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Tutti insieme a una tavola… per valorizzare Cucina e prodotti

Se la Federazione italiana cuochi è aperta al dialogo, la polemica intorno al tavolo di confronto ha diviso i rappresentati dei cuochi italiani all’estero, Caramella del Gvci e Medaglia del Cim. Ma Esposito da Italia a Tavola lancia l'invito al dibattito per salvare la cucina e il turismo italiano

21 agosto 2011 | 16:19
Tutti insieme a una tavola… per valorizzare Cucina e prodotti
Tutti insieme a una tavola… per valorizzare Cucina e prodotti

Tutti insieme a una tavola… per valorizzare Cucina e prodotti

Se la Federazione italiana cuochi è aperta al dialogo, la polemica intorno al tavolo di confronto ha diviso i rappresentati dei cuochi italiani all’estero, Caramella del Gvci e Medaglia del Cim. Ma Esposito da Italia a Tavola lancia l'invito al dibattito per salvare la cucina e il turismo italiano

21 agosto 2011 | 16:19
 

Unione o lontananza (reale e non) tra i cuochi italiani che lavorano all'estero? La divisione interna alla categoria è un tema che sta facendo sempre più discutere. E come in molte altre occasioni il network 'Italia a Tavola” si pone come arena di dibattito annullando qualsiasi distanza geografica con l'obiettivo di creare il tavolo di confronto 'totale” lanciato dal cuoco Emanuele Esposito, general manger de Il Villaggio di Jeddah (Arabia Saudita).

Un dialogo che il presidente della Federazione italiana cuochi Paolo Caldana, in una lettera al direttore della nostra testata, aveva ben accolto ricordando l'apertura dell'associazione al confronto, anche attraverso organismi come 'Solidus”, che vede unite tutte le figure che ruotano intorno alla ristorazione.

Ma, nonostante ciò, un'accesa polemica intorno alla richiesta di Emanuele Esposito, ha diviso i rappresentati dei cuochi italiani all'estero (Mario Caramella, presidente del Gvci-Gruppo virtuale cuochi italiani, da una parte che ha rifiutato inaspettatamente la proposta e, dall'altra, Marco Medaglia del 'Cim-Chef italiani nel mondo” che invece si è schierato a favore). Ma per l'importanza degli obiettivi, Esposito non si è lasciato abbattere e ha scritto una lettera aperta a Italia a Tavola. Un invito aperto a tutti (cuochi, associazioni di categoria, enti, istituzioni, Ministeri, ecc…) al confronto e al dibattito con l'obiettivo unico, e comune, di salvaguardare l'agroalimentare, la cucina, la cultura, le tradizioni e il turismo italiano in Italia e nel mondo.



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Viviamo forse la peggior crisi economica di sempre, troppi sono gli scenari di guerra. Fra popoli in rivolta contro regimi e guerre di religioni è un mondo dove non si capisce piuú dove sta la ragione.

Non sono abituato  a fare retorica o a ragionare per demagogia politica e questa lettera non è scritta in politichese, ma nasce dal cuore e con il rispetto che nutro per tutti.

Sappiamo tutti che il turismo e l'agroalimentare italiano sono forse l'unica fonte di ricchezza reale che l'Italia ha attualmente.  Abbiamo l'obbligo, prima morale e poi economico, di difenderle in tutti i modi e a qualsiasi livello, senza se e senza ma, senza compromessi. Ci sono Paesi pronti a morire per difendere il loro oro nero: noi facciamo davvero poco per valorizzare le nostre ricchezze. Non voglio passare per il guerrigliero di turno, ma propongo una vera e propria battaglia, pacifica ma coi nervi ben saldi, in difesa della nostra identità.

