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Politica assente alla giornata mondiale della cucina italiana. L’ennesima occasione mancata

di Alberto Lupini
direttore
 
20 gennaio 2009 | 10:18

Politica assente alla giornata mondiale della cucina italiana. L’ennesima occasione mancata

di Alberto Lupini
direttore
20 gennaio 2009 | 10:18
 

A ben guardare la "Padella d'argento" assegnata a Emanuele Lattanzi (acclamato anche cuoco dell'anno) è una cosa che potrebbe non riguardare i politici. Soprattutto i ministri. Qualche benpensante osserva infatti che se i membri del Governo dovessero partecipare a tutte le manifestazioni delle associazioni di categoria (in questo caso il Gvci, il Gruppo virtuale cuochi italiani che lavorano all'estero), come farebbero ad occuparsi dei problemi di tutto il Paese? Già, sempre che dei problemi si occupino sul serio. Altrimenti è colpevole disinteresse o, peggio, ignavia… Non certo per indulgere a facili demagogie o ad atteggiamenti qualunquistici, non possiamo non sottolineare che a volte le assenze pesano come macigni. E sabato sul Macef (già di per sé traballante e segnale di preoccupazione anche per la Fiera di Milano, che non è più in grado di fare il 'pienone”) sembrava essere crollata una montagna.

Mentre colleghi e cittadini acclamavano Lattanzi come l'eroe dell'attacco terroristico all'Hotel Oberoi di Mumbai, avendo sfidato i terroristi per portare il latte alla sua bambina, il segnale più evidente che si poteva cogliere è che tutto ciò alla politica italiana non interessa nulla. Eppure l'occasione, per esplicita dichiarazione degli organizzatori e della valenza data da molta stampa, era quella per lanciare un forte segnale di discontinuità col disinteresse del passato e puntare invece sull'orgoglio gastronomico tricolore e su un riconoscimento per l'impegno degli italiani all'estero. Ma tutto ciò non è bastato a smuovere qualche politico, nemmeno chi dovrebbe avere a cuore il Made in Italy a Tavola. E non solo che gli italiani consumino un chilo in più o in meno di frutta tropicale che non può essere coltivata in Italia…

Per carità, precedenti impegni istituzionali o malattie sono più che comprensibili e giustificano l'assenza dell'assessore regionale lombardo all'Agricoltura e di quello al Commercio del Comune di Milano. Ma tutti gli altri che non hanno nemmeno mandato un messaggio di circostanza come possono essere giustificati? La ristorazione italiana, nel nostro Paese o all'estero, non merita un po' più di attenzione nell'interesse di tutti e di quel Made in Italy a Tavola di cui i cuochi sono gli unici veri ambasciatori? L'evento, grazie all'abbinamento con la giornata mondiale della cucina italiana dedicata al risotto alla milanese, aveva anche una valenza internazionale che poteva essere utilizzata per il sostegno dei nostri prodotti alimentari. E invece, come detto, nessuna presenza e silenzio. Un po' come è successo sul caso del brindisi con Champagne in diretta Rai a Capodanno. Davvero un peccato e un'ennesima occasione persa.

Il vero problema è quello di un raccordo più serio e reale fra il Paese e la politica. E questo succede quando i politici sanno accogliere le rischieste o i suggerimenti che vengono dagli esperti, dagli addetti ai lavori o dai comuni cittadini. Ne è un esempio la presa di posizione del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, che si è fatto interprete delle osservazioni che in tanti abbiamo formulato alla stupida proposta
di abbassare dallo 0,5% (già basso) allo 0,2% la soglia di alcol per guidare, giudicandola inutile. Al contempo ha proposto invece tolleranza zero per i giovani fino a 21 anni e per chi svolge un servizio pubblico. Ottima soluzione alla quale non si può certo obiettare nulla per saggezza e senso di responsabilità. A Sacconi non possiamo che esprimere un "Bravo" ed un grazie.


Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.net


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© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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