Tecniche antiche per rendere la carne non deperibile
Tagli di carne salati, aromatizzati, essiccati e stagionati, preparati in ambiente montano. Carn seca, mocetta e bresaola si sposano molto bene con le tendenze alimentari di oggi
15 dicembre 2019 | 14:31

di Giuseppe Paltani
Carn seca
Si tratta di carne bovina marinata ed essiccata prodotta tradizionalmente nel Verbano-Cusio-Ossola; con nomi diversi ma ricette simili, troviamo analogie nell’areale alpino Pennino-Lepontino-Retico. I tagli magri di carne ottenuti generalmente da bovini di razza Bruna locale vengono disossati e posti a marinare per una decina di giorni in una concia di vino rosso con sale, pepe, chiodi di garofano, cannella, timo selvatico. Dopo la marinatura si giunge all’asciugatura all’aria per circa 2 mesi, a seconda della pezzatura del taglio. I locali di asciugatura e stagionatura presentano spesso pareti e fondi geologicamente naturali. Alcuni giorni prima della vendita può essere passata nella farina bianca come arricchimento alla consueta velatura superficiale. Documentazione attestante che il processo produttivo sia consolidato nel tempo è riscontrabile nelle seguenti fonti bibliografiche: “L’Ossola inferiore. Notizie storiche e documenti” di Enrico Bianchetti (Torino, 1878); “Dizionario geografico storico e statistico di Sua Maestà il Re di Sardegna” di Goffredo Casalis (Torino, 1835 e 1856).

Carn seca
Mocetta
Trova massima diffusione e radicamento nella Valle d’Aosta, ma è anche prodotta in Val d’Ossola, in Val Sesia e nel Canavese. Si tratta di particolari porzioni di carne preparate e conservate in modo tradizionale. I tagli muscolari quali fiocco, codino e boccia, ottenuti dalla coscia di bovino, capra, pecora, camoscio ed altre specie, sono compatti, privi di grasso, di colore rosso intenso o bruno, profumo delicato ma influenzato dalla specie animale utilizzata. La carne è messa sotto sale per 3 giorni, durante i quali è girata due volte. Poi viene messa a bagno nel vino per un tempo assai variabile, in genere dai 7 ai 15 giorni, cosparsa di aromi naturali (erbe officinali, cannella, noce moscata, kummel, erbe varie, ecc.). Il tutto è appeso all’aria per circa 10 giorni in funzione delle condizioni di umidità relativa e del calibro del pezzo. Il gusto è gradevole e saporito, la consistenza è asciutta. Oltre alla tradizione orale, testimonianze bibliografiche si trovano in “Le cose buone del Piemonte. Salami, prosciutti e compagnia” di Sandro Doglio (Edizioni Unioncamere Piemontese, 1996).

Mocetta
Bresaola
Famosa per il prestigioso riconoscimento di Indicazione geografica protetta è la Bresaola della Valtellina Igp, prodotta nel rispetto del Disciplinare di produzione che ne garantisce tipicità e tradizione. L’intera provincia di Sondrio è il suo areale produttivo, coincidente con Valtellina e Valchiavenna; a quest’ultima la tradizione storico-letteraria attribuisce la paternità del prodotto. Nella provincia di Verbania si produce la Brisaula della Val d’Ossola. Essa è prodotta principalmente nell’omonima valle, ma l’area di produzione comprende l’intero territorio della provincia, facendo riferimento a “Brisaula - Associazione produttori del Verbano Cusio Ossola” che nasce nel settembre 2011 grazie alla Camera di commercio del VCO. Dai muscoli della coscia si rifilano tendini e grasso. La salatura avviene “a secco” con aggiunta di aglio, noce moscata, macis, chiodi di garofano, alloro, rosmarino, cannella e ginepro, secondo la ricetta aziendale. È consentito anche l’utilizzo di vino rosso e in alcuni casi di liquore. Può essere insaccata in bondeana, pelle di sugna, legata a mano, con asciugatura media di 2-3 settimane e stagionatura di 3-4 mesi. Sensorialmente si presenta compatta senza fenditure, soda ed elastica, gusto speziato, mai acido.
Bresaola della Valtellina Igp e Brisaula della Val d’Ossola
Le indicazioni e le relative fotografie possono aiutare a distinguere i tre prodotti agroalimentari tradizionali a pezzo anatomico intero disossato, censiti sia a livello piemontese che nazionale; addirittura la Bresaola della Valtellina Igp, con l’espressione massima della certificazione di qualità legata all’Indicazione geografica protetta, è riconosciuta in Europa e tutelata nel mondo. La vocazione montana per la produzione di Carn seca, mocetta e bresaola è sicuramente legata alle condizioni climatiche di alcune vallate alpine che influiscono sulle operazioni unitarie fondamentali, quali asciugatura e stagionatura, di per sé notevolmente caratterizzanti il prodotto finito. Carn seca, mocetta e bresaola, prodotte sia a livello familiare sia artigianale sia industriale, sono caratterizzate da tempi, temperature, ingredienti, tecnologie alimentari diverse, che influenzano il prodotto finale. Un consumatore educato e informato può cogliere queste differenze apprezzandone lo stile del produttore, assieme alla provenienza e al luogo di consumo.
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