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Alcol e guida: la politica forse archivia il limite dello 0,2%

28 gennaio 2009 | 12:36
Alcol e guida: la politica forse archivia il limite dello 0,2%
Alcol e guida: la politica forse archivia il limite dello 0,2%

Alcol e guida: la politica forse archivia il limite dello 0,2%

28 gennaio 2009 | 12:36
 

Dopo le minacce, la guerra santa talebana e i rischi di tempesta ecco forse la ragione. Eufemismi a parte, sembra destinata agli archivi la proposta di un abbassamento indiscriminato del tasso alcolico per poter guidare. L'idea, lanciata lo scorso dicembre dal presidente della commissione Trasporti della Camera, Mario Valducci (e allora sostenuta con incredibile zelo e fede da intolleranti di destra e sinistra senza  distinzioni...), si doveva tradurre in una proposta di legge da varare in questi giorni, fondata sulla linea dura e sulla tolleranza zero: limite generalizzato di 0,2% di alcol nel sangue, praticamente un bicchiere di vino, per vedersi ritirare la patente.

Un giro di vite rispetto agli attuali già bassi limiti consentiti (0,5% espresso in grammi di alcol ogni 100 ml di sangue) che non ha mancato di suscitare immediatamente polemiche e prese di posizione da parte di tutti. Prima con la costituzione immediata di un gruppo spontaneo sul social network più famoso d'Italia, Facebook, al quale anche noi abbiamo aderito invitando tutti i nostri lettori a farlo, poi con la netta presa di posizione della Tavola della comunicazione alimentare italiana che insiema ad "Italia a Tavola" aveva definito la proposta un danno alla cultura del nostro Paese e un limite alle nostre libertà.

Grazie anche al ruolo di 'Italia a Tavola”, che dalle pagine del portale ha sollevato il caso e animato un costruttivo dibattito dove lettori, politici, produttori e consumatori si sono confrontati su un tema decisamente spinoso e centrale per lo stile di vita, la sicurezza, l'economia e la cultura del Paese, ora la questione sembra essersi arenata in Parlamento. Se inizialmente, infatti, la proposta era condivisa da entrambi gli schieramenti politici e quella che sembrava una posizione granitica della politica  bipartisan sulla presunta validità della "tolleranza zero", la 'tempesta” di lettere e commenti rimbalzati sul web e su www.italiaatavola.net ha spinto il Palazzo fare un passo indietro e a rivedere il provvedimento. La questione è ancora aperta e il dubbio che ha cominciato ad assillare i politici e gli addetti ai lavori è una sorta di via d'uscita dai proclami tabani irresponsabili per applicare un limite assoluto pari a zero solo alla fascia più giovane d'età e a quella degli autisti di servizi pubblici.

Il primo a lanciare la proposta alternativa alla tolleranza zero per chi beve e si mette alla guida è stato il ministero del Welfare, Maurizio Sacconi, che ha ritenuto indispensabile «un'azione mirata solo sulle categorie e sulle situazioni veramente 'a rischio”, ovvero i neo patentati e i giovani under 21, proponendo un limite assoluto pari a zero». Niente da fare: a ribadire il concetto della tolleranza zero per chi beve e si mette alla guida è stato il presidente della commissione Trasporti della Camera, Mario Valducci, che con una lettera inviata a "Italia a Tavola" confermava che la proposta di legge aveva come obiettivo la «riduzione entro il 2010 degli incidenti stradali e che la tolleranza zero implicava un concetto preventivo, non solo repressivo». A spaccare la maggioranza ci pensava però il deputato leghista veronese  Alessandro Montagnoli che, sempre in una letera a "Italia a Tavola" annunciava in no  a una generalizzata tolleranza zero, proponendo il 'decalogo” della Lega finalizzato a intervenire solo «sulle fasce più deboli, cioè i giovani guidatori fino ai 21 anni e i neo patentati, oltre alle le categorie professionali più a rischio come gli autisti».

 Dopo questo temporale si è scatenata una tempesta vera e propria: con la maggioranza divisa al suo interno, anche l'approccio bipartisan è venuto meno. Prima con Mino Taricco, assessore all'Agricoltura della Regione Piemonte, che ha scritto al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e al ministro per le Politiche agricole, Luca Zaia, per esprimere il suo dissenso sull'attuale orientamento ribadendo che «è necessario distinguere vino e superalcolici e che serve un'educazione al consumo». Poi è stato il turno di Andrea Sarubbi (Pd) che ha sollevato critiche «sui destinatari della norma» ufficializzando il no dell'opposozione parlamentare.

Insomma, dalla tolleranza zero per ogni guidatore-bevitore si è passati a un retrofront sulle modalità di applicazione del provvedimento, fino a un coro unanime di dissenso sull'iniziale linea dura avanzata dall'onorevole Mario Valducci. Un giro di vite preannunciato con toni da ultrà che aveva finito per allarmare tutti: cittadini, consumatori, ma anche produttori e ovviamente anche alcuni politici che si sono accorti in tempo, di quello che avrebbe potuto essere un provvedimento davvero rischioso per il nostro Paese. Per il nostro stile di vita e per le produzioni dell'agrolimentare, vino e grappa in testa. La tempesta sembra passata e, per ora, tutto tace. Speriamo non si perda l'occasione per fare controlli più seri degli attuali e avviare inziative culturali sul bere responsabile.


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