Invito ufficialmente tutte le associazioni turistiche, agroalimentari, di ristoratori, cuochi camerieri, sommelier, maitre, giornalisti del settore, i ministeri del Turismo, dello Sviluppo  economico, delle Politiche agricole, dei Beni culturali, UnionCamere, Enit, BuonItalia, Confcommercio, Confesercenti, Federalimentari, Coldiretti, Confagricoltura, Confcooperative, Lega delle cooperative, Cia, Buonitalia e tutti gli enti che lavorano nell'ambito del settore agroalimentare e turistico a un tavolo di confronto per la creazione di quello che deve essere l'unica e grande realtà di promozione e valorizzazione italiana, dove tutti potranno partecipare alla  programmazione degli eventi gastro-culturali e confrontarsi sulle problematiche del settore, problemi strutturali con il solo scopo il rilanciare il sistema Italia per quanto ci compete

Tutto questo è fattibile, a condizione di metterci cuore e anima, se veramente vogliamo cambiare marcia e rotta. L'Italia enogastronomica e turistica è invidiata da tutti, ma stiamo perdendo i pezzi per strada. La lenta invasione di russi e cinesi si incomincia a sentire in tutti i settori, ma non possiamo e non dobbiamo cedere un solo passo, altrimenti andremo a finire sui libri di storia come fu per l'Impero romano.

Attraverso la disponibilità di Italia a Tavola  potete manifestare pubblicamente le vostre adesioni, proposte, idee: decidiamo insieme dove e quando sederci intorno a un buon caffè italiano e parlare... io ci credo e non mollo. Battero il ferro fino a che si piegherà, ma non mi faro certamente piegare da chi preferirebbe stessi in silenzio.

Emanuele Esposito
General manger de Il Villaggio di Jeddah (Arabia Saudita)

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24/08/2011 18:01:00
3) Silenzio tombale dalle istituzioni
Caro Direttore, abbiamo CiaoItalia, Sapori d'Italia, Unione Italiani Ristoratori, CIM, la FIC aveva dato la sua apertura, Italiaatavola. Credo che possiamo già pensare dove e quando. Peccato che le Istituzioni rimangono in silenzio TOMBALE!


24/08/2011 14:57:00
2) L'Uir è disponibile al confronto
Vi informo che siamo disponibili a sederci intorno al Tavolo di discussione. Cordiali saluti.


24/08/2011 14:56:00
1) Tuteliamo la biodiversità in cucina
Condivido il messaggio lanciato da Emanuele Esposito. Quando assieme ad altri ho fondato nel 2005 l'Accademia delle 5T questo era il proposito: la biodiversità italiana ci regala migliaia di prodotti che uniti alla creatività degli italiani, popolo altrettanto ricco di diversità, hanno saputo creare una cultura alimentare mediterranea, ora patrimonio dell'Umanità. Il turismo del prodotto, assieme agli altri turismi, è oggi però quello strategicamente più importante per drenare nel nostro grande, vasto, diverso territorio flussi di turisti che potranno vivere nel nostro paese l'esperienza, unica al mondo, del gusto del cibo vero, sano, naturale. Una vera emozione che ci diversifica e posiziona in modo vincente nel mondo. I nostri cuochi all'estero sono ambasciatori in quanto dovrebbero essere i portatori, nei territori più diversi di "anteprime del vero gusto italiano". Perchè ciò possa realizzarsi bisogna "disporre dei prodotti", non perdere la qualità dell'agricoltura, far sì che dietro ad ogni ristoratore ci sia un vero orto, far crescere la consapevolazza della necessaria qualità della spesa. Abbiamo bisogno di "esperti di cose buone", il cuoco deve poter conoscere e narrare il prodotto, ma tutta l'organizzazione della promozione turistica deve fare un salto di qualità: impararare a selezionare il prodotto agroalimentare, capire e ricercare la genuinità di ciò che porta in tavola. E' una grande scommessa, ma è lavoro per milioni di persone, e riconversione alla cultura della qualità agroalimentare per un sistema che ha finora pensato solo al prezzo e non al contenuto! il mondo intero chiede di venire in italia per la pasta, la pizza, per uno qualsiasi dei 5000 prodotti del PAT. Il settore del falso alimentare è enorme! Questa evidenza, questa enorme domanda di qualità agroalimentare finora è stata snobbata, perchè? Il cibo è esigenza quotidiana e la cultura ci porta piano piano ad una consapevolezza verso la vera qualità del cibo. Liberiamoci dalla impostura della standardizzazione del gusto, dei laboratori che ci studiano per offrire prodotti di sintesi che sono solo scorciatoie deprimenti e devastanti, torniamo a fare e coltivare cibo vero, sano, e ad offrire l'emozione della cultura alimentare mediterranea. Io e tutta l'Accademia delle 5T ci siamo.




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