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World Cocktail Championship, trionfano Ma (Macao) e Zapata (Argentina)

World Cocktail Championship, oro a Ma e Zapata nelle categorie miscelazione classica e flair, dove l'italiano Moreni ha chiuso 2°. I risultati confermano la crescente influenza di Asia e Sud America nel mondo del bere miscelato

 
08 novembre 2024 | 10:34

World Cocktail Championship, trionfano Ma (Macao) e Zapata (Argentina)

World Cocktail Championship, oro a Ma e Zapata nelle categorie miscelazione classica e flair, dove l'italiano Moreni ha chiuso 2°. I risultati confermano la crescente influenza di Asia e Sud America nel mondo del bere miscelato

08 novembre 2024 | 10:34
 

Il World Cocktail Championship, il campionato del mondo dei cocktail Iba, l’associazione internazionale dei bartender, si è concluso con le vittorie di Macao e Argantina nelle categorie miscelazione classica e flair, dove l'italiano Michael Moreni è arrivato secondo.

World Cocktail Championship, trionfano Ma (Macao) e Zapata (Argentina)

Roman Zapata vince nella categoria flair
 

World Cocktail Championship, i risultati

Macao (con Frederick Ma), Ecuador (con Alex Sanchez) e Macedonia (con Teodora Nikolikj, unica donna tra i primi 3) hanno formato il podio per quanto riguarda la miscelazione classica, mentre quello della categoria flair è stato composto da Argentina (con Roman Zapata, re anche lo scorso anno), Italia (con Michael Moreni) e Svizzera (con John Marquez). Ricordiamo che a Roma, nel 2023, aveva trionfato Hong Kong. La vittoria di Macao a questi WCC24 è un ulteriore segnale che la mixology asiatica stia definitivamente conquistando il palcoscenico mondiale. Sia chiaro: Singapore, la stessa Macao e Hong Kong sono ormai da qualche anno sotto i riflettori di aziende del beverage, bartenders e professionisti del settore mixology. Qui -del resto- l’economia e l’industria del turismo sono in forte crescita e il mondo dell’ospitalità e del food & beverage può regalare grandi opportunità.

Frederick Ma, chi è il re del mondo di classic bartending

A 34 anni, di cui 16 anni nel mondo del bar, Frederick Ma è master mixologist del Mesa by José Avillez, ristorante bar aperto lo scorso anno all'interno del Karl Lagerfeld Macau, il primo hotel con il marchio Lagerfeld di proprietà del gruppo Grand Lisboa Resort. «Non avevo mai partecipato a un campionato Iba: certamente è la più importante vittoria della mia carriera», ci racconta subito dopo la premiazione. Attenzione, però, non è un punto di arrivo, chiarisce: «Sono alla continua ricerca di nuove sfide. È proprio la possibilità di pormi sempre nuovi traguardi l'aspetto che amo di più del mio lavoro».

World Cocktail Championship, trionfano Ma (Macao) e Zapata (Argentina)

Frederick Ma vince nella categoria classic
 

Ed è stata una sfida a portarlo a Macao, complice la pandemia. All’epoca aveva gestito per diversi anni un'attività in Cina: «Finita l'emergenza Covid, ho capito che era il momento di cambiare. Oggi nel Paese non ci sono le condizioni per portare avanti un business di profitto in questo settore». Quando arriva a Macao, la terra dei casinò, incontra José Avillez, lo chef più stellato del Portogallo che sta cercando un professionista di livello cui affidare il cocktail bar del ristorante in fase di apertura del nuovo luxury hotel firmato dalla maison Karl Lagerfeld. Frederick è bravo, intraprendente e soprattutto conosce la mixology internazionale: il posto di master mixologist è suo.

Cosa si beve a Macao

Per il Mesa Bar crea una drink list fusion che miscela ingredienti e sapori orientali e occidentali, molto apprezzata dalla clientela. «Ma vanno molto anche i classici», spiega: «Il più richiesto? Sempre e comunque il Negroni, che proponiamo in lista in ben 14 varianti, grazie anche ai 60 diversi tipi di gin che abbiamo in bottigliera. Ma sono piuttosto popolari anche Daiquiri e Martini». Senza dimenticare i drink low alcool, in linea con una tendenza ormai diffusa in tutto il mondo: «Ce li chiedono sempre di più e va bene così, consentono di bere qualche cocktail in più senza conseguenze negative. Anche se il prezzo è lo stesso, o quasi, di un cocktail ad alta gradazione».

Bartending e mixology, i conisgli di Ma

Prima di salutarlo, non possiamo non chiedergli un consiglio per i giovani che vogliano seguire le sue orme: «Solo 15-20 anni fa, lavorare in un bar era una soluzione alternativa allo studio e si arrivava impreparati al bancone», ricorda. «Oggi lo scenario è molto diverso: chi si avvicina a questo mestiere in genere vanta un livello di preparazione e cultura più alto. In ogni caso, ormai non vive più questa professione come un ripiego, ma come una scelta di vita. La ragione per cui si decide di diventare bartender non dev’essere il mero ritorno economico, che in certi Paesi grazie alle mance può essere anche molto elevato, ma la passione per questo mondo. Che da sola non basta per emergere: servono anche preparazione e concentrazione».

 

Ma - come quella di ogni campione del mondo - si riempirà di impegni in tutto il globo, fra masterclass, iniziative di formazione, talk, presentazioni… Tante nuove porte da aprire, nuove sfide da affrontare. Anche se lui, almeno per il momento, sul suo futuro ha una sola certezza: «Resterò a lungo a Macao, un mercato in piena espansione dove l'industry dell'ospitalità e del food & beverage è in pieno sviluppo. Ci saranno grandi opportunità da cogliere, da queste parti».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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