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L’asterisco fuori tempo...

Sono in tanti ormai a puntare il dito sull'inutilità dell’asterisco che nei menu indica i prodotti surgelati. È piuttosto la tracciabilità che dovrebbe diventare l’arma vincente per valorizzare il Made in Italy a tavola

di Alberto Lupini
direttore
21 maggio 2013 | 11:52

L’asterisco fuori tempo...

Sono in tanti ormai a puntare il dito sull'inutilità dell’asterisco che nei menu indica i prodotti surgelati. È piuttosto la tracciabilità che dovrebbe diventare l’arma vincente per valorizzare il Made in Italy a tavola

di Alberto Lupini
direttore
21 maggio 2013 | 11:52

Anacronistico, discriminatorio o pregiudiziale. Gli aggettivi per descriverlo si sprecano, ma si sprecano anche le parole (finora davvero inutili) di quanti da tempo vanno denunciando nei convegni l’inutilità dell’asterisco che nei menu deve indicare l’utilizzo di prodotti surgelati. Norma che in Europa vale solo in Italia e a Cipro. Col rischio di aggiungerci all’elenco delle troppe parole al vento, cogliamo l’occasione dell’ennesima tavola rotonda della Fipe sul tema, a Tuttofood, per sollecitare sindacati e aziende (che sono poi gli unici che possono mettere sul campo un peso vero...) ad alzare il tiro e uscire dalla logica del parlare ai quattro gatti presenti. Scusandoci per la definizione, che vuol solo indicare la scarsa partecipazione...

È tempo che chi rappresenta la categoria dei ristoratori e chi quella dei produttori seri diano il via ad un confronto deciso col Governo per ribaltare quella che un tempo rispondeva ad una logica difensiva rispetto alle speculazioni e ai possibili imbrogli. Oggi un prodotto surgelato è sicuro e a volte lo è anche di più (prendiamo il caso di alcuni tipi di gamberi) rispetto ad uno apparentemente fresco. Nel caso del pesce servito crudo è addirittura un obbligo per evitare il rischio Anisakis.

Grazie anche alla tecnologia e alla selezione delle materie prime, il problema fra l’altro non è più il tipo di conservazione quanto la qualità e la tracciabilità delle materie prime. La differenza di prezzo tra fresco o surgelato non è più così vistosa come un tempo, mentre lo è rispetto alla provenienza. Un dentice selvaggio del Tirreno costa molto di più di uno di allevamento o dell’Atlantico.

Invece di usare l’asterisco per distinzioni anacronistiche, nel menu si dovrebbe obbligare ad indicare la provenienza delle materie prime principali, almeno quando non sia italiana. La norma dovrebbe essere girata al contrario anche per il tipo di conservazione: se qualcuno vuole indicare che il pesce, la verdura o i ravioli sono freschi lo può fare, ma se bara (e il prodotto è magari surgelato) deve essere sanzionato.

