C'è stata un'epoca dove il cielo non era un posto per tutti. Volare aveva costi proibitivi e i motivi per cui si sceglieva di farlo erano essenzialmente due: o non se ne poteva fare a meno o ce lo si poteva permettere. Poi, il mondo in generale è diventato lentamente un posto più accessibile, molte barriere sono cadute e con esse anche quella del volo. Oggi, quindi, il cielo è diventato un posto per tutti e questo sta contribuendo a far finire un'epoca, quella delle prime classi sui voli di linea. Come mai? Scopriamolo insieme.
Sempre meno prima classe: è la fine di un'era?
Prima classe in volo: siamo all'addio?
Partiamo, prima, dai fatti, incontrovertibili: sempre più compagnie stanno dicendo addio alla prima classe o, comunque, la stanno lentamente ridimensionando, riducendo drasticamente il numero di posti. Lo hanno fatto, in ordine sparso, Lufthansa, Turkish Airline, Air New Zeland, Qatar Airways e American Airlines, solo per citarne alcune. Si tratta, in sostanza, di una messa in discussione delle quattro classi diventate ormai tradizionali sui voli a medio e lungo raggio. Un modello utilizzato da moltissime compagnie e che ora sembra stare stretto. Oltre alla prima classe, a bordo tradizionalmente ci sono:
- Economy: la classe base, con spazi e servizi ridotti
- Premium Economy: l'ultima arrivata in ordine di tempo. Una soluzione intermedia che strizza l'occhio soprattutto ai professionisti la cui azienda non può farsi carico di un biglietto di Business
- Business: lo dice il nome stesso, è la classe rivolta a chi viaggia per lavoro e ha necessità da un lato di proseguire anche a bordo e dall'altro di arrivare pronto e riposato a destinazione
La prima classe di concezione moderna è un luogo di lusso assoluto. Prevede, nella maggior parte dei casi, servizi esclusivi già a partire dall'aeroporto (alle volte già da casa, con check in privato e transfer per lo scalo di partenza). A bordo, poi, l'offerta è più che mai ampia: spazi privati, personale interamente dedicato, bagno riservato e, in generale, una cura dei dettagli e del viaggiatore che sembra appartenere più a un hotel cinque stelle che a un volo di linea. Per le compagnie si tratta, peraltro, di una soluzione economicamente vantaggiosa. Non esistono, per forza di cose, posti con un margine di guadagno maggiore. Un biglietto di prima classe può costare anche più di diecimila euro. Eppure questo tipo di offerta non sembra più piacere...
Prima classe, spazio esclusivo
E se prendessi il jet privato?
Il tema non è certo nuovo, ma ha sicuramente subito un'impennata nella fase post pandemia. Basti pensare che nel 2014 Alexandre de Juniac, amministratore delegato di Air France-KLM, diceva: «La prima classe è poco più di un espediente di marketing, nessuno ci fa veramente i soldi». Una fotografia abbastanza nitida del percorso che già quasi dieci anni fa aveva intrapreso questo tipo di servizio. In sostanza, le compagnia, più che a riempire i posti di prima classe, puntavano a raccontarli. Far vedere a tutti l'esperienza esclusiva che si viveva a bordo con loro e, di riflesso, si rivolgeva anche ai viaggiatori con target inferiori dal punto di vista economico. Se sulla compagnia "x" si viaggia così bene in prima, si viaggerà altrettanto bene anche in business o in economy. Un messaggio semplice, ma in qualche modo efficace. Un espediente che, in parte, ha sicuramente funzionato, ma che allo stesso tempo ha dato un'ulteriore spinta verso la fine della prima classe. Già, perché i servizi di bordo delle altre classi sono effettivamente migliorati. Così, in un contesto economico non certo sfavillante, molto aziende hanno pensato che, anche per i dirigenti di punta, una buona business class fosse più che sufficiente. Un altro tassello in questo puzzle.
Servizio su misura su un jet privato
Un puzzle che ha, tra i protagonisti, anche i jet privati. Se, infatti, le aziende hanno iniziato a scegliere con molto più frequenza la Business, che fine hanno fatto i viaggiatori "target" per la prima classe? Persone molto ricche e in grado di permettersi senza problemi le tariffe per questi viaggi esclusivi? Per chi se lo può permettere, il jet privato sembra essere la soluzione migliore. Nessun passeggero con cui condividere il viaggio, procedure d'imbarco più flessibili, spazi a bordo adattabili alle proprie esigenze e un piano di volo che può essere concordato, al contrario di quanto accade con i voli di linea. Certo, c'è il tema dell'inquinamento, ma non sembra, però, essere una grande preoccupazione per molti.
Il cielo per tutti: il ruolo delle low cost
In questo nostro viaggio, torniamo per un attimo alle prime righe, quando vi abbiamo detto che c'è stata un'epoca in cui il cielo non era un luogo per tutti. Quell'epoca è, sostanzialmente, finita con l'avvento delle compagnie low cost. La prima è stata la Southwest, negli Stati Uniti, poi vennero, in Europa, Ryanair e EasyJet e nel resto del mondo decine di altre compagnie simili. Una vera e propria rivoluzione che, nel tempo, ha permesso a tutti di poter volare, grazie a un nuovo modello di business che ha condizionato e condiziona ancora il mondo dei cieli. Un modello che ha avuto ed ha ancora un ruolo anche nel declino della prima classe. Grazie all'avvento dello low cost, infatti, anche i posti in Economy sono tornati ad avere un valore per le compagnie aeree.
Ryanair, leader europea delle compagnie low cost
Non solo, anche i costruttori di velivoli si sono pian piano adattati alle nuove esigenze. Come? Con aerei più piccoli, in grado di servire tratte medie con configurazioni quasi esclusivamente Economy e con costi operativi molto bassi. Non solo, aerei di dimensioni ridotte sono anche adatti alle necessità dei vettori low cost. Questi, infatti, utilizzano molto spesso il modello point to point, appoggiandosi ad aeroporti secondari, le cui piste non sono adatte ad aerei di dimensioni troppe grandi. L'esatto contrario di quanto accadeva con le vecchie compagnie di bandiera, che utilizzavano, invece, un modello hub to spoke, con un grande aeroporto di riferimento che faceva da base.
Addio alla prima classe: la fine di un'epoca di grande eleganza
Insomma, avrete capito che la strada che sta conducendo alla fine della prima classe sui voli di linea è stata spianata da diversi fattori, tutti diversi, ma concorrenti fra loro. Un percorso che sembra, di fatto, già segnato e da cui non si intravedono possibilità di ritorno. Poco male, direbbe giustamente qualcuno. Potersi muovere ovunque a costi ridotti è un privilegio condiviso da tutti e ha regalato al mondo del turismo nuove sfide e nuovi spazi di crescita. Chi prima non poteva permettersi di partite, ora lo può fare ed è giusto sia così. Allo stesso tempo, però, la scomparsa della prima classe segna, in qualche modo, la fine di un'epoca e lascia un po' di malinconia. Non tanto per il suo ruolo in sé, ma più per ciò che ha significato: spazi di eleganza, di accoglienza di alto livello. Spazi di grande charme. Chi non è rimasto affascinato di fronte a vecchi video o foto che ritraevano i voli degli anni '50? Chi non ha sognato, un giorno, di poter provare l'eleganza delle nuove compagnie del Medio Oriente, il lusso di quegli spazi esclusivi e unici? Chi non ha sognato di poter consumare un pranzo o una cena di alto livello, ma a migliaia di metri da terra? Il rischio è che ora, tutto questo, possa rimanere soltanto un sogno...