settore, la Fipe, che su TuttoFood ha investito decisamente in termini di prestigio. Il programma 'professionale” della fiera è di fatto tutto gestito da Fipe che si è scelta Palo Marchi (Identità Golose) e la Uir come partner dell'operazione. Una collaborazione che non ha saputo coinvolgere però gli operatori della Lombardia, che pure è il territorio senza una cui partecipazione attiva TuttoFood non avrebbe molte possibilità di svilupparsi. E così nell'area 'Incontri con l'autore”, dove si presentano casi concreti di quella che viene definita 'ristorazione di alta moda”, il ristoratore più vicino ai confini lombardi è Massimo Bottura di Modena, certamente uno dei più famosi cuochi italiani, ma anche uno di quelli oggi maggiormente coinvolti nelle polemiche scatenate da Striscia la notizia dopo il Premio S.Pellegrino. E ugualmente va detto per l'area 'Novità in cucina”, dove l'esperienza sulla ristorazione a prezzi contenuti è affidata anche in questo caso a cuochi di livello, nessuno dei quali è però lombardo.
Siamo consapevoli che affrontando questo tema verremo tacciati di logiche da 'provinciali”, ma preferiamo correre questo rischio perché non sarebbe giusto tacere di fronte a un'ennesima occasione mancata per cercare di fare realmente sistema in vista dell'Expo 2015. Ma davvero si può pensare che MilanoFiera possa pensare ad una leadership nel mondo dell'agroalimentare senza coinvolgere il territorio che ha intorno? E il riferimento è ovviamente alla rete di ristoranti di eccellenza o più semplicemente di buon livello, alle pizzerie, alle trattorie e agli agriturismi che costituiscono la realtà del fuori casa. Un mondo che sempre più rifiuta di riconoscersi in quello dei soli grandi nomi o, peggio, in quello dei bar e dei locali notturni che anche negli eventi TuttoFood-Fipe sembrano invece farla da padroni se si tiene conto ad esempio che gli appuntamenti che hanno per tema centrale la comunicazione sono imperniati sulle testate Mixer e Beverage che già dal nome indicano con chiarezza qual è il segmento di mercato a cui si rivolgono. E in questo, ancora una volta, si avverte una mancanza di sensibilità degli organizzatori, che continuano a pensare che pubblici esercizi o ristoranti parlino la stessa lingua.
Alberto Lupini
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