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Nuova ristorazione senza regole? La Fipe chiede la testa della Brambilla

Il Codice del turismo ha creato spaccature profonde all'interno della Confcommercio dove la Fipe contesta il ministroBrambilla e la federazione degli albergatori (che sostiene la parlamentare milanese). Durissima la lettera di Lino Stoppaniche sembra pronto a chiedere le dimissioni del Ministr

 
11 maggio 2011 | 18:09

Nuova ristorazione senza regole? La Fipe chiede la testa della Brambilla

Il Codice del turismo ha creato spaccature profonde all'interno della Confcommercio dove la Fipe contesta il ministroBrambilla e la federazione degli albergatori (che sostiene la parlamentare milanese). Durissima la lettera di Lino Stoppaniche sembra pronto a chiedere le dimissioni del Ministr

11 maggio 2011 | 18:09
 

IlCodice del turismo rischia di diventare una mina vagante capace di aprirespaccature profonde, e forse insanabili, all'interno della Confcommercio, coi ristoratoridella Fipe ormai più che sul piede di guerra nei confronti del ministro del Turismo, on Michela VittoriaBrambilla (nella foto a sinistra). Pur conoscendo perfettamente gli equilibri interni di Confcommercio, dicui è stata dirigente nazionale, la parlamentare milanese pupilla di Berlusconi è riuscita in particolare a creare unaspaccatura nell'organizzazione presieduta da Carlo Sangalli (nella foto a destra) a pochigiorni dalla elezioni, al punto che non pochi dirgenti della Fipe (pare con il silezioso appoggio dello stesso Sangalli)avrebbero chiesto le dimissioni del ministro, salvo boicottare a Milano il voto alle liste del centrodestra e del sindaco uscenteLetizia Moratti. Ne è testimone un comunicato dei giorni scorsi durissimo contro la Brambilla.

La causa di un profondo malessere è il colpo di mano con cui la Brambilla(prevaricando anche competenze che la Costituzione assegna alle Regioni) ha di fatto allargato le maglie di chi puòsomministrare cibi ad agriturismi, bed & brekfast, campeggio ed alberghi. Un atto che ha visto la contrarietà totale di Fipeche chiede che chi fa questa attività di ristorazione sia sottoposto alle norme attuali che valgono appunto per i pubblciesercizi, mentre a favore della Brambilla si è schierato Bernabò Bocca (nella foto sotto asinistra), presidente di Confturismo e Federalberghi (altra federazione diConfcommercio). Un sostegno visto da qualcuno frutto di uno scambio: ristorazione agli alberghi in cambio della contestatatassa di soggiorno da poco introdotta.

Bernabò BoccaLa scelta dellaBrambilla non sarebbe di fatto piaciuta nè alla Fipe nè allo stesso Sangalli, presidente di Confcommercio, ma sarebbe stataconcordata con Bocca. Tanto è bastato perchè il consiglio diretivo della Fipe scegliesse la linea dura, anzi durissima,contestando l'entrata a gamba tesa di Bocca in questa materia senza un preventivo accordo in sede di Confcommercio.

Da ciò è scaturita una lettera inviata dal presidente della Fipe, Lino Stoppani (nella fotosotto a destra), a Sangalli e a Bocca (che pubblichiamo in allegato come pdf) in cui si esprime tutta la contrarietà al Codice del turismo e sicontesta apertamente il ruolo di Bocca.

Lino StoppaniLo stesso Stoppani siè incontrato ieri con il ministro Brambilla per cercare di strappare l'impegno a rivedere questa parte del Codice giàapprovato in consiglio dei ministri. La Fipe avrebbe dato al ministro poche pore di tempo per trovare una soluzione. In casocontrario già domani la Fipe potrebbe chiedere le dimissioni del Ministro, contando sul sostegno di non pochi minisri, apartire da Giulio Tremonti e da quelli della Lega che da sempre non vedono di buon occhio le iniziative (spesso contestate)della Brambilla. E d'altra parte va ricordato che la Fipe, per la sua stessa credibilità nei confronti degli associati, ha bisognodi ottenere un risultato immediato salvo correre il rischio di dimostrare di non avere sufficente capacità di influenza.


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12/05/2011 11:29:00
1) I ristoratori dovrebbero reagire a queste contraddizioni della società
A che giova autorizzare, finanziare, agevolare gli operatori agricoli a svolgere una attività così complessa, così bisognosa di formazione e cultura tecnica e professionale, come la ristorazione pubblica, a condizioni privilegiate rispetto agli operatori della pubblica ristorazione? con licenza di potere impiegare prodotti di corte e di campo, quando la stessa attività è proibita a chi è specifico operatore che ne ha fatto scelta di vita e di lavoro, magari da tante generazioni? Eppure, non noi, sostiene Pereira, ma i ristoratori dovrebbero reagire a queste contraddizioni della nostra società! Lungi da me pormi contro le agevolazioni alla ristorazione di chi propone agriturismo: ma non capisco perché, quando esse sono rivolte e riguardano proprio l' attività di ristorazione, perché esse non debbano essere estese anche ad altri operatori, anche se non sono contadini! Quando un intervento è ritenuto utile alla società, lo si renda accessibile a chi può meglio usufruirne. Altrimenti, evviva le antiche corporazioni!




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