Riceviamo da "Degusta" la lettera-appello al Governo, che volentieri pubblichiamo convidendola in pieno, per denunciare come già ha fatto "Italia a Tavola" l'errore del Governo di eliminare il regime delle agevolazioni tariffarie. Per tutta l'editoria un colpo da almeno 200 milioni di euro di costi aggiuntivi. Una mossa che ha, giustamente, suscitato la protesta delle associazioni di settore mentre si teme per i livelli di produzione e l'occupazione per un'editoria già in crisi...
'
In mezzo a tante belle notizie enogastronomiche, consentitemi di aggiungere una nota funerea, anche per associarmi a quanto già scritto dal direttore di 'Italia a Tavola”, Alberto Lupini, circa i danni che si evidenzieranno a breve grazie al decreto del ministro dello Sviluppo economico Scajola. Si tratta di un decreto che elimina i contributi del Governo concessi alle Poste italiane (di fatto un'azienda che fa utili a tutto spiano) e che a Poste italiane consentiva di ridurre le tariffe di spesa postale corrisposte da noi editori (che come potete immaginare intratteniamo conti correnti postali su cui gravitano le spedizioni di milioni di copie).
In tutta Italia scoppiano casi di forte gravità e lascio al lettore comprendere la situazione. Un editore di Padova che spedisce ogni mese 1 milione di copie di un periodico di basso valore editoriale ma di altissimo valore morale, sociale, informativo, ecc si troverà a fine mese e da qui in poi per ogni mese a dover spendere quasi 1 milione di euro in più di tariffa postale. Noi di Degusta pur essendo minuscoli rispetto a questi editori ci troveremo un vero e proprio salasso a fine mese, impossibile da sostenere e lo stesso succede a "Italia a tavola" come ad altre migliaia di testate.
Impossibile quindi poter stampare: siamo tutti, realmente, obbligati a chiudere o a ridurre fortemente le tirature. Fra qualche giorno le imprese di tipografia, abituate a ricevere le commesse di ordine da noi piccoli-medi editori per la stampa dei nostri periodici settimanali, quindicinali, mensili, bimestrali, trimestrali, ecc (si tratta complessivamente di milioni di copie) si accorgeranno quindi che da parte di tanti editori gli ordini non arriveranno.
Insomma visto che più o meno tutte le nostre imprese editoriali sono imbottite di debiti e prestiti, che il costo del lavoro è già insostenibile, le tasse ci strozzano per non parlare della spaventosa burocrazia che incombe senza tregua sulle nostre aziende, saremo costretti a chiudere.
Se fate un pò di calcoli capirete subito che solo con la chiusura delle piccole e medie imprese dell'editoria cartacea specializzata finiranno in mezzo alla strada migliaia di lavoratori, ma anche le tipografie, come gli studi grafici e di videoimpaginazione subiranno un duro colpo a causa di questo decreto partorito dal ministro per lo Sviluppo economico, ma che avrà il solo fine di creare sottosviluppo.
Infatti alcune aziende editoriali sul lastrico e prese dalla disperazione hanno cominciato da tempo a causa dell'elevato costo del lavoro e delle difficoltà ingenti a rivolgersi a studi di grafica ed impaginazione rumeni, moldavi e albanesi. Tutto ciò porterà sempre più gli operatori professionali qualificati del settore della grafica editoriale e i piccoli editori del nostro Paese a lavorare in cantina o in appartamento in nero, generando il sottolavoro dei servizi al ribasso.
Il ministro dello Sviluppo economico, Scajola, ha commesso una gaffe senza precedenti, emanando un decreto "fulmineo" che colpisce senza scampo tutte le imprese editoriali che spediscono copie agli abbonati. Oppure sa bene quello che fa: si è mosso dopo un piano ben organizzato. Con un aumento anche superiore al 400% delle tariffe. Se prima noi piccoli editori per mandare un libro a domicilio spendevamo 1 euro, ora grazie a Scajola ne spenderemo 7. Immaginate un'azienda che spedisca ai suoi abbonati ogni mese 10mila copie: di colpo, anziché spendere 1.245 euro di spedizione postale ne dovrebbe spendere 7mila!
Sappiamo tutti che nessuno può sostenere questi sbalzi di costi e le aziende spariranno decimate. E allora visto che le poste non trarranno alcun vantaggio tutto ciò sta avvenendo a favore di chi? I primi a trarre un enorme vantaggio milionario dalla chiusura delle riviste tecniche e specializzate sarebbero le televisioni che tra l'altro, a differenza nostra, non hanno alcun limite sulla raccolta pubblicitaria. Già oggi infatti le emittenti tv si stanno scannando fra loro per raccogliere pubblicità. Se si riuscisse a fare sparire e decimare le piccole imprese editoriali, si renderebbe potenzialmente disponibile immediatamente una fetta di diversi milioni di euro di pubblicità che sarebbe prontamente fagocitata dalle televisioni commerciali. Le quali ci offrono sempre meno cultura, ci danno sempre meno insegnamenti e offrono sempre più volgarità, inutilità e programmi spazzatura. Il ministro Scajola si porterà sulla coscienza il peso di centinaia di persone in mezzo ad una strada ma anche quello di esser stato il primo ministro ad aver fatto una legge che invece di creare sviluppo economico, di fatto, lo distrugge.
Gianluigi Veronesi
Editore, amministratore della Papi Editore sas - Edizioni tecnico scientifiche di Gianluigi Veronesi e Patrizio Pollini
”
Articoli correlati:
Crisi editoria, Carlo Malinconico (Fieg): Mini tassa per i contenuti sul web
Scajola colpisce gli editori per avere meno voci libere...
Attacco alla libertà di stampa Tremonti raddoppia i costi postali