Quel che deve diventare centrale in un menu è la corretta informazione del consumatore. L’aggiungere che quella materia prima è surgelata fuori stagione, sarebbe solo un modo di essere trasparenti e garantire l’utilizzo di un prodotto magari italiano. La tracciabilità deve diventare l’arma vincente che unisce ristoratori e produttori per valorizzare il Made in Italy a tavola.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
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27/05/2013 12:30:12
2) L'asterisco non rappresenta nulla
Difatti con l'asterisco si penalizza magari un prodotto fresco che per ragioni di fornitura, ma sopratutto di vendita, non si potrebbe tenere sempre fresco. I calcoli fatti a tavolino o dietro una scrivania sono sempre sbagliati, specie per chi non fà il nostro lavoro, ma per ragioni varie, legifera come se sitrattasse di materiale inerte. Teniamo presente che la clientela che apprezza e paga sopratutto, non è che sia poi molto numerosa, anzi il contario. Se non fosse per la clientela straniera, che spende, la nostra anche potendo molto più abbondantemente, ha il braccino corto, e alcuni giornalisti danno consigli, anche troppi, ragionano come se tutti i ristoratori hanno a disposizione uffici con personale che segue: sommeliers, il sito internet, le prenotazioni le nuove leggi, con tecnici alimentari e altre categorie, e che tutti i ristoranti sono pieni di clienti che hanno tempo di leggere il menu, decidere i piatti che devono essere preparati espressi, poi di abbinare i vini adeguati per ogni piatto, etc etc etc. stare a tavola quanto gli pare, tanto il personale può lavorare anche tutta la notte, poi pagare una cifra modesta sennò son reclami o perdita di clienti.
Al contario quando vanno dai cinesi a 15 euro tutto compreso a volontà: allora stanno da pascià e va tutto bene e questi ristoranti hanno una rotazione pazzesca, roba da pizzeria anni 70, questa è la concorrenza. Scusi tutto questo scritto, l'ho buttato giù di getto a mò di sfogo, siamo in una situazione veramente critica e i Nostri Rappresentanti non è che abbiano molta voce in capitolo tanto siamo: OSTI DELLA MALORA.
Non siamo tutti Marchesi e Bocuse o abbiamo ristoranti a New York. Un'altima cosa come mai la nostra categoria, tanto osannata, non ha ancora la cassa integrazione per il prorio personale? Quando un ristorante va male o chiude lasciando a spasso tutti, o licenzia senza che il problema dei nostri Collaboratori sia tenuto in che minima considerazione: forse che non versiamo i contributi per sostenere la cassa integrazione per le altre categorie? Ma si sa un cameriere o un cuoco o un tuttofare a spasso, non fa notizia e poi si arrangia sempre. Ringrazio per l'ospitalità e porgo cordiali saluti
Franco Bertoni
ristoratore
ristorante Bertoni
27/05/2013 12:27:08
1) Deve restare una distinzione fra prodotti di qualità (e costosi) e quelli no
Caro direttore, non la vedo per nulla cosi' a parte il fatto del prodotto che spesso e' meglio gelo a bordo che fresco mal conservato o che arrivi da chissa' quale paese. Ma il resto non lo condivido e soprattutto questi soloni che vanno a parlare di aria fritta con il risultato che, come ha detto lei, ad ascoltarli non c'era nessuno. Si', perche' siamo tutti stufi. Primo l'asterisco e' un segno di correttezza nei confronti del cliente e che mi prenda in esame il resto dell'Europa solo per questa cosa non mi va bene. Perche' non la prendiamo in esempio quando parliamo di scontrini o concordato fiscale???
E mi dica in giro per l'Europa sa cosa vuol dire andare in un ristorante? Nella fattispecie Spagna, Portogallo, Francia, Grecia, Inghilterra e posso continuare.... Ma ci rendiamo conto cosa e come ci danno da mangiare in giro per il mondo???? Quelli si che dovrebbero essere sanzionati.
Il dentice non si puo' allevare, ancora , ma sopratutto la differenza tra gelo e fresco mi scusi ma e' improponibile specie nel mondo ittico, un calamaro gelo decoroso sta tra 6 e 10 euro uno fresco tra 25 e 35!!!!! cosi' le seppie , i gamberi etc. etc. Vogliamo far mangiari i pesci a tutti con promozioni e spot vari che hanno trasformato il pesce povero in pesce x pochi e giu' importazioni dal resto del mondo a prezzi ridicoli: ma si puo' dare da mangiare tutto pesce a mezzodi' tra i 9 e i 13 euro di spesa?????
Io ci sono venuto grande con i fagioli e piselli nel freezer quando a maggio giugno luglio vi era abbondanza. Poi il problema del surgelato comunque, sono i conservanti e brillantanti a cui possiamo essere allergici. Piantiamola, ormai l'Italia che insieme alla Spagna e' nel mondo come cibo, sta diventando Il Lussemburgo o la Svezia: tutto vietato, tutto da sanzionare, tutti gli operatori a scuola di qualcosa...Salsiccia finita, Burro d'alpeggio vietato,formaggi di malga al bando, uova fresche non sia mai, salami casarecci se vi becco!!!!
A questo punto preferisco essere in Svizzera, almeno tolto il cibo, le regole sono chiare e le cose funzionano
marco sansone
ristoratore
ristorante buca di bacco


Molino Dallagiovanna
Tuttofood 2025
Senna
Julius Meiln

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