È pronto a riaccendersi il dibattito intorno alle scelte della Guida Michelin. Il caso arriva direttamente da Taiwan, già al centro delle tensioni geopolitiche, dove una gelateria è stata promossa da Bib gourmand a stellato Michelin. Una svolta storica, destinata però a far discutere.
A Taiwan una stella Michelin a una gelateria
Per la prima volta, un locale dedicato esclusivamente al gelato ha ottenuto la prestigiosa stella: si tratta di Minimal, a Taichung sull’isola di Taiwan. In questo locale, il gelato diventa un vero e proprio piatto, frutto di studi approfonditi sulle combinazioni di sapori, temperature e consistenze. Il menu degustazione, che dura circa due ore e mezza, è un vero e proprio percorso sensoriale.
La gelateria Minimal di Taiwan ha ottenuto la stella Michelin
Il prezzo del menu degustazione, un percorso di 7 portate tra gelati e granite, costa circa 33 euro a persona. Questo rende Minimal una destinazione ambita per gli amanti del gelato che vogliono vivere un'esperienza unica e indimenticabile.
Stella Michelin a una gelateria, un precedente importante
La stella Michelin assegnata a Minimal rappresenta un precedente importante. Apre infatti le porte a nuove possibilità e potrebbe spingere anche altre gelaterie di alta qualità a puntare a questo prestigioso riconoscimento. In Italia, la notizia ha scatenato un dibattito sulla necessità di rivedere i criteri di valutazione della Guida Michelin, per renderli più inclusivi e adatti a rappresentare la diversità della gastronomia contemporanea.
L'Italia può vantare una grande tradizione nel mondo del gelato (Shutterstock)
Anche perché il nostro Paese può vantare una grande tradizione nel mondo del gelato. E molti locali possono ora cullare l’ambizione di essere inclusi nella Rossa, non solo come menzione, ma con macaron al seguito. Sorprende, ma forse non dovrebbe, che nonostante l’arte della gelateria esprima vette eccellenti in Italia, ad aggiudicarsi questo riconoscimento sia un locale straniero.
Stella Michelin, quando alle pizzerie?
Una dinamica che potrebbe ricalcare quella delle pizzerie. Sempre in Asia, ma ad Hong Kong, un pizzaiolo italiano era stato insignito della Stella nel 2017: si tratta di Valentino Ugolini, pizzaiolo della trattoria gourmet Ciak Concept.
Se da un lato diventa difficile destreggiarsi tra le tante eccellenze della pizza in Italia, mentre per certi versi è più semplice in Paesi dove non si tratta di un piatto nazionale, dall’altro quella della Rossa sembra una presa di posizione preconcetta. Un veto sempre meno giustificabile col passare degli anni e sempre più antistorico, anche considerando non solo il valore delle proposte gastronomiche dei nostri pizzaioli, ma anche i riconoscimenti a livello internazionale.
Pizza e Guida Michelin, un rapporto difficile
La pizza, piatto iconico della cucina italiana amato in tutto il mondo, sembra incontrare una barriera quasi insormontabile nel panorama della Michelin: l’assenza di stelle. Nonostante 9 pizzerie siano state segnalate sulla guida 2024, il macaron rimane ancora un tabù.
Nonostante 9 pizzerie siano state segnalate sulla guida 2024, il macaron rimane ancora un tabù (Shutterstock)
La pizza, pur essendo un piatto che richiede tecnica e passione, è spesso associata alla cucina popolare e informale, elemento che, insieme ad una tradizione che si tramanda di generazione in generazione in cui ogni pizzaiolo ha il suo stile di fatto non rendendo univoca l'interpretazione, a torto sembrano essere considerati dalla Rossa elementi tali da giustificare l’esclusione delle pizzerie dal novero dei locali stellati.
Stella Michelin: due pesi e due misure
La riprova che questi argomenti appaiano più come giustificativi ex post piuttosto che reali motivazioni, arriva direttamente dalla stessa Guida che non si è fatta problemi a premiare con il proprio macaron gli hamburger.
Il veto della Guida Michelin alla pizza è sempre meno giustificabile col passare degli anni (Shutterstock)
E allora, il sospetto rimane sempre il medesimo, come sottolineato più volte anche qui su Italia a Tavola: che più che la qualità conti la quantità, intesa come numero di locali stellati per Paesi, con un timore particolare proprio nei confronti dell’Italia che, ça va sans dire è patria (anche) della pizza.