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Turismo invernale a rischio Poca neve e tante disdette

Gli operatori turistici del segmento invernale sono preoccupati visti i risultati poco confortanti che si annunciano per il Ponte dell'Immacolata. Per Natale e Capodanno sulla neve le prenotazioni stentano a decollare anche per le consolidate mete sciistiche. Tra le cause la crisi e il clima

 
30 novembre 2011 | 14:34

Turismo invernale a rischio Poca neve e tante disdette

Gli operatori turistici del segmento invernale sono preoccupati visti i risultati poco confortanti che si annunciano per il Ponte dell'Immacolata. Per Natale e Capodanno sulla neve le prenotazioni stentano a decollare anche per le consolidate mete sciistiche. Tra le cause la crisi e il clima

30 novembre 2011 | 14:34
 

Le vacanze natalizie sono sempre più vicine, ma i dati per quanto riguarda il turismo invernale non sono incoraggianti. Nemmeno per le consolidate mete sciistiche, a causa anche del clima impazzito. Gli operatori turistici del segmento invernale sono preoccupati visto i risultati poco confortanti che si annunciano per il Ponte dell'Immacolata. E anche per Natale e Capodanno sulla neve le prenotazioni stentano a decollare.



è boom di sciatori a Breuil Cervinia, unica stazione valdostana aperta, che ha fatto registrate nell'ultimo fine settimana 11mila presenze sulle piste. La voglia di sci, però, nel resto della Valle d'Aosta, quest'anno non fa rima con neve. A parte a Cortina e a Cervinia, che è in grado di garantire anche i collegamenti con Valtournenche e Zermatt, i comprensori hanno rimandato l'apertura in attesa di condizioni meteorologiche favorevoli.

Courmayeur, La Thuile e Monterosa ski puntano ad aprire il 3 dicembre prossimo, mentre Pila conta di poter mettere in funzione gli impianti per il Ponte dell'Immacolata. Per metà settimana si attende una perturbazione che dovrebbe portare qualche fiocco sulle Alpi o almeno un abbassamento delle temperature che permetterebbe l'innevamento artificiale. La poca neve, registrata finora, le temperature alte e il rischio disdette per le settimane bianche di dicembre e gennaio hanno messo in allarme gli operatori del settore, secondo i quali è a rischio l'avvio della stagione sciistica.

«Gli operatori turistici del segmento invernale italiano sono preoccupati - annuncia il presidente nazionale di Cidec Turismo (Confederazione italiana dei commercianti), Paolo Esposito - ci attendiamo risultati poco confortanti per il Ponte dell'Immacolata, mentre per Natale e Capodanno sulla neve le prenotazioni stentano a decollare. Bisogna valutare seriamente le conseguenze economiche che la persistente mancanza di neve rischia di provocare alla stagione invernale». Dopo un 2010 tutt'altro che positivo (il fatturato del sistema neve Italia ha perso oltre 5 punti percentuali rispetto al 2009, come rileva l'Osservatorio del turismo montano), anche le prospettive per la stagione 2011-2012 non fanno sorridere.

«Il turista - spiega Esposito - appare sempre più indeciso, ritardatario, esigente anche a causa di un meteo che, di fatto, non consente di prenotare più con largo anticipo. La forte crisi, inoltre, si ripercuote sulle vacanze invernali con un aumento dei soggiorni brevi e dei weekend, la seguente contrazione della domanda di settimane bianche e la diminuzione delle giornate-sci vendute». Secondo la Cidec, aumentano le richieste per i resort e le Spa, «a dimostrazione che le vacanze invernali si stanno attestando su un target alto con una forbice molto ampia tra le vacanze low cost e i soggiorni ad alto comfort».

Le mete montane più gettonate restano Cortina D'Ampezzo (Bl) in Veneto, Madonna di Campiglio (Tn) di Trentino e Bardonecchia (To) in Piemonte. Al centro Italia, molti i dubbi sull'Abruzzo, dove gli impianti di Pescasseroli (Aq) restano sotto sequestro (ma con qualche spiraglio perché il commissario straordinario del comune abruzzese è stato autorizzato a stipulare un contratto di affitto/gestione degli impianti sciistici) mentre sono sempre forti le polemiche per il comune di Roccaraso (Aq). Ma è tutto il settore del turismo che sembra segnare il passo.

Gli alberghi italiani stanno registrando un calo medio dell'8-12% a livello di fatturato ma quello che preoccupa gli operatori è anche la diminuzione degli utili a causa dell'aumento dei costi, come ad esempio l'energia, e la minore propensione alla spesa dei clienti, denuncia Filippo Donati, presidente di Assohotel. L'unica buona notizia sembra arrivare dal fatto che, dopo un anno e mezzo di commissariamento, si è insediato il nuovo Cda dell'Enit, l'Agenzia italiana del turismo, che è ancora in attesa, però che venga nominato il presidente.


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