In un periodo di crisi pesante come quella attuale, l'industria alimentare riesce a "tenere" meglio degli altri comparti. Il trend di produzione è infatti "meno negativo" di quello medio dell'industria del Paese. Nel 2008 l'export alimentare ha fatto +9,7% con 19,57 miliardi di euro. Un risultato che ha permesso al settore di reggere alla sfavorevole congiuntura internazionale, ma l'allargarsi della crisi fa temere per il 2009, in cui l'export potrebbe ridursi di alcuni punti percentuali. Il 2008 si è chiuso molto bene anche sul fronte del saldo commerciale (3,52 miliardi di euro, +22,7%).

Guardando al futuro, la situazione resta però critica. Dati alla mano, la crisi inizia quindi a 'pesare” anche sull'industria alimentare, anche se in misura minore rispetto al quadro complessivo del nostro sistema produttivo, come ha sottolineato il presidente di Federalimentare, Gian Domenico Auricchio (nella foto) che ha presentato questa mattina il bilancio dell'industria alimentare. «Per quanto riguarda le prospettive di produzione 2009 - ha spiegato Auricchio - sono indicativi i dati specifici di dicembre che, a differenza del primo semestre, quando la produzione alimentare viaggiava ancora in moderata espansione, attorno all'1% indica la "velocità d'uscita" verso l'anno successivo. Ebbene, il settore alimentare a dicembre ha ridotto il proprio livello di produzione sullo stesso mese del 2007 del -1,3% in termini grezzi e del -4,3% a parità di giornate lavorative». «La congiuntura industriale - ha aggiunto Auricchio - complessiva si va rapidamente appesantendo. Ma la rigidità dei consumi alimentari e la connessa anelasticità del settore confermano la capacità di ammortizzare, almeno in parte, la crisi del Paese e i tagli vistosi di produzione che stanno investendo altre aree produttive, a cominciare dai beni di investimento e dai beni di consumo durevoli»
«La produzione dell'industria alimentare - ha spiegato - è scesa leggermente nell'ultimo biennio. Essa nel 2007 (a parità di giornate lavorative, a evitare distorsioni), è calata del -0,8%. E nel 2008 è scesa di un altro -1,5%. Anche nel 2009, soprattutto per l'indebolimento dei flussi di esportazione, è atteso un nuovo calo». Il calo dell'industria alimentare comunque sarà inferiore a quelli che stanno presentando altri settori manifatturieri. «La produzione totale dell'industria del Paese è scesa del -4,3% nel 2008 e dovrebbe aumentare ancora nel 2009. In ogni caso, il calo della produzione alimentare è il riflesso del malessere di fondo del Paese, alla luce della rigidezza tipica dei consumi alimentari e delle doti anticicliche del settore».
I prezzi non coprono l'inflazione
Sul tema dei consumi Auricchio ha evidenziato che «i consumi interni presentano fenomeni di erosione da un biennio. Le vendite alimentari a prezzi correnti 2008 si sono fermate sul +1%. è una variazione a prezzi correnti che incorpora la dinamica dei prezzi e delle quantità. I prezzi alimentari 2008 al consumo hanno oscillato in media attorno al +5%, anche se in chiusura d'anno sono scesi sotto il 3%. è chiaro che il citato incremento del fatturato delle vendite alimentari (+1%) non ha coperto l'inflazione, per cui i volumi 2008 hanno ceduto, consolidando e accentuando l'erosione delle vendite che si era innescata a fine 2007».
Gdo e Discount, i comparti che accellerano e reggono la crisi
Per il presidente di Federalimentare «in questo contesto la grande distribuzione ha mantenuto in media tre punti di scarto sul trend delle vendite dei piccoli esercizi. Hanno accellerato ancora hard discount, 'primi pezzi” e 'promozioni”, a testimonianza delle tendenze low cost nella spesa degli italiani e della compressione dei margini delle aziende alimentari».
«Nel periodo 2000-2008 le vendite attraverso il canale hard discount sono cresciuti del +34,6%: quasi il triplo - ha aggiunto Auricchio - rispetto al +12,7% del "totale grande distribuzione. è chiaro che il fenomeno ha depresso la possibilità delle aziende di recuperare margini utilizzando le leve di qualità e di servizio».
Nel 2009 consumi in calo del 2-3%
Nel 2009 i consumi alimentari caleranno presumibilmente del 2-3% in valore. «Noi - ha aggiunto Auricchio - confidiamo nel ruolo positivo che potranno avere le istituzioni per fronteggiare la crisi, in quanto noi non chiediamo 'rottamazioni” ma che il settore alimentare venga sostenuto con campagne promozionali. C'è da fare molto per il made in Italy, ma siamo anche convinti che la situazione che se da un lato ci preoccupa dall'altra ci fa vedere un settore in grado di fronteggiare la situazione di difficoltà». Il settore - secondo Auricchio - «ha bisogno di un forte sostegno promozionale all'export, al fine di recuperare gap strutturali che vengono da lontano. Va aggiunto che sono proprio le aziende più orientate all'esportazione che rischiano di andare incontro alle pressioni di produzione più marcate nel 2009, in quanto i mercati esteri presenteranno contrazioni accentuate rispetto alle ulteriori marginali erosioni che riserverà il mercato intero».
Export, serve sostegno promozionale
L'export alimentare 2009 potrebbe scendere con tassi oscillanti attorno al 5-6% in valuta e al 2-3% in quantità. «La riduzione della capacità di assorbimento dei mercati, e in particolare di sbocchi fondamentali come Usa, Germania e Regno Unito si farà sentire - spiega Auricchio. Nel 2008 esso dovrebbe registrare a consuntivo un rilevante +10% circa in valuta e rivelarsi positivo in quantità. Sono trend inferiori a quelli della prima parte dell'anno. I tendenziali di metà anno avevano oscillato infatti intorno al +16% in valuta e al +4% in quantità. Nel 2008, l'incidenza del fatturato export sul fatturato totale del settore, pur in presenza dell'export con quasi 20 miliardi di euro, ha raggiunto il 17%, rimanendo ancora due punti sotto la media europea e quattro sotto i concorrenti tedeschi e francesi». La produzione alimentare infatti ha un valore pari a 120 miliardi di euro.
Buonitalia: vince l'eccellenza italiana
«I risultati ribadiscono ancora una volta il grande valore delle produzioni agroalimentari italiane». Non ha dubbi il presidente di Buonitalia Spa, Walter Brunello, in merito al bilancio dell'Industria alimentare italiana 2008 e delle previsioni per il 2009.
«Nonostante la crisi finanziaria di tutto il sistema economico internazionale - ha continuato Brunello - il settore alimentare italiano riesce a mantenere quote sostanziali di export, tanto da aver chiuso il 2008 con un +10% circa. Questo dato deve farci riflettere sul futuro che non si presenta dei più rosei, ma che proprio per questo va affrontato con progettualità sinergiche che vedano agire insieme le istituzioni e i rappresentanti dei produttori. è assolutamente necessario che il settore sia sostenuto da azioni coordinate e continuative soprattutto in quei mercati che ancora oggi, nonostante la situazione economica, continuano a esprimere un grande interesse verso la nostra produzione agroalimentare. Dobbiamo fare in modo che il sistema agroalimentare italiano risulti una vera squadra mettendo a disposizione degli altri le proprie esperienze per il successo del Paese».
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