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Mozzarelle tedesche dirette in Libia Maxi sequestro nel porto di Taranto

Sulle confezioni delle 24 tonnellate sequestrate, oltre alla dicitura mozzarella, in violazione dei regolamenti comunitari, il tricolore della bandiera italiana e una raffigurazione che ricorda gli scavi di Pompei, segni palesemente atti a trarre in inganno il consumatore sull'origine del prodotto

 
14 luglio 2010 | 15:00

Mozzarelle tedesche dirette in Libia Maxi sequestro nel porto di Taranto

Sulle confezioni delle 24 tonnellate sequestrate, oltre alla dicitura mozzarella, in violazione dei regolamenti comunitari, il tricolore della bandiera italiana e una raffigurazione che ricorda gli scavi di Pompei, segni palesemente atti a trarre in inganno il consumatore sull'origine del prodotto

14 luglio 2010 | 15:00
 

TARANTO - Oltre 24 tonnellate chili di pasta filata divisi in confezioni con su scritto mozzarella sono stati sequestrati dai funzionari dell'ufficio delle Dogane di Taranto, nel corso di controlli in ambito portuale finalizzati al contrasto della contraffazione e alla salvaguardia delle specialità tradizionali protette, in collaborazione della Guardia di Finanza. La merce, in totale 24.632 chili, stipata all'interno di un container frigo, proveniva da un'azienda tedesca ed era destinata alla Libia.

Sulle confezioni oggetto del sequestro è stata accertata: la dicitura mozzarella, in palese violazione dei regolamenti comunitari volti a tutelare produzioni caratterizzate da composizioni o metodi di fabbricazione tradizionali e riguardanti prodotti agroalimentari aventi una specificità legata alla tradizione di una zona tipica; la presenza del tricolore della bandiera italiana, con al centro una raffigurazione verosimilmente riconducibile ai resti degli Scavi di Pompei, segni palesemente atti a trarre in inganno il consumatore circa la provenienza e l'origine del prodotto. Il sequestro è stato convalidato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto.

La metà delle mozzarelle in vendita sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall'estero, ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio indicarlo in etichetta. è quanto denuncia la Coldiretti nell'esprimere apprezzamento per il sequestro, da parte dei funzionari dell'ufficio delle Dogane di Taranto in collaborazione della Guardia di Finanza.

Il falso Made in Italy alimentare in Italia e all'estero vale circa 60 miliardi con la pirateria internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all'Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la penisola, ma anche con l'utilizzo a livello nazionale di materie prime importate da vendere come italiane per la mancanza dell'obbligo di indicare l'origine in etichetta.

Lo scandalo della mozzarella blu che ha coinvolto l'azienda tedesca 'MilckWerc jager” che la vende con le marche Land, Malga Paradiso, Lovilio, Fattorie Torresina e Monteverdi ha evidenziato i rischi di immagine e sanitari di questo fenomeno: il primo allarme sulla presenza di prodotti caseari contaminati sembra essere giunto nel dicembre 2009 per segnalazione di un agente commerciale italiano ed è stato completamente ignorato per un periodo di oltre sei mesi mentre la richiesta di sospensione della produzione da parte della Commissione Europea del  2 luglio è stata completamente ignorata e continuano le segnalazioni di prodotti contaminati con il  batterio Pseudomonas fluorescens che denota la scarsa igiene.

Il problema non riguarda pero' solo le mozzarelle poiché,  secondo la Coldiretti, due prosciutti su tre venduti come italiani che sono provenienti da maiali allevati all'estero, tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro  sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all'insaputa dei consumatori. Per questo va sostenuta in Parlamento l'approvazione del disegno di legge sull'etichettatura obbligatoria di origine degli alimenti che al Senato e' già stato ampiamente condiviso' sia in commissione Agricoltura che in Aula. Un segnale incoraggiante è appena arrivato dal Parlamento Europeo che, sotto il pressing della Coldiretti, ha votato finalmente a favore dell'obbligo di indicare il luogo di origine/provenienza per carne, ortofrutticoli freschi e appunto prodotti lattiero caseari. Per l'Italia significa anche valorizzare il vero Made in Italy in una situazione in cui negli ultimi anni con la mobilitazione a favore della trasparenza dell'informazione, la Coldiretti è riuscita a ottenere l'obbligo di indicare la provenienza per carne bovina, ortofrutta fresca, uova, miele latte fresco, pollo, passata di pomodoro, extravergine di oliva ma ancora molto resta da fare con l'etichetta che è anonima per circa la metà della spesa: dai formaggi ai salumi, dalla pasta ai succhi di frutta.


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