Non si placa la polemica tra Confcommercio e Coldiretti sulla questione della moltiplicazione dei prezzi dalla produzione al consumo e all'interno della filiera distributiva.
Dura replica della Confcommercio alle accuse di Coldiretti su presunte speculazioni nella distribuzione alimentare. «Ancora una volta Coldiretti, unica tra le organizzazioni di rappresentanza degli agricoltori, è impegnata a seminare demagogia e disinformazione sulla differenza di prezzi tra la produzione e il consumo sbandierando per "operazione verità'" l'ennesima messinscena che di vero ha soltanto l'imparzialità e l'assenza di scientificità».
«Infatti, le modalità di rilevazione dei prezzi all'origine e al consumo adottate da Coldiretti - sottolinea l'ufficio studi della Confcommercio - non sono omogenee in termini di prodotto e di prezzo osservato - per l'origine, ad esempio, non si considerano le imposte, i costi del trasporto, ecc. normalmente inclusi nel prezzo praticato al consumatore finale - risultando, quindi, privo di reale significato il concetto che dal campo alla tavola il prezzo viene moltiplicato».
«è bene poi ricordare che su un 1 euro speso per consumi solo 9 centesimi vanno alla distribuzione - è questo, infatti, l'utile al netto degli oneri sostenuti per l'elettricità, combustibili, trasporto, imposte indirette e tante altre voci di costo vivo per il settore commerciale - e che il reddito degli agricoltori è già integrato a monte da ingenti sussidi pubblici al settore (125 miliardi di euro tra il 1999 e il 2006) ma questo Coldiretti si guarda bene dal ricordarlo».
La Coldiretti ha risposto alle accuse di Confcommercio in occasione della giornata di mobilitazione promossa oggi dalle Associazioni dei Consumatori (Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori) in Piazza Montecitorio a Roma.
«Tutti i dati comunicati nel corso della manifestazione - dichiara la Coldiretti - sono stati rilevati dal servizio sms consumatori e dall'Ismea del ministero delle Politiche agricole e sono liberamente consultabili ogni giorno sul sito www.smsconsumatori.it e www.ismea.it anche da Confcommercio che sembra invece voler alimentare una polemica pretestuosa per nascondere la verità dei fatti, senza alcuna documentazione».
«Se la Confcommercio ha dati diversi sui prezzi del grano, del latte e dell'uva e sui ricarichi che avvengono dal campo allo scaffale dei supermercati ci auguriamo - conclude la Coldiretti - che li renda pubblici al più presto e ne fornisca anche la fonte».
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