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Alcoltest d'obbligo al ristorante? Iniziativa dannosa per il settore

La proposta di legge del senatore Grillo (Pdl), che prevede per i ristoranti l’obbligatorietà di dotarsi di etilometro a cui sottoporre i clienti che hanno bevuto alcolici, ha suscitato molte critiche. Il direttore generale di Fipe-Confcommercio denuncia un attacco alla categoria dei ristoratori

23 ottobre 2009 | 16:02
Alcoltest d'obbligo al ristorante? Iniziativa dannosa per il settore
Alcoltest d'obbligo al ristorante? Iniziativa dannosa per il settore

Alcoltest d'obbligo al ristorante? Iniziativa dannosa per il settore

La proposta di legge del senatore Grillo (Pdl), che prevede per i ristoranti l’obbligatorietà di dotarsi di etilometro a cui sottoporre i clienti che hanno bevuto alcolici, ha suscitato molte critiche. Il direttore generale di Fipe-Confcommercio denuncia un attacco alla categoria dei ristoratori

23 ottobre 2009 | 16:02
 

 Non si capisce bene come sarà possibile obbligare tutti a sottoporsi all'esame. Per non parlare dei dubbi di costituzionalità. Ma sta di fatto che, dopo aver tanto gridato 'al lupo” contro l'alcol e il vino, la politica italiana potrebbe imboccare la via più stupida: obbligare l'uso dell'etilometro per chi frequenta i ristoranti. La follia creativa, perché di questo bisogna parlare, è attribuita al senatore Luigi Grillo (Pdl) (nella foto a destra), parlamentare ligure, presidente della commissione Lavori pubblici del Senato e produttore di vino delle Cinque Terre. Il 19 ottobre avevamo anticipato fra i primi alcune indiscrezioni e relativi commenti (fra cui il no della Fipe), poi riprese il 22 da WineNews e ieri da Filippo Laganà che su 'Sapori del Piemonte blog” ha intervistato il creativo politico ligure. Viste le argomentazioni del parlamentare ne riportiamo alcune dichiarazioni. 

Luigi GrilloLa proposta di legge di Grillo prevede per i ristoranti l'obbligatorietà di dotarsi di etilometro a cui sottoporre i clienti che hanno bevuto alcolici prima che lascino il locale. L'ipotesi - che proprio perché stupida ha avuto, come a suo tempo l'idea della tolleranza zero, un immediato appoggio bipartisan - al momento è solo verbale (meno male) e, come riferisce Laganà citando il senatore Grillo, parte dall'idea (in sé non malvagia, anzi) «di dotare i ristoranti non di etilometri, ma di quegli apparecchi che si chiamano 'precursori” e che danno indicazioni sul tasso di alcol che si è ingerito. In questo modo i commensali che dopo un pasto devono guidare e si accorgono, attraverso questo semplice esame, di aver superato i limiti di legge, potranno, per non incorrere nelle sanzioni, attendere qualche tempo, magari un'ora, prima di mettersi al volante, in modo che il loro organismo smaltisca l'alcol. La mia ipotesi - ha ammesso Grillo - ha fatto molto discutere, ma ha incassato appoggi bipartisan e quindi andiamo avanti».

Il problema è che a una buona idea in sé (la presenza di un etilometro in un locale) si accompagna 'l'obbligo” della presenza di questo apparecchio (costo almeno 650-700 euro più Iva, oltre ai costi dei tubicini da cambiare per ogni utilizzo...). Un conto sarebbe incentivare con agevolazioni i locali che lo installano, un altro obbligarli a farlo. E perché solo i ristoranti e non, o forse soprattutto, i bar e le discoteche?

Edi SommarivaMa andiamo. Dov'è il buon senso di questa proposta di legge? Un'idea talmente bislacca, se confermerà l'obbligatorietà, che dà piena ragione a Edi Sommariva (nella foto a sinistra), direttore generale della Fipe-Confcommercio, che sostiene che questa proposta di legge è un attacco alla categoria dei ristoratori, già vessata dalla crisi economica. E il senatore Grillo può rispondere fin che vuole che «è un'obiezione che non capisco. In Senato stiamo affrontando il problema degli incidenti stradali dovuti all'abuso di alcol (vera falsità e mistificazione viste le statistiche ufficiali, ndr). Proprio perché sono anche un produttore di vino so bene quanto il tema condizioni i consumi. L'idea di etilo-precursori al ristorante non è contro una categoria, anzi va nel senso inverso. I clienti, sapendo di contare sulla misurazione del loro tasso alcolico, potranno andare al ristorante con più sicurezza, adottando tutte le misure del caso, dall'attendere che il loro organismo abbia smaltito l'alcol ingerito, all'affidare il volante dell'auto a chi non ha bevuto alcol. In ogni caso la politica deve dare risposte su un argomento di strettissima attualità e che interessa molto i cittadini».

Parole sacrosante, se non fosse per l'obbligatorietà che viene fissata per legge. Ma Grillo ha pensato ai guai che potrebbe avere un ristoratore che dovesse rimanere senza tubicini di ricambio o con la macchinetta guasta? E poi il senatore ligure non sembra nemmeno informato sulla realtà del mercato e degli strumenti che ci sono in circolazione. «Costano attorno ai 50 euro e non credo che un locale vada in rovina per questo. Comunque, se la proposta dovesse passare, non escludo finanziamenti statali». Ma di che etilometri parla il senatore? Di quelli usa e getta? Gli unici omologati e in regola (con risultati attendibili) al momento sono quelli usati dalle forze dell'Ordine e dagli enotecnici, dal costo, indicato prima, di almeno 800 euro lordi. In ogni caso il senatore Grillo sembra intenzionato ad andare avanti e annuncia che «tra una decina di giorni è prevista la formalizzazione degli emendamenti. Quindi, se la Commissione la accetterà, presenterò ufficialmente al Senato la proposta».

 Duro il commento di Edi Sommariva (Fipe-Confcommercio) che ha replicato al parlamentare ricordando che «gli incidenti dovuti all'alcol sono il 2,09%. E poi dotare obbligatoriamente i locali di etilometro non risolve la questione dell'abuso di alcol, semmai lo favorisce. Ne sappiamo qualcosa noi della Confcommercio perché lo stiamo già sperimentando. Nei locali dove è vietata la mescita di alcolici dopo le 2 di notte, discoteche e discobar soprattutto, sono stati imposti gli etilometri. Ebbene i clienti, in maggioranza giovani, fanno a gara a chi sballa per primo. Non è certo educativo. Io non sono contrario all'uso dell'etilometro dei ristoranti, ma che non diventi un obbligo di legge, altrimenti si apriranno problemi legati al rispetto della legge. Ma ve lo immaginate un ristoratore che tenta di obbligare un cliente a sottoporsi all'alcoltest? Mi chiedo a questo punto perché non distribuire nelle farmacie gli etilometri, ce ne sono che costano pochissimo, o chiedere alle case automobilistiche di dotare le vetture di un etilometro incorporato».

Per quanto ci riguarda ribadiamo la posizione da tempo espressa. Per fortuna siamo riusciti per tempo a fermare la marea degli oltranzisti che voleva la tolleranza zero per chi guida. Ora sarebbe magari opportuno spostare dallo 0,5 allo 0,8 il limite di tasso alcolico consentito e al tempo stesso inasprire le sanzioni per chi sgarra. E pensare magari a qualche iniziativa un po' più seria non già contro chi beve un po' di vino, ma contro chi fa abuso di droghe o farmaci e si mette alla guida (pensiamo agli autisti di Tir).




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