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martedì 11 marzo 2025  | aggiornato alle 20:42 | 111117 articoli pubblicati

Caso Santanchè, i vertici di Fratelli d'Italia valutano la posizione della ministra

Il futuro di Daniela Santanchè al governo è sempre più traballante dopo il rinvio a giudizio per falso in bilancio. Intanto, a Roma, c'è stato un primo faccia a faccia tra la premier Meloni e Ignazio La Russa

di Nicholas Reitano
Redattore
 
22 gennaio 2025 | 12:13

Caso Santanchè, i vertici di Fratelli d'Italia valutano la posizione della ministra

Il futuro di Daniela Santanchè al governo è sempre più traballante dopo il rinvio a giudizio per falso in bilancio. Intanto, a Roma, c'è stato un primo faccia a faccia tra la premier Meloni e Ignazio La Russa

di Nicholas Reitano
Redattore
22 gennaio 2025 | 12:13
 

«Dimissioni? Cose surreali». È questa la risposta di Daniela Santanchè, ministra del Turismo, alla domanda dell'Ansa sulla sua permanenza al governo, in un momento in cui la sua posizione politica è sempre più incerta. Negli ultimi giorni, infatti, l'assenza di sostegno ufficiale da parte del suo partito, Fratelli d'Italia, dopo il rinvio a giudizio per falso in bilancio nel caso Visibilia, ha fatto capire alla Santanchè che il vento sta cambiando (a sua difesa di fatto si sono schierati solo gli alleati di Governo). E ora, con il ritorno di Giorgia Meloni da Washington, dove ha partecipato alla cerimonia di insediamento di Donald Trump, la questione Santanchè è diventata prioritaria, tanto che la premier potrebbe chiudere la questione ancor prima del suo viaggio in Arabia Saudita previsto per il fine settimana.

Caso Santanchè, i vertici di Fratelli d'Italia valutano la posizione della ministra

La ministra del Turismo, Daniela Santanchè

Caso Santanchè, l'incontro tra Ignazio La Russa e Giorgia Meloni

Secondo alcune ricostruzioni, il cambio di passo nella gestione del caso sarebbe avvenuto durante un pranzo a Palazzo Chigi, in cui la Meloni avrebbe incontrato Ignazio La Russa, presidente del Senato e figura storica di Fratelli d'Italia, considerato tra i più vicini alla ministra. Sebbene l'incontro fosse "programmato da tempo", come precisato da chi era a conoscenza della riunione, il piatto forte della discussione sarebbe stato il destino della Santanchè.

La Meloni, con toni chiarissimi, avrebbe chiesto a La Russa di convincere la ministra a fare un passo indietro, soprattutto considerando le accuse che pendono sulla ministra del Turismo per truffa allo Stato (ricordiamo, per aver ottenuto indebitamente dei fondi destinati alle imprese colpite dalla crisi pandemica mentre i dipendenti continuavano a lavorare regolarmente), che, in caso di giudizio negativo, potrebbero mettere in cattiva luce il partito in Parlamento. Insomma, un'operazione di moral suasion, come la definiscono, che sarebbe stata affidata a un amico di lunga data, con più possibilità di riuscita rispetto a un intervento diretto della leader.

Caso Santanchè, i vertici di Fratelli d'Italia valutano la posizione della ministra

Ignazio La Russa, presidente del Senato, e la premier Giorgia Meloni

Ma a ben vedere, questo passaggio di responsabilità solleva più di una perplessità. In realtà, la logica secondo cui sarebbe Meloni a chiedere a La Russa di intervenire sulla Santanchè, magari per convincerla a dimettersi, sembra più un'illazione giornalistica che una dinamica realmente credibile. Perché, in un sistema politico che si basa sulla trasparenza e la comunicazione diretta, non avrebbe più senso che la premier si rivolgesse direttamente alla ministra, magari con una telefonata, una videochiamata o un incontro faccia a faccia? Le due figure si conoscono da tempo e la leader di Fratelli d'Italia ha sempre mostrato di voler risolvere le questioni interne in maniera decisa e diretta. E allora, perché non un dialogo diretto?

Il fatto che venga descritta questa dinamica come un passaggio obbligato da La Russa appare un po' forzato. Non si può dimenticare che il presidente del Senato ha un ruolo istituzionale di garanzia che non lo rende certo il tramite ideale per questioni di partito. La logica delle intermediazioni politiche potrebbe essere ben altro, ma in questo caso sembra proprio che ci si stia affidando a una lettura più fantasiosa, forse per alimentare una narrazione che fa più comodo. Se davvero la Meloni avesse avuto intenzione di spingere Santanchè verso le dimissioni, avrebbe potuto farlo in maniera diretta, come è normale che sia.

Santanchè: il Movimento 5 Stelle e la mozione di sfiducia

Intanto, ricordiamo, negli scorsi giorni il Movimento 5 Stelle ha presentato una mozione di sfiducia contro la ministra Daniela Santanchè, sia alla Camera che al Senato. L'annuncio è arrivato dai capigruppo pentastellati Francesco Silvestri e Stefano Patuanelli, che hanno sottolineato l'inopportunità politica e la gravità della condotta della ministra.

«Torniamo a chiedere ancora una volta che la ministra Santanchè lasci il suo incarico - hanno dichiarato i i capigruppo del M5S - e per questo abbiamo depositato, sia alla Camera, sia al Senato, una mozione di sfiducia individuale. Il rinvio a giudizio della ministra evidenzia per l'ennesima volta l'inopportunità politica e la gravità della sua condotta. Il Parlamento ha il dovere di non chiudere gli occhi davanti a comportamenti di questo tipo. Ora basta».

Governo, il toto-nomi sul post-Santanchè

In attesa di novità sul futuro della Santanchè, le voci su chi potrebbe prendere il suo posto come ministro del Turismo si fanno sempre più insistenti. Il nome più gettonato al momento è quello di Gianluca Caramanna, già consigliere del ministero, ma non mancano le speculazioni su altri esponenti di Fratelli d'Italia, come l'onorevole Manlio Messina, o addirittura l'assessora piemontese Marina Chiarelli. Quel che è certo, però, è che la posizione della ministra del Turismo, da giorni in bilico, rischia ora di essere travolta dal pressing interno al partito. La domanda ora non è più "se", ma "quando" la Santanchè prenderà atto della fine della sua avventura al governo. E mentre lei continua a ribadire la sua versione dei fatti, la politica sembra muoversi spedita verso un epilogo che, a quanto pare, sembrerebbe già scritto.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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