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Alcol e incidenti stradali No della Fipe alla disinformazione

La Fipe a Milano ha presentato la ricerca dell’istituto Piepoli sulla situazione reale sulle strade. Il presidente Fipe Stoppani lancia l'appello per dispositivi elettronici per il blocco motore sulle auto trovando il consenso del ministro Zaia che dice basta alla demonizzazione del vino

 
01 dicembre 2009 | 15:57

Alcol e incidenti stradali No della Fipe alla disinformazione

La Fipe a Milano ha presentato la ricerca dell’istituto Piepoli sulla situazione reale sulle strade. Il presidente Fipe Stoppani lancia l'appello per dispositivi elettronici per il blocco motore sulle auto trovando il consenso del ministro Zaia che dice basta alla demonizzazione del vino

01 dicembre 2009 | 15:57
 

MILANO - Da anni la politica si sta impegnando con leggi e provvedimenti nel tentativo di ridurre la portata degli incidenti stradali che coinvolgono un numero molto alto di giovani e rappresentano una delle preoccupazioni più sentite dagli italiani.

Quali sono le colpe di tali incidenti? Quale percentuale è legata all'alcol? Qual è la percezione degli italiani rispetto a questo fenomeno? E ancora: il tema va affrontato in un'ottica di ordine pubblico, di salute pubblica, di disagio giovanile e sociale, di ricadute sul tessuto economico? Quali potrebbero essere, se vi sono, le alternative alla situazione esistente, nel quadro di un proficuo intervento pubblico?

Nel tentativo di cercare risposte, Fipe ha commissionato all'istituto Piepoli una ricerca dove viene messo in evidenza che cosa in realtà sta succedendo su strade e autostrade, quali sono gli effetti delle misure adottate a partire dall'introduzione della patente a punti per finire alle cosiddette 'ordinanze creative” dei sindaci. Provvedimenti presi sulla base delle emozioni collettive non risolvono le problematiche ed anzi rischiano di crearne di nuove.

Nel dibattito politico le opinioni sono spaccate a metà: la frangia proibizionista e la frangia di chi dimostra di aver inquadrato esattamente la situazione. Se non verrà fatta piena luce sui veri 'colpevoli” degli incidenti stradali si rischia di perseguire e perseguitare l'imputato sbagliato, lasciando che i 'serial killer” agiscano ancora indisturbati.

Ecco le tematiche che hanno animato il dibattito della tavola rotonda il 1° dicembre a Milano resa particolarmente significativa dalla presenza del ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Luca Zaia, che più volte ha preso posizione sull'argomento, Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe Confcommercio, Nicola Piepoli, presidente Istituto Piepoli, Piero Caramelli, direttore I divisione Servizio Polizia stradale ministero Interno e Giorgio Calabrese, docente nutrizione Umana Università Cattolica Sacro Cuore Piacenza.

Nel corso del dibattito il presidente Fipe, Lino Enrico Stoppani, ha lanciato un invito alle case automobilistiche affinché immettano sul mercato vetture con dispositivi elettronici per il blocco motore nel caso in cui il conducente sia in uno stato psicofisico alterato. Esistono molte soluzioni più efficaci dei divieti. Molte di queste sono anche già allo studio, ma non sono prese in considerazione. Le case automobilistiche, per esempio, hanno progettato dispositivi elettronici capaci di bloccare automaticamente il motore nel caso in cui il guidatore abbia un tasso alcolemico fuori dagli standard. Non è fantascienza. è realtà. Anche se il nome della casa automobilistica, per ovvii motivi, non può essere citata.

Il ministro Luca Zaia ha posto l'accento sul bisogno di non demonizzare il vino: «La ricerca Piepoli evidenzia una vera e propria distorsione percettiva per ciò che riguarda alcol e guida. Una delle cause minoritarie, seppur gravi, degli incidenti è percepita come la causa principale. E questo potrebbe spingere a pericolose campagne demagogiche contro il vino, bevanda nobile della nostra storia, perdendo ogni giorno una buona occasione per indagare le reali cause di incidenti e combatterle alla radice».

«Il vino non può diventare il capro espiatorio di un fenomeno drammatico come quello delle morti sulle strade, che pure, dal 1997 al 2007 si è ridotto del 24%, ad un tasso medio annuo del 2,1%. La stanchezza, i decibel dello stereo in auto, parlare al telefonino guidando, il fumo e farmaci come ansiolitici, anti-allergenici e tranquillanti sono altri, importanti fattori causa di incidenti mortali che vanno esaminati, approfonditi e contrastati e che invece nessuno considera, sui quali nessuno si interroga».

«Nell'ottobre del 2007 è stato emanato un provvedimento che vieta la somministrazione di bevande alcoliche dopo le due di notte negli esercizi di intrattenimento. In quella occasione molti, fra coloro che oggi vorrebbero far chiudere le nostre aziende vitivinicole, si eressero a paladini delle discoteche, contro quella norma. La ricerca Piepoli ha evidenziato che, nel 2008, la mortalità negli incidenti si è ridotta del 7,8% rispetto all'anno precedente. Un valore inferiore a quello registrato in diversi anni in cui il provvedimento in questione non era in vigore. Quindi la sua efficacia diretta sulla mortalità stradale è discutibile e certamente non esaustiva».

«Bandire facili criminalizzazioni – ha proseguito Zaia - è il primo passo per diffondere una sana cultura del bere e combattere il binge drinking, cioè il bere per sballarsi, fra i più giovani. Proibire, senza spiegare, capire o controllare, non serve a molto. Serve educare, responsabilizzare e insegnare che il vino va bevuto durante i pasti, ha alle spalle secoli di storia e il lavoro di migliaia di produttori. Bisogna interrogarsi seriamente sul divario enorme che esiste fra la percezione della realtà e la realtà stessa, fra ciò che la gente avverte come un possibile rischio e le reali cause degli incidenti. Soltanto così si potrà definire una campagna di sensibilizzazione dei giovani al buon bere e spiegare loro la differenza fra lo sballarsi e l'assaporare un bicchiere di vino, quasi un familiare che tutti siamo abituati a vedere sulle nostre tavole imbandite sin da bambini».


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