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Crisi editoria, Carlo Malinconico (Fieg): Mini tassa per i contenuti sul web

La Federazione italiana degli editori accusa il Governo di avere peggiorato la situazione causando una crisi che mette a rischio l'editoria e il pluralismo dell'informazione. E dal presidente Malinconico la proposta: una mini tassa per chi si connette a internet e usa i contenuti editoriali online

 
22 aprile 2010 | 15:12

Crisi editoria, Carlo Malinconico (Fieg): Mini tassa per i contenuti sul web

La Federazione italiana degli editori accusa il Governo di avere peggiorato la situazione causando una crisi che mette a rischio l'editoria e il pluralismo dell'informazione. E dal presidente Malinconico la proposta: una mini tassa per chi si connette a internet e usa i contenuti editoriali online

22 aprile 2010 | 15:12
 

Carlo MalinconicoL'editoria sta scontando una tra «le crisi più acute della sua lunga storia». Eppure il Governo «non solo non è intervenuto per attenuare gli effetti di una congiuntura difficile e per allentare quei nodi strutturali che soffocano il settore», ma ha fatto il contrario, adottando misure 'punitive" come la soppressione delle tariffe postali agevolate. è l'atto di accusa della Federazione italiana editori, che chiede la convocazione in tempi rapidi degli Stati generali per mettere a punto una riforma organica del settore, pena il "depauperamento" del pluralismo.

E dal presidente Fieg Carlo Malinconico (nella foto) arriva una proposta che farà discutere: una mini tassa per chi si connette a internet e usa i contenuti editoriali online, come misura transitoria per consentire all'editoria di far fronte alla crisi, sul modello del canone per i detentori di computer applicato in Germania.

L'analisi della Fieg è affidata allo studio annuale sul settore, La stampa in Italia 2007-2009, quest'anno presentato nella sala del Mappamondo della Camera.

LA RADIOGRAFIA DELLA CRISI
Nel primo scorcio del 2010 la pubblicità sui quotidiani ha segnato un +0.6%, che arriva però dopo il -16.4% del 2009; i periodici registrano invece un -13.5% (dopo il -29.3% dell'anno scorso). Deludente anche l'andamento delle vendite: nel primo trimestre 2010 -6% per i quotidiani, in linea con il 2009 per i periodici (-5.6%). Il fatturato ha subito tre cali consecutivi: -1.4% nel 2007, -4.5% nel 2008 e -9% nel 2009. Anche i costi industriali sono calati, ma in misura nettamente inferiore: -0.8%, -1.7%, -5%. Il margine operativo lordo è dunque peggiorato molto, passando dai 261,6 milioni di euro del 2007 ai 16,2 del 2009 (-93.8%). Molto difficile anche la situazione della stampa periodica. Parallelamente sono cresciuti i costi di produzione: secondo l'ultima indagine Mediobanca, nel 2008 il rapporto costo del lavoro/fatturato è stato in media del 10.4%, ma nel comparto editoria è stato del 20.2%, quasi il doppio.

LA SFIDA PER IL FUTURO
La questione centrale, per gli editori, è coniugare la valorizzazione dei mezzi tradizionali con la capacità di trarre dai new media ricavi sufficienti a rimunerare gli elevati costi di produzione e, in prospettiva, a compensare la declinante redditività dei prodotti cartacei. Servono però leggi al passo con i tempi, mentre il nostro impianto legislativo è in ritardo e per molti aspetti punitivo: vedi l'Iva differenziata (al 4% per i prodotti su carta, al 20% sull'online) o la scarsa tutela del diritto d'autore sul web, con i contenuti dei giornali impunemente saccheggiati da motori di ricerca e da rassegne stampa cartacee e radio-tv.

STOP A MISURE PUNITIVE
La sospensione delle agevolazioni postali, accusa la Fieg, si traduce in un "pesantissimo aggravio di costi" proprio in un momento in cui le aziende devono far fronte alla contrazione della domanda. Ma nel cahier de doleances degli editori c'è anche il decreto Romani, in particolare l'introduzione del product placement (la pubblicità di prodotto) anche nei programmi di intrattenimento, che rischia di aggravare lo squilibrio nella raccolta pubblicitaria in Italia, con la tv, che - caso unico tra i Paesi a economia avanzata con una quota del 54-55% - si avvia a superare il 60%. Tra le misure suggerite dagli editori, la "parziale detassazione degli utili reinvestiti in pubblicità incrementale per favorire l'afflusso di maggiori risorsè' al mercato pubblicitario e il ripristino del "credito d'imposta sugli acquisti di cartà'.

ORA STATI GENERALI E RIFORMA
Nello scenario che si profila, avverte la Fieg, bisogna muoversi con urgenza e con la massima determinazione Gli Stati generali dell'editoria, preannunciati per metà del 2010 dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti, possono essere un'utile occasione per mettere a punto un disegno riformatore e di politica industriale coerente e, soprattutto efficace. Ma è auspicabile che i tempi non si allunghino, pena il depauperamento di quel grande patrimonio sociale e culturale rappresentato dalla pluralità delle voci della stampa italiana.

TRATTATIVA IN CORSO CON POSTE

Sulle tariffe postali Malinconico ha sottolineato che «è in corso la trattativa» tra gli editori e Poste italiane per trovare una soluzione dopo lo stop in vigore dal 1° aprile, questione che «per il 2010 pone un problema insormontabile». «Stiamo negoziando con Poste - spiega il presidente Fieg - per verificare come si possa colmare il divario, al momento vastissimo, tra la tariffa piena e la vecchia tariffa agevolata. Sapevamo benissimo che dal 2011 in poi, con la piena liberalizzazione dei servizi postali, non sarebbe stato più ammissibile continuare ad applicare il vecchio sistema e che una riforma sarebbe stata necessaria. Ma il 2010 resta un problema insormontabile, perché lo stop è di fatto una misura retroattiva, che va a incidere su bilanci già approvati e su abbonamenti già in essere. Come fanno gli editori a fare i loro conti in queste condizioni? Puntiamo a trovare una via d'uscita per quest'anno che non ci massacri».

TASSA PER CHI NAVIGA

Al termine della presentazione del rapporto Malinconico ha poi formulato una proposta che farà probabilmente discutere: quella di una "mini tassa" per chi ha la connessione a internet e quindi si avvale dei contenuti anche editoriali della rete, che vada a sostegno del settore ancora in forte crisi. Nel sottolineare che in Germania si è seguita una strada analoga con la creazione di una "tassa sul computer", Malinconico dice che la Fieg non immagina una misura di questo tipo ma piuttosto «un prelievo di entità modesta, dal costo di un caffè al mese o giù di lì, per realizzare una dote di risorse che possa essere d'aiuto in questo frangente».

Quindi «non una soluzione alla crisi, ma - spiega il presidente degli editori - una misura da adottare in modo transitorio». Una sorta di «strumento forfettario» per dare ossigeno al settore, che ancora attende una soluzione al problema dei contenuti editoriali utilizzati in rete dai motori di ricerca a partire da Google. «Di questo problema - ricorda Malinconico - si sta occupando la Commissione europea e in Italia l'Antitrust ha aperto un'istruttoria il cui termine però scade a ottobre e probabilmente sarà prorogato. Insomma si annunciano tempi lunghi per trovare un equilibrio con i motori di ricerca, 2-3 anni, e nel frattempo che facciamo?».

Il tema dei contenuti editoriali sta molto a cuore agli editori: anche su internet «magari l'utente si va a cercare l'articolo invece che sul sito della testata su un motore di ricerca, così anche la pubblicità online raccolta dagli editori corre dei rischi». E di fronte al rischio che una tassa sulla ricerca di contenuti editoriali da parte di un utente della rete possa assumere profili di incostituzionalità, Malinconico replica che «normalmente su certi servizi ci sono oneri di sistema generali che vengono divisi. Si pensi alle bollette elettriche dove si paga anche per il costo delle centrali idroelettriche».


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